venerdì 2 ottobre 2009

Approfondimenti: lo scudo fiscale.


COSA È LO SCUDO FISCALE
Lo “scudo fiscale” consente il rimpatrio o la regolarizzazione delle attività finanziarie e patrimoniali detenute all’estero, al 31 dicembre 2008, illegalmente, e cioè senza avere rispettato gli obblighi di comunicazione dei capitali trasferiti o comunque detenuti all’estero (monitoraggio) e di dichiarazione dei relativi redditi. Chi ne usufruisce può legalizzare questi capitali, pagando su di essi un'imposta una tantum pari al 5 per cento del loro ammontare. Cosa ha guadagnato rispetto a un cittadino onesto? Non ha pagato l’imposta sui redditi di capitale per tutto il tempo in cui il capitale ha fruttato redditi all’estero e paga di fatto solo il minimo della sanzione che avrebbe dovuto pagare nel caso in cui la violazione delle norme sul monitoraggio fosse stata scoperta, sanzione fino ad ora compresa fra il 5 e il 25 per cento del capitale. Certo un bel premio, ma questa è solo una parte della storia. Per capire davvero i vantaggi dello scudo occorre anche domandarsi da dove viene quel capitale.
DA DOVE VIENE IL CAPITALE “SCUDATO”?
Generalmente, il capitale portato all’estero illegalmente non proviene da redditi su cui il cittadino ha pagato le imposte, ma è esso stesso frutto di evasione.
Un contribuente che ha nascosto al fisco, ad esempio, 100 milioni di euro, non teme tanto l’imposta straordinaria del 5 per ento, quanto che il fisco si insospettisca e vada a cercare di capire come aveva ottenuto tutti quei soldi; gli chieda cioè conto delle impose evase: Irpef, Irap, Iva, a cui andrebbero aggiunti gli interessi e le sanzioni, per importi che facilmente potrebbero superare il 50 per cento della somma evasa. Questo pericolo viene però escluso e proprio in ciò sta la peculiarità del rimpatrio made in Italy, che lo rende diverso da quello di paesi come il Regno Unito e gli Stati Uniti in cui si richiede a chi vuole legalizzare i capitali esportati di pagare tutte le imposte evase negli anni precedenti, e il significato stesso del termine “scudo”. In primo luogo, nel nostro paese le dichiarazioni di emersione avvengono in forma anonima, sono “coperte per legge da un elevato grado di segretezza” (bozza di circolare dell’Agenzia delle Entrate) e non possono essere utilizzate a sfavore del contribuente, né in sede amministrativa, né in sede giudiziaria per i profili civili, amministrativi e tributari. Inoltre, se l’amministrazione, seguendo la sua ordinaria attività di accertamento, si trova comunque a scoprire l’evasore, questi può evitare gli effetti dell’accertamento fino ai 100 milioni sottratti al fisco, dimostrando, solo in quel momento, di averli rimpatriati o regolarizzati . In sostanza, lo scudo è un potente condono fiscale. Ma c’è di più, e di peggio.
