lunedì 28 febbraio 2011

Autovelox: segnalazione obbligatoria anche su strada che si immette su strada controllata.

La necessità che la presenza della postazione di rilevazione della velocità venga debitamente e preventivamente segnalata, non solo sulla strada ove è collocato l'autovelox, ma anche sulle strade che in essa confluiscono, “quando l’intersezione si trovi a valle del segnale di presenza dell’autovelox, ma a monte di quest’ultimo” è stata stabilita dalla Sesta Sezione Civile della Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 13 gennaio 2011 n. 680.
Secondo gli ermellini, la prova della presenza specifica del cartello di segnalazione, nonché la congrua distanza tra lo stesso e l'intersezione da cui l'automobilista si sarebbe immesso sulla strada controllata, ricade, in mancanza di una specifica attestazione fidefacente al riguardo contenuta nel verbale, sull'amministrazione opposta, trattandosi di una condizione di legittimità della pretesa sanzionatoria.
In altri termini è obbligatoria la segnalazione della presenza di autovelox anche all’automobilista che si immette nella strada soggetta a controllo.
Il caso concreto vedeva un automobilista ricorrere avverso la decisione con cui i giudici di prime cure avevano confermato una contravvenzione per violazione delle norme sulla velocità, rilevata a mezzo di autovelox. Il ricorrente lamentava di essersi immesso sulla strada statale provenendo da una provinciale senza aver incontrato alcun cartello stradale che segnalasse la successiva postazione autovelox.

giovedì 24 febbraio 2011

Quale futuro per S. Maria C. V. ?

Credo che i tempi che viviamo impongano delle scelte che, al di là ed oltre il contingibile, guardino il futuro, almeno quello più prossimo a noi, della nostra città.
E' arrivata l'ora di concorrere in prima persona  a decidere chi amministrerà il nostro territorio per i prossimi 5 anni.
E' arrivata l'ora di decidere se continuare a concedere la nostra fiducia a persone che, a più riprese, si sono dimostrate indegne di essa oppure decidere di riporla in altre che, se pur lontane dalla nostra fede politica, mostrano di avere ben più a cuore le sorti ed il benessere dei Sammaritani rispetto a coloro che li hanno preceduti.
Si tratta, in altre parole, di scegliere se votare una ideologia, nobile fin che si vuole, piuttosto che una persona fisica della quale, magari, si è certi della onestà , non solo intellettuale.
So che questo mio panegirico non interesserà che una sparuta minoranza dell'elettorato, dato che la stragande maggioranza orienta il suo voto e sceglie il suo candidato seguendo percorsi ben diversi e lontani dal mio, ma è mia intenzione rivolgermi proprio a chi, finora, aveva sopportato varie malefatte, a motivo della comune appartenenza politica, proprio quella, cioè, tradita da diversi politicanti nostrani.
Ed allora il mio invito, ancor più valido in occasione di elezioni amministrative, è : valutate le persone, valutate le storie politiche e personali delle stesse, valutate i fatti, recenti e passati.
Qualcuno ha governato recentemente, qualcun altro lo ha fatto in un passato più distante, altri ancora si apprestano a farlo: scegliamo oculatamente il nostro candidato, non offendiamo la nostra dignità concedendo il nostro favore a chi non è degno di riceverlo, non svendiamo il nostro futuro!

mercoledì 16 febbraio 2011

La terra dei fuochi.


Aderiamo tutti!

