mercoledì 28 settembre 2011

Berlusconi, le puttane e le intercettazioni.

Berlusconi torna alla carica e tenta di far approvare  una legge che limiti l'uso delle intercettazioni da parte della magistratura e punisca duramente giornali,  giornalisti ed anche blogger che le dovessero pubblicare.
Lui, sotto accusa  per aver ordinato che fosse  divulgato su un proprio quotidiano il contenuto, non penalmente rilevante, di una telefonata fra il suo avversario politico Fassino e l'allora banchiere dell'Unipol Consorte, sta cercando in tutti i modi di farsi l'ennesima legge ad personam per evitare che le intercettazioni possano  rivelare il grado di squallore  raggiunto da questo individuo, stigmatizzato da ultimo anche del Cardinal Bagnasco, ormai stufo della  sua ormai innegabile immoralità.
Questa volta, però, la leggina in suo favore potrebbe causare sconquassi inimmaginabili, ove si pensi che oltre l'80% degli strumenti investigativi sono costituiti da intercettazioni, senza contare il vulnus che ne deriverebbe alla libertà di stampa ( ma poi perché si chiama popolo delle libertà ?).
A questo punto sarebbe più opportuno e meno ipocrita da parte di Berlusconi e della maggioranza di centrodestra che lo sostiene, piuttosto che privare la magistratura di un importante strumento di indagine come le intercettazioni e comprimere la libertà di stampa, limitarsi a liberalizzare la prostituzione.
Oggi la prostituzione non è punita dalla legge al contrario del suo sfruttamento.
Oggi anche chi si limita ad affittare un alloggio a una prostituta, dove la stessa esercita ,o un tassista che trasporti una prostituta sul luogo di lavoro è punibile con arresto, carcere e sanzioni pecuniarie.
Invece per Berlusconi e i suoi sostenitori frequentare le prostitute è un comportamento assolutamente privato, penalmente non rilevante, politicamente ininfluente e socialmente non riprovevole e allora chi procura le prostitute e chi mette in contatto "l'utilizzatore finale" e le "professioniste del piacere" perché dovrebbe essere punito e punibile?
Abbiano il coraggio, se non di istituire un "albo dei pappa", di sancire la non punibilità dello sfruttamento, almeno quando non è accompagnato da violenza.
A quel punto Lele Mora, Emilio Fede, Tarantini e la sua signora sarebbero di nuovo innocenti, e le intercettazioni di questi "signori" illegittime e impossibili.
Potremo, così, finalmente cambiare il nome della nostra patria:  Mignottolandia o Puttanopoli, con buona pace degli elettori " cattolici" o presunti tali, che assordano con il loro silenzio quando si tratta di censurare condotte immorali e contro la famiglia.

Berlusconi torna alla carica e tenta di far approvare  una legge che limiti l'uso delle intercettazioni da parte della magistratura e punisca duramente giornali,  giornalisti ed anche blogger che le dovessero pubblicare.
Lui, sotto accusa  per aver ordinato che fosse  divulgato su un proprio quotidiano il contenuto, non penalmente rilevante, di una telefonata fra il suo avversario politico Fassino e l'allora banchiere dell'Unipol Consorte, sta cercando in tutti i modi di farsi l'ennesima legge ad personam per evitare che le intercettazioni possano  rivelare il grado di squallore  raggiunto da questo individuo, stigmatizzato da ultimo anche del Cardinal Bagnasco, ormai stufo della  sua ormai innegabile immoralità.
Questa volta, però, la leggina in suo favore potrebbe causare sconquassi inimmaginabili, ove si pensi che oltre l'80% degli strumenti investigativi sono costituiti da intercettazioni, senza contare il vulnus che ne deriverebbe alla libertà di stampa ( ma poi perché si chiama popolo delle libertà ?).
A questo punto sarebbe più opportuno e meno ipocrita da parte di Berlusconi e della maggioranza di centrodestra che lo sostiene, piuttosto che privare la magistratura di un importante strumento di indagine come le intercettazioni e comprimere la libertà di stampa, limitarsi a liberalizzare la prostituzione.
Oggi la prostituzione non è punita dalla legge al contrario del suo sfruttamento.
Oggi anche chi si limita ad affittare un alloggio a una prostituta, dove la stessa esercita ,o un tassista che trasporti una prostituta sul luogo di lavoro è punibile con arresto, carcere e sanzioni pecuniarie.
Invece per Berlusconi e i suoi sostenitori frequentare le prostitute è un comportamento assolutamente privato, penalmente non rilevante, politicamente ininfluente e socialmente non riprovevole e allora chi procura le prostitute e chi mette in contatto "l'utilizzatore finale" e le "professioniste del piacere" perché dovrebbe essere punito e punibile?
Abbiano il coraggio, se non di istituire un "albo dei pappa", di sancire la non punibilità dello sfruttamento, almeno quando non è accompagnato da violenza.
A quel punto Lele Mora, Emilio Fede, Tarantini e la sua signora sarebbero di nuovo innocenti, e le intercettazioni di questi "signori" illegittime e impossibili.
Potremo, così, finalmente cambiare il nome della nostra patria:  Mignottolandia o Puttanopoli, con buona pace degli elettori " cattolici" o presunti tali, che assordano con il loro silenzio quando si tratta di censurare condotte immorali e contro la famiglia.


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