L’evasione è un atto che ha anche possibili risvolti penali. E allora per mettere ancora più al sicuro l’evasore, si è provveduto dapprima a prevedere che lo scudo estinguesse i reati relativi all’omessa e infedele dichiarazione dei redditi. Poi, con l’emendamento approvato al Senato, la copertura è stata estesa ad altri gravi reati, fra cui, ad esempio, la dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di fatture per operazioni inesistenti o la falsa rappresentazione di scritture contabili obbligatorie, l’occultamento o distruzione di documenti, false comunicazioni sociali (falso in bilancio). Poiché tali reati vengono spesso compiuti coinvolgendo controllate estere, semmai situate in paradisi fiscali, verso cui il soggetto fa confluire i capitali, l’emendamento allarga anche a questi casi la possibilità di partecipare allo scudo fiscale. Il condono diventa quindi anche una sorta di amnistia, per reati che per la loro gravità potrebbero essere puniti con pene fino a sei anni di reclusione. E’ per questo che nel dibattito parlamentare si è chiesto di valutare se per la sua approvazione non fosse necessaria la maggioranza qualificata dei due terzi dei componenti di ciascuna Camera, richiesta appunto dalla nostra Costituzione per le amnistie.
E SE IL CAPITALE “SCUDATO” VENISSE DA ALTRE OPERAZIONI ILLEGALI…
Anche il capitale frutto delle attività della criminalità organizzata (per esempio spaccio di droga, sfruttamento di prostituzione, traffico d’armi, finanziamento del terrorismo) è di frequente detenuto all’estero illegalmente. E se le organizzazioni criminali volessero approfittare dello scudo per riciclare questo denaro? Il rischio, già fortissimo, grazie alla segretezza garantita, è ora gravemente ampliato dall’emendamento approvato in Senato. Non solo perché estende lo scudo anche alle controllate e collegate estere, società di comodo molto spesso utilizzate per le operazioni di riciclaggio, ma anche perché dispone che le operazioni di regolarizzazione e di rimpatrio non comportino l’obbligo di segnalazione di operazioni sospette in materia di antiriciclaggio da parte degli intermediari e professionisti che ricevono la dichiarazione anonima.
A COSA SERVE LO “SCUDO”?
Non necessariamente lo scudo servirà a fare tornare i capitali in Italia, perché il rimpatrio è obbligatorio solo se le somme sono presso paradisi fiscali, ossia paesi che non permettono un adeguato scambio di informazioni fra amministrazioni. In tutti gli altri casi è sufficiente regolarizzare e i capitali possono rimanere dove sono.
Il gettito raccolto con lo scudo (si parla di 3-5 miliardi di euro) è una tantum e non potrà dunque andare a finanziare interventi permanenti, come ad esempio riduzioni strutturali di imposta o maggiori spese connesse ai rinnovi dei contratti dei dipendenti pubblici.
Bisogna invece temere che i capitali che rientrano grazie allo scudo non servano tanto ai piccoli evasori intenzionati a rifinanziare la propria impresa in difficoltà, ma servano piuttosto alle grandi organizzazioni mafiose, nazionali e internazionali, a costituirsi denaro pulito per le proprie attività economiche, tra cui potrebbe rientrare l’acquisizione di quelle stesse imprese in difficoltà.


