mercoledì 14 ottobre 2009

Se Atene piange, Sparta non ride.




Tratto dal sito www.casertace.it


Caro direttore,

se “Parlare è da stupidi, tacere è da codardi, ascoltare è da saggi”, spero che la tua saggezza sia tale da concedere un po’ di spazio alla mia stupidità.
Ho pensato molto prima di scriverti, ma poi, come vedi, non sono riuscito a farne a meno.
Negli ultimi tempi, si parla molto di libertà di stampa, troppo poco dell’utilizzo della stampa da parte di editori e giornalisti compiacenti e senza scrupoli.
Lo dico con l’amarezza di chi nutre un profondo rispetto per l’ordine professionale al quale appartiene.
Nessuno di noi è un santo, tutti abbiamo amici, un orientamento politico, idee più o meno giuste, comunque opinabili, ma quello che sta succedendo su alcuni giornalacci, soprattutto casertani, a proposito del dibattito apertosi all’interno del PdL sulla candidatura alla presidenza della Regione, ha dell’incredibile.
Ogni giorno, leggo articoli (che definisco tali solo perché sono un signore) in cui si continua a sostenere (in maniera ormai plateale) la candidatura di Nicola Cosentino. Continuare ad affermare che la base sta con Cosentino, che il ceto politico sta con Cosentino, che lui è l’uomo dei successi elettorali in Campania equivale a dire “Candidate Nicola perché lui è bello e buono”.
Ti premetto che sono un elettore del centrodestra, ma questo non mi fa dimenticare la realtà nella quale vivo.
Non so tu, ma io non ho mai, e dico mai, incontrato qualcuno che si dicesse entusiasta dell’opzione Cosentino. Per carità, devo essere onesto, io lo voterei, turandomi il naso e a anche chiudendo gli occhi, per una serie di circostanze fortuite e più o meno fortunate che mi vincolano al PdL. Ma chi non ha i miei stessi vincoli, chi è indeciso, chi vuole esprimere un voto di opinione, potrà mai votare Nicola Cosentino? Un personaggio, la cui impresa elettorale più significativa, perché di impresa si tratta, visto che nessun altro ci sarebbe riuscito, è stato quella di perdere la provincia di Caserta, dopo Ventre?
Inoltre, mi vorrei soffermare sul cosiddetto ceto politico che sostiene Cosentino: ricordo male o si tratta di deputati nominati, arrivati a Roma senza passare per il voto popolare, che molto spesso non hanno nessun legame con il territorio o che addirittura non l’hanno mai avuto?.
Certo, tutta questa agitazione attorno al coordinatore regionale mi fa sospettare due cose: la prima, è che questa candidatura è diventata, perdonami la forzatura, una questione di vita o di morte; la seconda, è che non è affatto scontata, visto il suo evidente nervosismo.
E se potrebbe anche aver ragione chi sostiene che, in Campania, il PdL vincerebbe candidando chiunque, io spero (e sono in buona e folta compagnia) che questo chiunque non si chiami Nicola Cosentino.

