sabato 20 febbraio 2010

Stop alle intercettazioni telefoniche.

E' in corso in Parlamento la discussione del disegno legge n° 1611 presentato dal ministro della giustizia Alfano che titola“norme in materia di intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali ”. Qualora questa legge entrasse in vigore gli sforzi delle forze dell'ordine per combattere un numero colossale di reati dovrebbero aumentare in maniera esponenziale nonostante tutti sappiamo che i fondi e i mezzi messi a loro disposizione vengono erogati sempre più con il contagocce. Questo disegno di legge è veramente quanto di peggio di possa proporre in materia di giustizia, se il fine sotteso dal ministro era quello di risolvere il problema della fuga di notizie allora qualcuno dovrebbe avvisarlo che per fare ciò non è che sia indispensabile che nessuno, neppure nelle forze dell'ordine, possa più conoscere tali notizie. La nuova norma renderebbe estremamente difficile e farraginoso poter avere l'autorizzazione per poter eseguire un intercettazione telefonica, ambientale, una videoripresa o anche solo per la richiesta dei tabulati telefonici e non consentirebbe neppure che i risultati prodotti possano venir utilizzati in procedimenti diversi da quelli in cui le intercettazioni sono state disposte inizialmente.

Un esempio: la recente indagine che ha portato all'arresto di Balducci in merito agli appalti del G8 alla Maddalena è partita da un'intercettazione telefonica disposta nell'ambito di tutt'altra inchiesta condotta dalla procura di Firenze su alcuni illeciti urbanistici. Se la legge fosse già entrata in vigore, ora le avide sanguisughe che la notte del sisma all'Aquila se la ridevano della grossa al pensiero di quanti affari avrebbero fatto sulla pelle dei terremotati continuerebbero a dormire sonni tranquilli, salvo svegliarsi di tanto in tanto in piena notte per godere delle disgrazie altrui.
Se nell'ambito di un intercettazione autorizzata per indagare, ad esempio, su un traffico di stupefacenti si venisse a conoscenza di omicidi, sequestri di persona o stupri, l'intercettazione non potrebbe essere utilizzata nelle nuove indagini e non costituirebbe neppure una valida motivazione per cominciare una nuova indagine sul nuovo crimine di cui si è venuti a conoscenza.
Forse l'on Alfano non è al corrente che per reati vili come l'usura in circa l'85 % dei casi le indagini prendono il via da intercettazioni, grazie a questa nuova norma le investigazioni partirebbero solo dopo un esplicita denuncia … gli usurai già si fregano le mani al pensiero, basterà essere un po più “convincenti” nell'intimidire la vittima e l'impunità sarà praticamente assicurata.
Perché possa venir rilasciata autorizzazione ad una intercettazione si dovrebbero poi dimostrare “evidenti indizi di colpevolezza e sia assolutamente indispensabile ai fini della prosecuzione delle indagini oltre che sussistere specifiche e inderogabili esigenze relative ai fatti per i quali si procede, fondate su elementi espressamente e analiticamente indicati nel provvedimento di richiesta”.Verrebbe abbandonato la vecchia concezione del giudizio di indispensabilità del provvedimento e della sussistenza di sufficienti indizi di reato, per pretendere “evidenti indizi di colpevolezza” solo che l'evidenza di un indizio di colpevolezza è un altro modo per definire una prova e se ci dovesse già essere una prova certa della colpevolezza verrebbe a decadere il requisito dell'indispensabilità, siamo di fronte ad una contraddizione in termini.
La norma opera in modo che in ogni caso non si riesca mai ad avere l'autorizzazione per eseguire intercettazioni, la stessa Suprema Corte è giunta a questa conclusione (sentenza n. 41131/03).
Potrebbe poi succedere che il giudice che presiede un processo in Cassazione decida che l'autorizzazione che è stata data per le intercettazioni che hanno portato il giudizio fino a quel punto non sia fondata su indizi che lui reputa evidenti. In questo caso verrebbe annullata tutta l'attività di indagine e quindi processuale svolta fino a quel punto, tutto come se nulla fosse accaduto.Non credo che questa norma risponda alle esigenze di verità del paese, viene dunque da chiedersi a che altre richieste obbedisca.