COSA È LO SCUDO FISCALE
Lo “scudo fiscale” consente il rimpatrio o la regolarizzazione delle attività finanziarie e patrimoniali detenute all’estero, al 31 dicembre 2008, illegalmente, e cioè senza avere rispettato gli obblighi di comunicazione dei capitali trasferiti o comunque detenuti all’estero (monitoraggio) e di dichiarazione dei relativi redditi. Chi ne usufruisce può legalizzare questi capitali, pagando su di essi un'imposta una tantum pari al 5 per cento del loro ammontare. Cosa ha guadagnato rispetto a un cittadino onesto? Non ha pagato l’imposta sui redditi di capitale per tutto il tempo in cui il capitale ha fruttato redditi all’estero e paga di fatto solo il minimo della sanzione che avrebbe dovuto pagare nel caso in cui la violazione delle norme sul monitoraggio fosse stata scoperta, sanzione fino ad ora compresa fra il 5 e il 25 per cento del capitale. Certo un bel premio, ma questa è solo una parte della storia. Per capire davvero i vantaggi dello scudo occorre anche domandarsi da dove viene quel capitale.
DA DOVE VIENE IL CAPITALE “SCUDATO”?
Generalmente, il capitale portato all’estero illegalmente non proviene da redditi su cui il cittadino ha pagato le imposte, ma è esso stesso frutto di evasione.
Un contribuente che ha nascosto al fisco, ad esempio, 100 milioni di euro, non teme tanto l’imposta straordinaria del 5 per ento, quanto che il fisco si insospettisca e vada a cercare di capire come aveva ottenuto tutti quei soldi; gli chieda cioè conto delle impose evase: Irpef, Irap, Iva, a cui andrebbero aggiunti gli interessi e le sanzioni, per importi che facilmente potrebbero superare il 50 per cento della somma evasa. Questo pericolo viene però escluso e proprio in ciò sta la peculiarità del rimpatrio made in Italy, che lo rende diverso da quello di paesi come il Regno Unito e gli Stati Uniti in cui si richiede a chi vuole legalizzare i capitali esportati di pagare tutte le imposte evase negli anni precedenti, e il significato stesso del termine “scudo”. In primo luogo, nel nostro paese le dichiarazioni di emersione avvengono in forma anonima, sono “coperte per legge da un elevato grado di segretezza” (bozza di circolare dell’Agenzia delle Entrate) e non possono essere utilizzate a sfavore del contribuente, né in sede amministrativa, né in sede giudiziaria per i profili civili, amministrativi e tributari. Inoltre, se l’amministrazione, seguendo la sua ordinaria attività di accertamento, si trova comunque a scoprire l’evasore, questi può evitare gli effetti dell’accertamento fino ai 100 milioni sottratti al fisco, dimostrando, solo in quel momento, di averli rimpatriati o regolarizzati . In sostanza, lo scudo è un potente condono fiscale. Ma c’è di più, e di peggio.
L’evasione è un atto che ha anche possibili risvolti penali. E allora per mettere ancora più al sicuro l’evasore, si è provveduto dapprima a prevedere che lo scudo estinguesse i reati relativi all’omessa e infedele dichiarazione dei redditi. Poi, con l’emendamento approvato al Senato, la copertura è stata estesa ad altri gravi reati, fra cui, ad esempio, la dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di fatture per operazioni inesistenti o la falsa rappresentazione di scritture contabili obbligatorie, l’occultamento o distruzione di documenti, false comunicazioni sociali (falso in bilancio). Poiché tali reati vengono spesso compiuti coinvolgendo controllate estere, semmai situate in paradisi fiscali, verso cui il soggetto fa confluire i capitali, l’emendamento allarga anche a questi casi la possibilità di partecipare allo scudo fiscale. Il condono diventa quindi anche una sorta di amnistia, per reati che per la loro gravità potrebbero essere puniti con pene fino a sei anni di reclusione. E’ per questo che nel dibattito parlamentare si è chiesto di valutare se per la sua approvazione non fosse necessaria la maggioranza qualificata dei due terzi dei componenti di ciascuna Camera, richiesta appunto dalla nostra Costituzione per le amnistie.
E SE IL CAPITALE “SCUDATO” VENISSE DA ALTRE OPERAZIONI ILLEGALI…
Anche il capitale frutto delle attività della criminalità organizzata (per esempio spaccio di droga, sfruttamento di prostituzione, traffico d’armi, finanziamento del terrorismo) è di frequente detenuto all’estero illegalmente. E se le organizzazioni criminali volessero approfittare dello scudo per riciclare questo denaro? Il rischio, già fortissimo, grazie alla segretezza garantita, è ora gravemente ampliato dall’emendamento approvato in Senato. Non solo perché estende lo scudo anche alle controllate e collegate estere, società di comodo molto spesso utilizzate per le operazioni di riciclaggio, ma anche perché dispone che le operazioni di regolarizzazione e di rimpatrio non comportino l’obbligo di segnalazione di operazioni sospette in materia di antiriciclaggio da parte degli intermediari e professionisti che ricevono la dichiarazione anonima.
A COSA SERVE LO “SCUDO”?
Non necessariamente lo scudo servirà a fare tornare i capitali in Italia, perché il rimpatrio è obbligatorio solo se le somme sono presso paradisi fiscali, ossia paesi che non permettono un adeguato scambio di informazioni fra amministrazioni. In tutti gli altri casi è sufficiente regolarizzare e i capitali possono rimanere dove sono.
Il gettito raccolto con lo scudo (si parla di 3-5 miliardi di euro) è una tantum e non potrà dunque andare a finanziare interventi permanenti, come ad esempio riduzioni strutturali di imposta o maggiori spese connesse ai rinnovi dei contratti dei dipendenti pubblici.
Bisogna invece temere che i capitali che rientrano grazie allo scudo non servano tanto ai piccoli evasori intenzionati a rifinanziare la propria impresa in difficoltà, ma servano piuttosto alle grandi organizzazioni mafiose, nazionali e internazionali, a costituirsi denaro pulito per le proprie attività economiche, tra cui potrebbe rientrare l’acquisizione di quelle stesse imprese in difficoltà.