Con la stima di sempre
Lettera firmata





Tratto dal sito www.casertace.it

Caro direttore,

se “Parlare è da stupidi, tacere è da codardi, ascoltare è da saggi”, spero che la tua saggezza sia tale da concedere un po’ di spazio alla mia stupidità.
Ho pensato molto prima di scriverti, ma poi, come vedi, non sono riuscito a farne a meno.
Negli ultimi tempi, si parla molto di libertà di stampa, troppo poco dell’utilizzo della stampa da parte di editori e giornalisti compiacenti e senza scrupoli.
Lo dico con l’amarezza di chi nutre un profondo rispetto per l’ordine professionale al quale appartiene.
Nessuno di noi è un santo, tutti abbiamo amici, un orientamento politico, idee più o meno giuste, comunque opinabili, ma quello che sta succedendo su alcuni giornalacci, soprattutto casertani, a proposito del dibattito apertosi all’interno del PdL sulla candidatura alla presidenza della Regione, ha dell’incredibile.
Ogni giorno, leggo articoli (che definisco tali solo perché sono un signore) in cui si continua a sostenere (in maniera ormai plateale) la candidatura di Nicola Cosentino. Continuare ad affermare che la base sta con Cosentino, che il ceto politico sta con Cosentino, che lui è l’uomo dei successi elettorali in Campania equivale a dire “Candidate Nicola perché lui è bello e buono”.
Ti premetto che sono un elettore del centrodestra, ma questo non mi fa dimenticare la realtà nella quale vivo.
Non so tu, ma io non ho mai, e dico mai, incontrato qualcuno che si dicesse entusiasta dell’opzione Cosentino. Per carità, devo essere onesto, io lo voterei, turandomi il naso e a anche chiudendo gli occhi, per una serie di circostanze fortuite e più o meno fortunate che mi vincolano al PdL. Ma chi non ha i miei stessi vincoli, chi è indeciso, chi vuole esprimere un voto di opinione, potrà mai votare Nicola Cosentino? Un personaggio, la cui impresa elettorale più significativa, perché di impresa si tratta, visto che nessun altro ci sarebbe riuscito, è stato quella di perdere la provincia di Caserta, dopo Ventre?
Inoltre, mi vorrei soffermare sul cosiddetto ceto politico che sostiene Cosentino: ricordo male o si tratta di deputati nominati, arrivati a Roma senza passare per il voto popolare, che molto spesso non hanno nessun legame con il territorio o che addirittura non l’hanno mai avuto?.
Certo, tutta questa agitazione attorno al coordinatore regionale mi fa sospettare due cose: la prima, è che questa candidatura è diventata, perdonami la forzatura, una questione di vita o di morte; la seconda, è che non è affatto scontata, visto il suo evidente nervosismo.
E se potrebbe anche aver ragione chi sostiene che, in Campania, il PdL vincerebbe candidando chiunque, io spero (e sono in buona e folta compagnia) che questo chiunque non si chiami Nicola Cosentino.

Con la stima di sempre
Lettera firmata



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8 Comments:

Anonimo dice...

Da quello che si dice,con i soldi che c'ha, si puo' comprare metà regione con Ischia e Capri inclusa.
Ma a che serve accumulare tanta richezza.
E' un tema per íl quale ha fallito lo stesso Gesù e figuratevi la difficoltà per chi si azzarda a trattarlo oggi in un momento in cui l'ideologia imperante è tutta tesa al guadagno.
Dicevo che anche Gesù ha fallito su questo tema. Quando sta andando verso Gerusalemme è seguito da una gran massa di persone in vista di Gerusalemme, Gesù dichiara: chi non lascia tutto quello che ha non mi può seguire! E tutti: ciao messia, va' da solo a Gerusalemme, poi ci mandi una cartolina! Erano pronti a soffrire con Gesù, erano pronti a morire con Gesù, ma quando si è trattato di toccare il portafoglio.... E' la prova che c'è qualcosa che non va'.
Dissentite dal mio pensiero?
Plinio Il Giovane

mascia dice...

Ah!Plinio,Plinio!!
Ti reputo una xsona molto intelligente ma in questo commento lasci un po' a desiderare!
Hai analizzato forse il tutto da una prospettiva errata,e ti spiego il xche'!
L'episodio a cui fai riferimento e' quello dell'uomo che chiese a Gesu'cosa doveva fare x entrare nel regno di Dio e a cui Egli rispose di vendere e donare tutti i suoi beni ai poveri e poi di seguirlo.Il giovane appena udite queste parole si spavento' e se ne ando'.
Accusi Gesu' di avere fallito ma il vero fallimento e' "dell'uomo stesso", che dimostra ancora una volta, di quanto x lui sia importante ed impossibile staccarsi dalla ricchezza e dall'accumulare beni sulla terra.
Gesu' mostra la Via a tutti,
agli uomini e' data la facolta' di scegliere se seguirla o meno.
In questo passo del Vangelo il distacco materiale dei beni terreni e' metaforico in quanto Gesu' nn e' interessato al valore effettivo dei beni posseduti ma a Lui preme ed interessa conoscere la volonta' umana di liberarsi "interiormente" da tale ricchezza.
L'uomo andandose dimostra di nn essere pronto,i suoi pensieri sn rivolti tutti ai suoi beni.
A Gesu' interessa che noi crediamo,
e, la ns fede nn e' e nn puo' rimanere legata certamente ad essere poveri o ricchi ma alla ns interiorita'.
(Allora tutti i poveri andrebbero in Paradiso!).
Nn e' importante essere privi di beni,ma lo e' il fatto di essere liberi interiormente, di custodire e conservare un cuore puro, nn di avere al suo posto uno scrigno pieno di oro.
Nn e'necessario liberarsi dei beni esteriormente ma di vivere cm se nn li avessimo,senza legare ad essi la ns esistenza e farne L'UNICA RAGIONE DI VITA.
Quando Gesu' ci dice:Nn affannatevi......
Nn significa che nn dobbiamo lavorare x noi stessi o x i ns cari,sarebbe da irresponsabili,ma di nn affannarci in modo tale da xdere la liberta' del ns intimo.
Ecco xche' dissento dal tuo pensiero,sn motivata da altre spiegazioni, valutate dopo approfondimenti ed interpretazioni diverse.

