lunedì 5 ottobre 2009

Alluvione Messina: fatalità o colpe umane?


Un antico proverbio indiano ci ricorda che la terra non l'abbiamo ereditata dai genitori ma l'abbiamo in affitto dai nostri figli. Ecco, se ognuno di noi ricordasse che è ai nostri figli che lasceremo tutti i problemi derivanti dalle scelleratezze che stiamo combinando all'ambiente nel quale viviamo, forse ci sarebbe ancora il tempo di non ripetere gli stessi errori.
Ora, more solito, si assisterà al pietoso e vergognoso balletto delle responsabilità che si stanno già rimpallando da un ente all'altro, fino a che , come ha detto qualcuno, non saranno definitivamente attribuite agli sventurati che hanno perso la vita, perché i morti, si sa, sono come gli assenti: hanno sempre torto. Già, perché quelli che nascono in terre come queste, molto simili alle nostre, hanno sempre torto anche se hanno ragione;hanno torto perché hanno sudato per costruirsi una casa, hanno torto perché hanno costruito dove le istituzioni hanno deciso fosse consentito, hanno torto perché ha piovuto tanto ed in così poco tempo, hanno torto perché altri hanno cementificato ed ostruito le fiumare ed altri ancora hanno consentito che si facesse.
Ora, a me non interessa particolarmente l'accertamento delle colpe e delle responsabilità, di ciò se ne occuperà la magistratura; quel che mi preme sottolineare è che bisogna sempre aspettare che accada la tragedia perché si ponga rimedio ad una situazione di pericolo.
Apprendo dalla stampa che la Regione Sicilia sta stanziando 30 milioni di euro per l'alluvione,BENE, e che il governo abbia deciso di metterne a disposizione 1 miliardo,BENISSIMO; ma, mi chiedo, quanti se ne sarebbero spesi in meno se si fossero fatti gli interventi necessari di cui tutti sapevano, salvando oltretutto una trentina di vite umane?
Si sa che prevenire è meglio che curare, ma questo detto, per i politici corrotti ed i palazzinari senza scrupoli, vale solo se la prevenzione è un buon business, come ad esempio l'influenza suina o la sars ( ve la ricordate?), altrimenti, per loro, è molto meglio curare: ci guadagnano prima ed anche dopo!


Un antico proverbio indiano ci ricorda che la terra non l'abbiamo ereditata dai genitori ma l'abbiamo in affitto dai nostri figli. Ecco, se ognuno di noi ricordasse che è ai nostri figli che lasceremo tutti i problemi derivanti dalle scelleratezze che stiamo combinando all'ambiente nel quale viviamo, forse ci sarebbe ancora il tempo di non ripetere gli stessi errori.
Ora, more solito, si assisterà al pietoso e vergognoso balletto delle responsabilità che si stanno già rimpallando da un ente all'altro, fino a che , come ha detto qualcuno, non saranno definitivamente attribuite agli sventurati che hanno perso la vita, perché i morti, si sa, sono come gli assenti: hanno sempre torto. Già, perché quelli che nascono in terre come queste, molto simili alle nostre, hanno sempre torto anche se hanno ragione;hanno torto perché hanno sudato per costruirsi una casa, hanno torto perché hanno costruito dove le istituzioni hanno deciso fosse consentito, hanno torto perché ha piovuto tanto ed in così poco tempo, hanno torto perché altri hanno cementificato ed ostruito le fiumare ed altri ancora hanno consentito che si facesse.
Ora, a me non interessa particolarmente l'accertamento delle colpe e delle responsabilità, di ciò se ne occuperà la magistratura; quel che mi preme sottolineare è che bisogna sempre aspettare che accada la tragedia perché si ponga rimedio ad una situazione di pericolo.
Apprendo dalla stampa che la Regione Sicilia sta stanziando 30 milioni di euro per l'alluvione,BENE, e che il governo abbia deciso di metterne a disposizione 1 miliardo,BENISSIMO; ma, mi chiedo, quanti se ne sarebbero spesi in meno se si fossero fatti gli interventi necessari di cui tutti sapevano, salvando oltretutto una trentina di vite umane?
Si sa che prevenire è meglio che curare, ma questo detto, per i politici corrotti ed i palazzinari senza scrupoli, vale solo se la prevenzione è un buon business, come ad esempio l'influenza suina o la sars ( ve la ricordate?), altrimenti, per loro, è molto meglio curare: ci guadagnano prima ed anche dopo!

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6 Comments:

mascia dice...