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7 Comments:

mario dice...

caro pungiglione, come sempre argomenti trattati con dovizia di particolari.
io pero' ti debbo sparare una critica bella e buona.
premettendo che non ho capitali all'estero, non ne ricavo niente da questo " pseudo condono"; insomma non ci guadagno niente dallo scudo fiscale se non una solenne arrabbiatura, ti faccio una domanda che puoi girare con tanta calma al sig Di pietro.
perche' il sig Di pietro non mi spiega come si evoluta la lotta alla evasione fiscale e all'uso di societa' estere dove nascondere profitti in nero?
e si perche nel processo Enimont, che io ho seguito in Tv, Di Pietro, interrogando il presidente di Enimont Rossi, gli chiese: se fosse o no a conoscenza di societa' cosiddette offshore, legate ad enimont. e questi rispose, candidamente, che non glie era dato sapere.
queste parole mi rimbombano ancora in testa.
Caro di Pietro, mi verrebbe da dire, ma tu cosa stai facendo e cose pensavi di fare quando sei andato al governo, per la lotta alla evasione?
lo scudo fiscale e' quanto di piu' vergognoso possa esistere oggi che molti italiani non sanno come portare avanti una famiglia, ma io mi rifiuti di mettermi le papate sugli occhi.
e ripeto Di Pietro e' capace solo di mettersi la coppola e fare l'attore.
i fatti caro di pietro, i fatti.
caro pungilione, stasera stavo cercando di parlare con alcuni amici di questi argomenti e sai come si comportavo questi?
eravamo in quattro, tutti dicevamo la stessa cosa con la sola differenza e che ognuno era convinto di essere nel giusto e gli altri nel torto.
una assurdita bella e buona dicevamo la stessa cosa e non riusciavmo ad andare d'accordo.
e ci credo che che i notri politici ci prendonon anche in giro.
saluti
mario

Anonimo dice...

Di Pietro ormai da i numeri!!!!
Non per il contenuto delle argomentazioni trattate, ma per gli show che fa in parlamento!!!!!

il pungiglione dice...

Se il dito indica la luna, lo sciocco guarda il dito!
Chi vuol e può capire, capisca; gli altri si arrangino!

mario dice...

caro pungiglione
" un aiuto da casa" grazie.
mica ho capito?
ti ringrazio
saluti
mario

mario dice...

ricordando al caro pungiglione la mia richiesta di un aiuto da casa.
vorrei ricordare la figura di m....... che ha fatto il sig Di Pietro tra l'altro ieri ed oggi.
un parlamentare italiano, presidente o segretario, questo non lo so, di un partito, ex magistrato che non conosce la costituzione italiana.
ovveero " sparla" cercando di fare proseliti sparando a dritta e manca, ingiurie sul nostro presidente della repubblica, tra l'altro voluto e votato dalla sua colazione, qualche annetto fa.
cercando di far credere agli italiani che le leggi ingiuste il presidente della repubblica non le deve pubblicare perche' e' un suo potere.
caro di pietro ritorna a scuola, ma dall'asilo.
perche' se e' la sua la opposione politica di questo pase " stamm' frisc'"
p.s. caro pungiglione
forse ho capito chi sono gli sciocchi, non me ne vogliono gli altri, essi sono gli italiani che stanno a guardare un governo che fa le leggi, anche sbagliate, con una forza politica da circo equestre che fa' il tutto per farci guardare dall'altra parte
saluti
mario

il pungiglione dice...