Non molti sapranno che la terra dei fuochi è quella zona martoriata che comprende la province di Caserta e Napoli oggetto di tanti, troppi, sversamenti illegali, ai quali, non di rado, viene dato fuoco per disperderne le tracce!E' la nostra terra: quell'ager campanus che gli antichi Romani solavano definire " felix" a causa proprio della sua fertilità e fecondità.
Com'è ridotta oggi? Come abbiamo contribuito a ridurla in tal modo con i nostri silenzi e le nostre complicità dettate dalla paura e dal nostro scarso senso civico?E' ora di invertire la tendenza, è ora di riappropriarci della nostra terra, è ora di far sentire la nostra voce, quella voce troppo spesso rimasta in gola, perché abbiamo l'obbligo di vivere in modo dignitoso ed onorevole, perché abbiamo l'obbligo di lasciare ai nostri figli un mondo migliore di quello che abbiamo creato. Ma meglio delle mie dicono le parole del sito terra dei fuochi che vi invito a visitare e seguire."Per la nostra terra attraversata da fiumi avvelenati, scavata per far posto a rifiuti tossici provenienti da chi sa dove e seppelliti ovunque;
per dare voce ad un territorio soffocato dai roghi che bruciano ogni cosa senza controllo;
per chi è rassegnato alla paura, paura di quello che mangia, beve, respira;
per chi, invece, non conosce la parola rassegnazione;
per noi che viviamo in questo posto difficile, ma anche per chi non ci vive;
per raccontare il sentimento di appartenenza a questo sud , non diverso da altri sud del mondo , ma non per questo meno doloroso per noi che lo abitiamo;
per amore della verità vera, che smaschera i traffici e gli stereotipi che ci condannano in questo girone infernale della presunta “emergenza rifiuti”, di cui si nutrono malavita e politica allo stesso modo;
perché restare ad aspettare indifferenti, adesso che sappiamo, non è giusto;
perché non c’è niente da aspettare;
perché è qui, in questa terra, che vogliamo rimanere e resistere, con la nostra musica, la nostra lingua, l’arte, la cultura in cui siamo cresciuti;
perché la Terra, e l’Acqua, e l’Aria sono di tutti quelli che le amano, basta lasciarle in pace, invertire la rotta, fermare lo scempio”.

lunedì 7 febbraio 2011

Piano Nomadi: il fallimento della politica di destra.


La roulotte ridotta in cenere come le vite appena sbocciate di quattro bambini, tre maschi e una femmina. All'indomani del tragico rogo scoppiato in un'insediamento rom sulla via Appia, scoppia la polemica, con le opposizioni che accusano il "Piano Nomadi "della giunta Alemanno e le realta' del terzo settore che chiedono prevenzione e diritti per tutti.
"Siamo al paradosso: il sindaco, che e' il massimo esponente dell'amministrazione cittadina, che se la prende con la burocrazia". Intervistato da Radio Citta' Futura, Marco Miccoli, segretario romano del Partito democratico, commenta cosi' le dichiarazioni di Gianni Alemanno sul rogo che ieri, in un insediamento abusivo alle periferia della Capitale, ha provocato la morte di quattro bambini rom. "Se questo fosse il problema, dovrebbe essere lui a sciogliere i nodi." afferma Miccoli- "La realta' e' che di fronte al fallimento non si sa piu' cosa dire".L'opposizione, e non solo quella in Campidoglio, punta il dito sul " Piano Nomadi "della Giunta Alemanno
Per Miccoli, anche Alemanno ha le sue responsabilita' nell'accaduto. "Ha fatto una campagna elettorale propagandistica in cui annunciava l'espulsione di migliaia di rom e ha operato in quella direzione dando luogo a sgomberi senza alcuna progettualita' a scopo vessatorio; il risultato e' il proliferare di micro-campi abusivi senza controllo, insicuri, con bambini che non vanno a scuola, che non sono protetti da assistenza di alcun tipo".
Non e' piu' possibile tollerare che accadano incidenti cosi' gravi. Le istituzioni devono adoperarsi per trovare alloggi alternativi a chi si trova in queste situazioni, devono mettere in sicurezza i nomadi, specialmente i bambini
", afferma Vannino Chiti, commissario del Pd Lazio e vice presidente del Senato. "Nonostante le risorse economiche straordinarie profuse - continua Chiti - Alemanno ha fallito. Il suo 'Piano Nomadi' tanto propagandato, soprattutto in campagna elettorale, si e' rivelato inadeguato, sia dal punto di vista dell'integrazione che da quello della sicurezza.
Gli incidenti si sono ripetuti nei campi rom fino al culmine della strage di ieri. Questo non e' un problema solo di ordine pubblico, non lo si affronta solo con la repressione come crede la maggioranza di destra. Oggi - sottolinea Chiti - e' il giorno in cui dobbiamo valutare le responsabilita' e Alemanno non puo' prendersela con la burocrazia trincerandosi dietro accuse vane, deve assumersi appieno i suoi obblighi di sindaco" .
Prende posizione anche la conferenza episcopale con Migrantes: "Mentre come Migrantes siamo vicini a Mircea ed Elena, il papa' e la mamma dei piccoli, la speranza ci fa chiedere un impegno maggiore per riconoscere i diritti e la cittadinanza a chi vive nelle nostre citta', impegnandoci in una cura maggiore perche' il minimo vitale sia garantito a tutti e soprattutto i minori siano tutelati". Parole di monsignor Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Cei Migrantes che ricorda come i piccoli siano "morti a causa del freddo, della mancanza dell'acqua, per il disinteresse prima ancora che per le fiamme: nella Giornata della Vita, che si celebrava ieri, questo dramma diventa un nuovo appello per la tutela della vita di ogni persona e in ogni famiglia, anche di chi arriva da un altro Paese europeo o e' di una minoranza che non e' ancora riconosciuta". Alcuni banchi di una scuola di Roma, aggiunge ancora mons. Perego, oggi "non avranno quattro scolari. Il cammino di educazione per cui anche il mondo dell'associazionismo e del volontariato si e' impegnato a garantire anche ai bambini rom e' stato profondamente segnato da una mancanza di attenzione al valore della casa". I rom in Italia sono una "piccola citta'": 150 mila persone, meta' dei quali minori e cittadini italiani: "Non si puo' costruire e celebrare l'Unita' d'Italia escludendo dalla nostra cura, dai nostri piani - conclude mons. Perego - un tassello della nostra storia e del nostro Paese".