Tratto dal blog di Susanna Ambivero

E' in corso in Parlamento la discussione del disegno legge n° 1611 presentato dal ministro della giustizia Alfano che titola“norme in materia di intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali ”. Qualora questa legge entrasse in vigore gli sforzi delle forze dell'ordine per combattere un numero colossale di reati dovrebbero aumentare in maniera esponenziale nonostante tutti sappiamo che i fondi e i mezzi messi a loro disposizione vengono erogati sempre più con il contagocce. Questo disegno di legge è veramente quanto di peggio di possa proporre in materia di giustizia, se il fine sotteso dal ministro era quello di risolvere il problema della fuga di notizie allora qualcuno dovrebbe avvisarlo che per fare ciò non è che sia indispensabile che nessuno, neppure nelle forze dell'ordine, possa più conoscere tali notizie. La nuova norma renderebbe estremamente difficile e farraginoso poter avere l'autorizzazione per poter eseguire un intercettazione telefonica, ambientale, una videoripresa o anche solo per la richiesta dei tabulati telefonici e non consentirebbe neppure che i risultati prodotti possano venir utilizzati in procedimenti diversi da quelli in cui le intercettazioni sono state disposte inizialmente.

Un esempio: la recente indagine che ha portato all'arresto di Balducci in merito agli appalti del G8 alla Maddalena è partita da un'intercettazione telefonica disposta nell'ambito di tutt'altra inchiesta condotta dalla procura di Firenze su alcuni illeciti urbanistici. Se la legge fosse già entrata in vigore, ora le avide sanguisughe che la notte del sisma all'Aquila se la ridevano della grossa al pensiero di quanti affari avrebbero fatto sulla pelle dei terremotati continuerebbero a dormire sonni tranquilli, salvo svegliarsi di tanto in tanto in piena notte per godere delle disgrazie altrui.
Se nell'ambito di un intercettazione autorizzata per indagare, ad esempio, su un traffico di stupefacenti si venisse a conoscenza di omicidi, sequestri di persona o stupri, l'intercettazione non potrebbe essere utilizzata nelle nuove indagini e non costituirebbe neppure una valida motivazione per cominciare una nuova indagine sul nuovo crimine di cui si è venuti a conoscenza.
Forse l'on Alfano non è al corrente che per reati vili come l'usura in circa l'85 % dei casi le indagini prendono il via da intercettazioni, grazie a questa nuova norma le investigazioni partirebbero solo dopo un esplicita denuncia … gli usurai già si fregano le mani al pensiero, basterà essere un po più “convincenti” nell'intimidire la vittima e l'impunità sarà praticamente assicurata.
Perché possa venir rilasciata autorizzazione ad una intercettazione si dovrebbero poi dimostrare “evidenti indizi di colpevolezza e sia assolutamente indispensabile ai fini della prosecuzione delle indagini oltre che sussistere specifiche e inderogabili esigenze relative ai fatti per i quali si procede, fondate su elementi espressamente e analiticamente indicati nel provvedimento di richiesta”.Verrebbe abbandonato la vecchia concezione del giudizio di indispensabilità del provvedimento e della sussistenza di sufficienti indizi di reato, per pretendere “evidenti indizi di colpevolezza” solo che l'evidenza di un indizio di colpevolezza è un altro modo per definire una prova e se ci dovesse già essere una prova certa della colpevolezza verrebbe a decadere il requisito dell'indispensabilità, siamo di fronte ad una contraddizione in termini.
La norma opera in modo che in ogni caso non si riesca mai ad avere l'autorizzazione per eseguire intercettazioni, la stessa Suprema Corte è giunta a questa conclusione (sentenza n. 41131/03).
Potrebbe poi succedere che il giudice che presiede un processo in Cassazione decida che l'autorizzazione che è stata data per le intercettazioni che hanno portato il giudizio fino a quel punto non sia fondata su indizi che lui reputa evidenti. In questo caso verrebbe annullata tutta l'attività di indagine e quindi processuale svolta fino a quel punto, tutto come se nulla fosse accaduto.Non credo che questa norma risponda alle esigenze di verità del paese, viene dunque da chiedersi a che altre richieste obbedisca.


Tratto dal blog di Susanna Ambivero

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