Credo, caro Mario, che offenderei la tua intelligenza se osassi spiegarti quello che tu hai compreso benissimo.
Se pubblico un post che tratta dello scudo fiscale e ne fa ampia critica, pubblicando una foto dell'on. Di Pietro che, solo, sta combattendo una battaglia contro un provvedimento, secondo me vergognoso, " che c'azzecca", direbbe lui, parlare delle azioni di Tonino nazionale?
Possibile che ogni volta che si parla "CONCRETAMENTE" e non ideologicamente di un'azione della maggioranza di questo governo, qualcuno trovi sempre argomenti per svicolare?
Mario, a te sta bene che lo Stato "perdoni" i "poveri" ricconi che si sono dimenticati di pagare le tasse, trasferendo, anzi, i capitali all'estero? Ti sta bene che le ricchezze accumulate da malavitosi sulla pelle e sul samgue della poverea gente, tornino legalmente in Italia, permettendo a costoro di fare una bella vita ed impedendo, di fatto, l'azione di eroici magistrati che, da domani, potranno mettersi anche in aspettativa?
A me, no! Consentimi, infine, di farti una domanda: posto che il nostro premier ed il Ministro 3monti hanno dichiarato che questi capitali aiuteranno la ripresa dell'economia, tu, ti sei fatto un'idea di come ciò avverrà?
Distribuiranno i loro capitali come una volta si distribuivano volantini?
Questi sono i temi del post e non altri.
P.S. Mai e poi mai avrei pensato che in questa repubblica delle banane, così corta di memoria, i tangentisti ed i corruttori un giorno avrebbero osato mettere il loro implacabile accusatore sul banco loro risaervato.

mascia dice...

Pienamente in accordo cn il Pungiglione.
Chi desiderava far rientrare i soldi in Italia senza problematiche di nessun genere si e' studiato una legge a tavolino che gli garantisse nn solo la possibilita' di farlo ma addirittura di avere il consenso dello stesso Stato dietro la parvenza di riportare velocemente a casa i capitali e risollevarlo dal deficit e dalla crisi economica.
Lo scudo fiscale e' un condono a tutti gli effetti,a coloro che x anni hanno evaso le tasse italiane depositandoli all'estero.
E' un agevolazione x tutti quelli che hanno truffato il mercato cn falsi in bilancio e fatturazioni false.
E' un incentivo x le xsone oneste che hanno sempre pagato, a nn farlo piu'.
Xtanto riporto quello dichiarato dalla Cgil:
"Quella dello scudo fiscale è «una scelta vergognosa, a maggior ragione con l’impunità per falso in bilancio e per reati penalmente perseguibili come la falsa fatturazione» sostiene la Cgil nel documento conclusivo del direttivo del sindacato, sottolineando che l’operazione «ripercorre la strada dei condoni». «A differenza degli altri paesi - attacca la Cgil - lo scudo fiscale in Italia prevede l’anonimato per gli evasori e prospetta una via lecita al riciclaggio, stabilendo un’aliquota irrisoria che varia dall’1 al 5%. Lo scudo rappresenta un intervento che ripercorre la strada dei condoni e che apre la via ad ulteriori condoni a scapito dei milioni di contribuenti onesti, a partire dai lavoratori dipendenti e dai pensionati, che continuano a pagare le tasse anche più del dovuto e vedono ridursi i loro redditi». Al contrario, secondo la Cgil, «andrebbe rilanciata la lotta all’evasione e all’elusione fiscale e al lavoro nero, ripristinando le norme antievasione quali la tracciabilità cancellate dall’attuale governo, a partire dal limite per l’emissione di assegni trasferibili e l’obbligo dell’elenco clienti/fornitori, anche con un decreto d’urgenza»."

Per non dimenticarli!

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Scorri sotto ( senza cliccare qui!) le valutazioni del sito sammaritano a cura della Presidenza del Consiglio.

Santa Maria Capua Vetere ( Caserta)