"Prevenire e' meglio che curare",(come hai ragione)intanto prevenzione se ne fa sempre piu' poca e alla fine la possibilita' di curare e' inesistente in quanto la gente perde la vita ancor prima di iniziare la cura!
Si parla di soldi,di aiuti,di ricostruzione ma chi potra' ridare la vita a quelle persone?
Chi potra' cancellare quei terribili momenti dalla mente dei superstiti?
Ho sentito la storia di quell'uomo che rimasto sotto i detriti e il fango aveva trovato una via di scampo ma nn era uscito x nn abbandonare la moglie.
Parole da far "accapponare" la pelle!!

mario dice...

caro michele buon giorno
leggevo su un articolo di un giornale di oggi che in quella zona, erano state ordinate circa 1000 abbattimenti di case.
cosa potrebbe significare questo, prevenzione, repressione, ricerca dei colpevoli.
o forse che nella repubblica delle banane ognuno fa come vuole
TANTO DI RISPETTO PER I MORTI
saluti
mario

mascia dice...

Tratto da "Tempo Stretto" quotidiano on line di Messina e provincia:
" Gli abitanti della zona sud attaccano Vespa: poco spazio per le loro proteste e testimonianze, differenza di trattamento con il terremoto dell’Aquila, continui servizi su eventi calamitosi del passato...
Su due ore di puntata si parla della catastrofe che ha colpito la zona sud della nostra città per circa 25 minuti. Due soli collegamenti da Giampilieri. Poi di volta in volta il “terreno si sposta” sullo scontro politico, sulla “battaglia dei fondi” e soprattutto su altre alluvioni del passato in Italia: Lazio, Valtellina, Biella, etc.; aree a rischio in Calabria....
Il bilancio della serata televisiva sembrerebbe dunque far pensare che i riflettori mediatici nazionali siano destinati a spegnersi presto. E sarà quello il momento, in cui verranno tolti i microfoni di bocca, che bisognerà “gridare” più forte per farsi sentire. Per non dimenticare le nostre vittime.
Da "L'Occidentale":
Ormai il danno è fatto. La decisione della Figc (Federazione Italiana Giuoco Calcio) di far osservare un minuto di silenzio in ricordo delle vittime dell’alluvione che ha colpito Messina solo sui campi che vedevano impegnate squadre siciliane, dalla Serie A fino ai campionati regionali e dilettantistici, ha già suscitato un vespaio di polemiche e qualche interrogativo.

La prassi consolidata, dagli anni e dagli avvenimenti, è quella di concedere il minuto di raccoglimento a livello nazionale per eventi tragici che colpiscano degli Italiani, con la i maiuscola, come in occasione dell’attentato di Kabul del 17 settembre scorso in cui persero la vita 6 militari. Oppure come il terremoto che colpì l'Abruzzo, per cui fu rinviata l'intera giornata di campionato di Serie B. Da ieri, a quanto pare, esiste un nuovo tipo di italiano, con la i minuscola, la cui scomparsa è meno importante di quella di altri e non merita questo privilegio.

I 35mila spettatori che ieri sera allo stadio Barbera di Palermo si sono alzati in piedi ad applaudire prima della gara con la Juventus evidentemente appartengono a questa seconda categoria. Come di questa categoria fa parte l'arbitro designato per Atalanta-Milan, il signor Gianluca Rocchi, che forse in mancanza di istruzioni precise, o forse in maniera volontaria e deliberata, ha permesso lo svolgimento di questi 60 secondi prima del match tra orobici e rossoneri.

Naturalmente, e giustamente, non si sono fatte attendere le reazioni delle istituzioni isolane. Il governatore siciliano Raffaele Lombardo, davanti ai microfoni, si è sfogato urlando il suo dissenso: “Oggi la Lega Calcio fa osservare un minuto di silenzio solo alle squadre siciliane e loro concorrenti come se le vittime di Giampilieri e Scaletta Zanclea non fossero italiani a pieno titolo”. Allo stesso modo il segretario siciliano dell'Udc, Saverio Romano, ha commentato: “I morti sono tutti uguali, le persone hanno tutte la stessa dignità, anche il Sud del Paese è Italia. La Lega Calcio dovrebbe rappresentare tutto il calcio italiano. Oggi così non è stato e il dolore composto dei parenti delle vittime, non sottolineato in modo unanime dai vertici del primo sport nazionale sui campi di calcio, dovrebbe indurre gli stessi a scusarsi”.
Cosa ne pensate?
Siamo e rimarremo sempre sl e semplicemente dei meridionali,la cui sorte nn interessa a nessuno?