martedì 1 febbraio 2011

Il nemico n° 1 dell'Italia: Berlusconi Silvio.

Si potrà tornare a parlare di situazione di normalità nella vita istituzionale solo quando la presenza di Berlusconi e dei suoi fans sarà diventata irrilevante nella politica. Sono stati superati tutti i limiti immaginabili dell’indecenza in una situazione che richiede rispetto e decoro per le regole democratiche e per i principi e istituzioni baluardi dello stato di diritto.
Per il bene dell’Italia Berlusconi se deve andare al più presto, perché: è il peggior capo di governo di 150 anni della storia unitaria nazionale, è entrato in politica unicamente per tutelare gli interessi aziendali di famiglia e risolvere i propri problemi giudiziari.
Di nuovo Berlusconi non ha portato niente, il suo disegno politico è stato seguire la strada del suo maestro Licio Gelli, capo della P2 di cui Berlusconi era tesserato con numero di tessera 1816 e, facendo sue tante idee del piano di Rinascita Democratica, sta attentando ai principi fondanti della Costituzione come: l’autonomia e indipendenza della magistratura, la libertà di manifestazione del pensiero e di stampa, l’uguaglianza di tutti cittadini di fronte alla legge.
Berlusconi ha così trovato il favore: di Cosa Nostra, di quello che rimane della vecchia P2, dello Ior e Vaticano; ha raccolto l’eredità politica lasciata dal latitante Craxi e il sostegno degli anticomunisti, degli estremisti di destra, dei veri liberali che pensavano Berlusconi fosse un liberale.
Con Berlusconi non c’è limite al peggio perchè:
-sta attentando ai principi fondanti dello stato di diritto e della costituzione facendo leggi a proprio uso e consumo;
-è la più significativa ed evidente espressione di un modello culturale degradato e degradante che ha condannato il paese ad un inaccettabile declino culturale: questo modello sub-culturale diseducativo ci mostra che fare i furbi conviene, che conta più l’apparenza che l’essere, che il merito conta sempre di meno, che è inutile essere onesti e trasparenti tanto prima o poi arrivano scudo fiscale e condoni vari;
questo Governo fa quasi esclusivamente leggi a favore dei più potenti, ricchi e corrotti, leggi per curare gli interessi aziendali di Berlusconi, per risolvere i problemi giudiziari di Berlusconi, senza preoccuparsi dei lavoratori precari, dei disoccupati, delle famiglie più povere;
-si sta attuando una sorta di repressione fascista per mettere a tacere qualsiasi voce critica verso l'operato di questo Governo che, incurante del grave disagio sociale riportato da tali voci, alimenta le tensioni e il conflitto sociale;
-questo Governo sta facendo politiche razziste e xenofobe avendo approvato norme definite razziali da Famiglia Cristiana.
La strategia di comunicazione è un aspetto fondamentale per un pubblicista come Silvio Berlusconi, soprattutto nel tentativo di revisionare la storia recente, per mettere oblio sulla sua carriera costernata da tante ombre e macchie come:
l’amnistia per falsa testimonianza sull’iscrizione alla P2; i tanti procedimenti penali a suo carico che lo hanno portato a collezionare 3 prescrizioni e 2 amnistie; le tante leggi ad personam per tutelare i propri interessi aziendali di famiglia; i tanti interventi legislativi per impedire alla giustizia di fare il suo legittimo corso.
Non mancano anche in questa legislatura interventi legislativi a favore delle sue aziende, come: le norme contenute nel decreto Romani sugli spazi pubblicitari televisivi che avvantaggiano Mediaset a discapito di Sky; l’innalzamento al 20% del tetto per l’acquisto di azioni proprie da parte delle società quotate in borsa, subito messa in atto dal cda di Mediaset; l’aumento dal 10 al 20% dell'aliquota IVA sulla pay tv "Sky Italia", il principale competitore privato del gruppo Mediaset; lo spostamento di pubblicità da Rai a Mediaset da parte delle aziende e delle istituzioni controllate dal governo: ministeri, Poste, Eni, Enel, ecc.
