lunedì 7 febbraio 2011

Piano Nomadi: il fallimento della politica di destra.


La roulotte ridotta in cenere come le vite appena sbocciate di quattro bambini, tre maschi e una femmina. All'indomani del tragico rogo scoppiato in un'insediamento rom sulla via Appia, scoppia la polemica, con le opposizioni che accusano il "Piano Nomadi "della giunta Alemanno e le realta' del terzo settore che chiedono prevenzione e diritti per tutti.
"Siamo al paradosso: il sindaco, che e' il massimo esponente dell'amministrazione cittadina, che se la prende con la burocrazia". Intervistato da Radio Citta' Futura, Marco Miccoli, segretario romano del Partito democratico, commenta cosi' le dichiarazioni di Gianni Alemanno sul rogo che ieri, in un insediamento abusivo alle periferia della Capitale, ha provocato la morte di quattro bambini rom. "Se questo fosse il problema, dovrebbe essere lui a sciogliere i nodi." afferma Miccoli- "La realta' e' che di fronte al fallimento non si sa piu' cosa dire".L'opposizione, e non solo quella in Campidoglio, punta il dito sul " Piano Nomadi "della Giunta Alemanno
Per Miccoli, anche Alemanno ha le sue responsabilita' nell'accaduto. "Ha fatto una campagna elettorale propagandistica in cui annunciava l'espulsione di migliaia di rom e ha operato in quella direzione dando luogo a sgomberi senza alcuna progettualita' a scopo vessatorio; il risultato e' il proliferare di micro-campi abusivi senza controllo, insicuri, con bambini che non vanno a scuola, che non sono protetti da assistenza di alcun tipo".
Non e' piu' possibile tollerare che accadano incidenti cosi' gravi. Le istituzioni devono adoperarsi per trovare alloggi alternativi a chi si trova in queste situazioni, devono mettere in sicurezza i nomadi, specialmente i bambini
", afferma Vannino Chiti, commissario del Pd Lazio e vice presidente del Senato. "Nonostante le risorse economiche straordinarie profuse - continua Chiti - Alemanno ha fallito. Il suo 'Piano Nomadi' tanto propagandato, soprattutto in campagna elettorale, si e' rivelato inadeguato, sia dal punto di vista dell'integrazione che da quello della sicurezza.
Gli incidenti si sono ripetuti nei campi rom fino al culmine della strage di ieri. Questo non e' un problema solo di ordine pubblico, non lo si affronta solo con la repressione come crede la maggioranza di destra. Oggi - sottolinea Chiti - e' il giorno in cui dobbiamo valutare le responsabilita' e Alemanno non puo' prendersela con la burocrazia trincerandosi dietro accuse vane, deve assumersi appieno i suoi obblighi di sindaco" .
Prende posizione anche la conferenza episcopale con Migrantes: "Mentre come Migrantes siamo vicini a Mircea ed Elena, il papa' e la mamma dei piccoli, la speranza ci fa chiedere un impegno maggiore per riconoscere i diritti e la cittadinanza a chi vive nelle nostre citta', impegnandoci in una cura maggiore perche' il minimo vitale sia garantito a tutti e soprattutto i minori siano tutelati". Parole di monsignor Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Cei Migrantes che ricorda come i piccoli siano "morti a causa del freddo, della mancanza dell'acqua, per il disinteresse prima ancora che per le fiamme: nella Giornata della Vita, che si celebrava ieri, questo dramma diventa un nuovo appello per la tutela della vita di ogni persona e in ogni famiglia, anche di chi arriva da un altro Paese europeo o e' di una minoranza che non e' ancora riconosciuta". Alcuni banchi di una scuola di Roma, aggiunge ancora mons. Perego, oggi "non avranno quattro scolari. Il cammino di educazione per cui anche il mondo dell'associazionismo e del volontariato si e' impegnato a garantire anche ai bambini rom e' stato profondamente segnato da una mancanza di attenzione al valore della casa". I rom in Italia sono una "piccola citta'": 150 mila persone, meta' dei quali minori e cittadini italiani: "Non si puo' costruire e celebrare l'Unita' d'Italia escludendo dalla nostra cura, dai nostri piani - conclude mons. Perego - un tassello della nostra storia e del nostro Paese".