Castruccio Castracani dice...

Salve a tutti.
Quanto tempo è passato dalla tragedia del Vajont eppure......
Nel frattempo, per togliersi dagli impicci, anziché :
- pensare ad una seria campagna di messa in sicurezza del ns territorio;
- reprimere l'abusivismo anziché favorirlo con annunci dati con molto anticipo su "leggi casa" che si sgonfiano via via;
- sparare condoni edilizi a raffica;
- evitare il continuo ridisegno delle mappe del rischio frana (quelle identificate dalle autorità di bacino, tanto per intenderci) per scansare questo o quell'edificio o lotto di terreno perché del sindaco di turno o suo collaterale;
si preferisce "condonare", costruire TAV che distruggono il territorio oltre che i ns portafogli, fare "ponti d'oro" (leggi stretto di messina) .
Da tempo ormai mi sono fatto una certa idea su queste catastrofi che, lì per lì, innescano la corsa alla solidarietà, soprattutto per i governanti di turno..... ma poi ........ non tutti i mali vengono per nuocere. Proprio così !
Il nostro è un paese in cui, dal dopo guerra ad oggi, si vive in un costante stato di "emergenza".
Le leggi speciali si fanno in nome dell'emergenza;
Si nominano Commissari di governo e loro staf in nome dell' "emergenza";
Gli orientamenti vengono reindirizzati in nome dell'"emergenza";
Le procedure vengono derogate in nome dell'"emergenza";
La pianificazione del territorio viene reimpostata in nome dell' "emergenza".
Ma soprattutto....... i buoni affari si fanno in stato di "emergenza"........ laddove organi all'uopo preposti (leggi anche l'organismo nazionale della protezione civile) possono affidare appalti miliardari (non milionari) a chi più gli aggrada, soprassedendo ai regolari bandi perchè il tutto è dettato dallo stato di "emergenza", e così via.

Dulcis in fundo, scommetto che il "papi" ed il suo fido "vespa" staranno già allestendo la prossima consegna di casette ( e speriamo che la diretta TV stavolta non faccia flop!).

Salute.
Castruccio Castracani.

gattaccio perfido dice...

Pensi che al sud sara' riservato lo stesso trattamento dell'Aquila?
Ma se gia' si sta parlando di persone di serie A e B!!!!
Che squallore!!!

mario dice...

INCHIESTA
Sarno dieci anni dopo la frana
Un sistema di sicurezza che dà poca fiducia e case costruite nelle zone più pericolose.
questo e' il titolo di una inchiesta fatta da un giornalista sulla frana che colpi' sarno, quindici e zone limitrofe nel 1998.
le cifre spese 450 milioni di euro e circa cinquanta famiglie ancora senza casa.
oggi la storia si ripete.
il papi?
riempiamoci la bocca del papi e siamo tutti contenti.
le case cadone per le frane?, e' colpa del papi,
si costruisce in zone proibite?
e' colpa del papi.
ma a voi non viene a mente che di politici corrotti e palazzanirai senza scrupoli ce ne sono a bizzeffe.
e che nelle regioni dove non governa il papi ci sono delle situazione disastrose, vedi sarno e quindici.
ma che facciamo, diciamo sempre " piove, governo ladro"?
allora secondo qualcuno tutto cio' che' stato costruito, da trent'anni a questa parte, in zone non consentive, con materiali scadenti, in barba a vincoli paesaggistici e via dicendo, e' stato fatto grazie al papi?
caro michele farina, ci vuole poco, credimi per capire la verita'
hai visto quei valloni e quelle case costruite proprio nel canale che sarebbe dovito servire a far defluire acque e frane?
e i mille abbattimenti mai portati a termine?.
caro michele e cari commentatori, lasciamo stare il papi, che di colpe ne ha abbastanza
e facciamo mea culpa mea culpa e vediamo gli scempi fatti in tutta italia e i palazzi costruiti in zone impensabili.
i paesi dell'area vesuviani, che fra poco arriveranno ad espandersi fin dentro la bocca del vesuvio.
lo sapete quante gare per l'appalto dei lavori di abbattimenti delle case a messina e dintorni sono andate deserte?
fatevi qualche domande e poi andiamo a dire in giro che noi meridionali veniamo trattati diversamente dal nord.
sappiamo solo piangere?
saluti
mario

Per non dimenticarli!

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