La strategia comunicativa di Berlusconi è studiata ad arte per passare da carnefice della democrazia a vittima di presunti complotti, a vittima di calunnie, anche se non hai mai fornito prove convincenti per smentire le accuse rivoltegli, a vittima di un sistema che per lui funziona male e che quindi è necessario cambiare, ma a proprio piacimento. Essa è volta quindi a convincere le persone ignare che c’è necessità di attuare riforme, che in realtà non sono riforme nell’interesse collettivo e di un miglior funzionamento delle istituzioni, ma sono nell’interesse suo personale; infatti, dietro il termine riforme si cela un disegno golpista, eversivo che ha come obiettivi:
-sottomettere la magistratura al potere esecutivo per impedire ai magistrati zelanti di continuare a occuparsi di lui e dei signori della Casta del malaffare, attraverso un disegno piduista che attenta all’autonomia e indipendenza della magistratura;
-impedire ai cittadini di conoscere atti di indagine, come quelle sulla cricca degli amici della Protezione Civile, di conoscere verità scomode a Berlusconi e ai suoi sodali;
-aggirare o rimuovere qualsiasi regola, organo di controllo e/o istituzione democratica che sia di ostacolo al raggiungimento dei suoi interessi personali, quindi occorre imbavagliare la stampa, i liberi giornalisti, ridurre il parlamento a organo di ratifica del potere esecutivo.
Berlusconi non è vittima di alcun complotto, non esistono “toghe rosse” che perseguitano Berlusconi perché se Berlusconi avesse trovato davvero le “toghe rosse” a Milano, la prescrizione per concessione delle attenuanti generiche (lodo Mondadori) e le assoluzioni per insufficienza di prove (caso Medusa, processo Sme) potevano essere condanne definitive per il signor Berlusconi.
Inoltre, è accertato, dalla sentenza definitiva della Cassazione, che Mills è stato corrotto per testimoniare il falso nell'ambito di due processi in cui era imputato Silvio Berlusconi (il processo per corruzione alla Guardia di Finanza e il processo dei fondi neri di All Iberian) allo scopo di “tenere fuori da un mare di guai” Silvio Berlusconi.
E’ accertato che il giudice Metta è stato corrotto dai legali di Berlusconi per strappare la Mondadori a De Benedetti.
E’ accertato, dal processo All Iberian 1, il finanziamento illecito di 22 miliardi di lire al PSI, denaro partito da fondi occulti della Fininvest per finire nei conti svizzeri del PSI di Craxi.
E’ accertato che alcuni finanzieri sono stati corrotti per far chiudere loro tutti e due gli occhi sulle irregolarità riscontrate nelle verifiche fiscali presso le aziende di famiglia Berlusconi; Massimo Maria Berruti e Salvatore Sciascia, che lavoravano per il gruppo Fininvest e prima ancora erano ufficiali della Guardia di Finanza, sono stati condannati in via definitiva in tale processo relativo alle tangenti alla Guardia di Finanza e poi hanno fatto carriera politica entrando in parlamento col partito di Berlusconi.
Appare evidente che non c'è un uso politico della giustizia ma c'è chi fa politica per impedire alla giustizia di compiere il suo corso legittimo e doveroso, denigrando e minacciando la magistratura attraverso un disegno eversivo per attentare all'autonomia e indipendenza della magistratura. 
di Michele

Per non dimenticarli!

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Santa Maria Capua Vetere ( Caserta)