Anonimo dice...

Cara Mascia,
io non accuso nessuno.Io ho riportato con altre parole l'episodio a cui fai riferimento.
La sostanza non cambia.
Infatti,il ricco appena sentì di donare i suoi beni ai bisognosi si allontanò dal Signore.
Come vedi quanto si tocca il partafoglio....
P.S. "Accusare e Giudicare" sono due termini che non mi appartengono.
Le mie sono solo riflessioni e/o punti di vista.
Cordialmente
Plinio Il Giovane.

mascia dice...

Nn ho mai pensato di attribuirti termini che nn ti appartengono,ho solamente cercato di farti leggere ed interpretare quel passo del Vangelo cn un'altra chiave di lettura,se mi permetti piu' esatta.
Facendo leva sulla tua intelligenza sapevo che avresti cercato di analizzare il mio commento e speravo di mostrartelo da una angolatura diversa.
La parola che ti contestavo era "fallito",xhe' Gesu' nn puo' fallire in quanto rappresenta la Perfezione.
E' l'uomo che cn le sue certezze terrene crede di essere unico ed infallibile,ed e' proprio questo attaccamento sempre piu' radicato e profondo che alla fine ci sta portando all'autodistruzione in tutti i sensi possibili ed immaginabili.
Pensa a quei tempi, nn esisteva lo splendore e il consumismo di oggi eppure si era in difficolta' ad abbandonare quello che si aveva,oggi chiedere all'uomo, che possiede dei mezzi economici tali da riuscire ad ottenere materialmente tutto quello che desidera,di rinunciarvi e' una vera utopia.
La ricchezza equivale a potere,grandezza,predominio,
autorita',prestigio.........
L'uomo pur essendone soggiogato,schiavo del dio denaro,nn riesce a farne a meno,piu' ha e piu' ha voglia di possedere,fino all'inverosimile.
E su questo sn daccordo cn te!

mario dice...

saluti a tutti
dai giornali di oggi leggo che il sig Cosentino Nicola e' candidato ufficialmente alla presidenza della Regione Campania.
ora mi domando ma da " quelle parti " che stanno a ffa'.
stanno ancora a guardare?
cari signori, che mi accusate di essere uno che parteggia per il berlusca, e dite di mangiare pane e idee di sinistra, che dite di essere nel giusto, che gli altri
" non sono e basta ", mi dite per favore cosa pensate di fare.
io una idea la tengo e la tengo per me.
cari signori se non ci si muove il cosentino, con amicizie e soldi che dite che la fa' una bella campagna elettorale e un bel governo regionale di centro destra?
che facciamo, aspettiamo?
saluti
mario

Il Talebano dice...

Se tu, come dici, hai l'idea e non rendi noi partecipi della stessa, a cosa mai ti potrà servire?
Esponila, e, chissà, ci dichiareremo pronti a seguirla.
Nessuno ha la ricetta per risolvere tutti i guai della nostra terra, ma ognuno, come fai tu a differenza di qualche amministatore di questo blog, deve sforzarsi per migliorare il livello di qualità della società civile.
Aspetto tue nuove e, se del caso, cambio pure il mio nick.

mascia dice...

Caro Talebano,per cercare di migliorare il livello della qualita' della vita sociale,si deve innanzitutto iniziare a migliorare se' stessi,facendo un lavoro di introspezione,cercando di scindere il bene dal male,il giusto dall'ingiusto.......
Spesso siamo portati a pensare e a ritenere che sono gli altri a sbagliare e a dover cambiare,ma,se ci fermassimo un attimo a riflettere,ci accorgeremmo che anche noi stessi rientriamo e facciamo parte del gruppo "degli altri".
Tutti sembrano ben predisposti a lottare ma alla prima difficolta',se non al primo sentore di pericolo,si mettono in difensiva e .......
"Armiamoci e..partite!".
A te,le conclusioni!

Anonimo dice...

Brava,si pensa degli altri ma mai di noi.

Per non dimenticarli!

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Santa Maria Capua Vetere ( Caserta)