La roulotte ridotta in cenere come le vite appena sbocciate di quattro bambini, tre maschi e una femmina. All'indomani del tragico rogo scoppiato in un'insediamento rom sulla via Appia, scoppia la polemica, con le opposizioni che accusano il "Piano Nomadi "della giunta Alemanno e le realta' del terzo settore che chiedono prevenzione e diritti per tutti.
"Siamo al paradosso: il sindaco, che e' il massimo esponente dell'amministrazione cittadina, che se la prende con la burocrazia". Intervistato da Radio Citta' Futura, Marco Miccoli, segretario romano del Partito democratico, commenta cosi' le dichiarazioni di Gianni Alemanno sul rogo che ieri, in un insediamento abusivo alle periferia della Capitale, ha provocato la morte di quattro bambini rom. "Se questo fosse il problema, dovrebbe essere lui a sciogliere i nodi." afferma Miccoli- "La realta' e' che di fronte al fallimento non si sa piu' cosa dire".L'opposizione, e non solo quella in Campidoglio, punta il dito sul " Piano Nomadi "della Giunta Alemanno
Per Miccoli, anche Alemanno ha le sue responsabilita' nell'accaduto. "Ha fatto una campagna elettorale propagandistica in cui annunciava l'espulsione di migliaia di rom e ha operato in quella direzione dando luogo a sgomberi senza alcuna progettualita' a scopo vessatorio; il risultato e' il proliferare di micro-campi abusivi senza controllo, insicuri, con bambini che non vanno a scuola, che non sono protetti da assistenza di alcun tipo".
Non e' piu' possibile tollerare che accadano incidenti cosi' gravi. Le istituzioni devono adoperarsi per trovare alloggi alternativi a chi si trova in queste situazioni, devono mettere in sicurezza i nomadi, specialmente i bambini
", afferma Vannino Chiti, commissario del Pd Lazio e vice presidente del Senato. "Nonostante le risorse economiche straordinarie profuse - continua Chiti - Alemanno ha fallito. Il suo 'Piano Nomadi' tanto propagandato, soprattutto in campagna elettorale, si e' rivelato inadeguato, sia dal punto di vista dell'integrazione che da quello della sicurezza.
Gli incidenti si sono ripetuti nei campi rom fino al culmine della strage di ieri. Questo non e' un problema solo di ordine pubblico, non lo si affronta solo con la repressione come crede la maggioranza di destra. Oggi - sottolinea Chiti - e' il giorno in cui dobbiamo valutare le responsabilita' e Alemanno non puo' prendersela con la burocrazia trincerandosi dietro accuse vane, deve assumersi appieno i suoi obblighi di sindaco" .
Prende posizione anche la conferenza episcopale con Migrantes: "Mentre come Migrantes siamo vicini a Mircea ed Elena, il papa' e la mamma dei piccoli, la speranza ci fa chiedere un impegno maggiore per riconoscere i diritti e la cittadinanza a chi vive nelle nostre citta', impegnandoci in una cura maggiore perche' il minimo vitale sia garantito a tutti e soprattutto i minori siano tutelati". Parole di monsignor Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Cei Migrantes che ricorda come i piccoli siano "morti a causa del freddo, della mancanza dell'acqua, per il disinteresse prima ancora che per le fiamme: nella Giornata della Vita, che si celebrava ieri, questo dramma diventa un nuovo appello per la tutela della vita di ogni persona e in ogni famiglia, anche di chi arriva da un altro Paese europeo o e' di una minoranza che non e' ancora riconosciuta". Alcuni banchi di una scuola di Roma, aggiunge ancora mons. Perego, oggi "non avranno quattro scolari. Il cammino di educazione per cui anche il mondo dell'associazionismo e del volontariato si e' impegnato a garantire anche ai bambini rom e' stato profondamente segnato da una mancanza di attenzione al valore della casa". I rom in Italia sono una "piccola citta'": 150 mila persone, meta' dei quali minori e cittadini italiani: "Non si puo' costruire e celebrare l'Unita' d'Italia escludendo dalla nostra cura, dai nostri piani - conclude mons. Perego - un tassello della nostra storia e del nostro Paese".


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