martedì 27 aprile 2010

L'acqua non si vende. Campagna referendaria.


Il 25 aprile è iniziata in tutta Italia la raccolta delle firme per i referendum finalizzati ad evitare che l'acqua, supremo bene primario, possa diventare privata. In centinaia di piazze italiane sono stati allestiti i banchetti che hanno raccolto, in 2 giorni, oltre 100mila firme. La raccolta continua fino al 4 luglio, l'obiettivo che il comitato promotore si è posto è arrivare a quota 700mila. Qui trovate la mappa dei banchetti costantemente aggiornata. L'anniversario della Liberazione dal nazifascismo è stata occasione per chiedere la liberazione dell'acqua dal mercato e dal profitto.
L'acqua è un bene di tutti e, come dice Padre Zanotelli, non ha colore politico, anzi non ne ha affatto.
Difendiamo i nostri diritti!

domenica 25 aprile 2010

Falsi poveri e bisognosi veri.

Su di una cosa, mi spiace doverlo ammettere, Berlusconi ed il suo governo hanno ragione almeno in parte e cioè che la crisi economica di questi anni è oramai passata od, addirittura, non è mai esistita, almeno nelle catastrofiche proporzioni riportate dai giornali. 
Da qualche tempo, a cadenza mensile, una marea di varia umanità, oltre trecento la cui grandissima parte ha dichiarato di non aver alcun reddito, si riversa presso gli appositi uffici del Comune di S. Maria C. V. e similmente avviene in altri Comuni per ritirare il cd. “ Pacco alimentare” : molti vengono in macchina, hanno il telefono cellulare, sono ben vestiti e curati, denotano, insomma, uno stile di vita, almeno in apparenza, in stridente contrasto con quello che invece si potrebbe supporre dalle loro dichiarazioni di assoluta indigenza.E’ ovvio, ma è bene ribadirlo, che tra di esse vi sono persone, in estremo disagio economico,che senza l’aiuto di familiari, enti di assistenza ed anche iniziative come queste sarebbero costrette, ed in parte lo sono, a vivere in condizioni di effettiva povertà.
Ed allora, mi chiedo, non sarebbe il caso di controllare dettagliatamente la posizione di tutti gli aventi diritto, affidando l’elenco a chi di mestiere effettua controlli tributari e cioè la Guardia di Finanza, al fine di eliminare dall’elenco e, se del caso, denunciare per false dichiarazioni chi invece un reddito proprio, benché irrisorio,ce l’ha?
Già, perché anche chi ( lavoratori saltuari, cassa integrati, invalidi, anziani con pensione sociale, ecc.) ha un reddito irrisorio che però dichiara o è costretto a farlo, ha diritto, come e più di chi rende una dichiarazione infedele o falsa, ad accedere a queste misure di contrasto alla povertà.
Moltissime, infatti, sono state le persone che, a fronte di una situazione di effettiva ed evidente difficoltà derivante in alcuni casi, purtroppo, da licenziamenti o fallimenti di attività, si sono trovate di fronte l’ostacolo insormontabile del “ reddito zero” che ha precluso loro, stroncandole, ogni possibilità.
Si affidino, dunque, questi controlli e si eliminino dalle liste coloro che hanno percepito indebitamente aiuti alimentari destinati a chi, magari, anche per dignità personale, davanti alla quale noi tutti dovremmo avere più rispetto, o più semplicemente per regole e criteri che si sono rivelati aggirabili da chi ha dimostrato pochi scrupoli, non ha goduto di quanto spettante loro.
Un’ ultima notazione la riservo a noi “ spettatori” neutrali: ecco io sogno una società che si faccia carico delle rivendicazioni dei soggetti più deboli e che si indigni davanti ad evidenti ingiustizie. Smettiamola di essere “ neutrali” e scendiamo al fianco di chi è vittima di prepotenza: la crudele conseguenza di questa ignavia potrebbe vederci toccare in sorte la stessa parte di vittime riservata a quelle persone delle quali oggi colpevolmente ci disinteressiamo.

sabato 24 aprile 2010

F1 : la red bull a Napoli.

Spettacolare! E' il primo aggettivo che mi sovviene per associarlo all'ora abbondante di brividi da alta velocità vissuta sul lungomare Caracciolo di Napoli.
E' assai raro poter vedere una vettura di Formula 1 così da vicino, su strade normalmente aperte al traffico per giunta.
L'attesa, alquanto lunga, è stata resa assai più sopportabile ed addirittura piacevole da un funambolo della moto che ha stupito non poco gli spettatori al punto che anch'io ho deciso di rendergli omaggio pubblicando sotto il titolo una foto della sua esibizione al posto delle fantastiche monoposto.
Queste lodevoli iniziative non mancheranno di aumentare il bagaglio di simpatia che noi Italiani riserviamo a questa agguerrita scuderia, anche se il nostro cuore batte solo per la rossa di Maranello.

venerdì 23 aprile 2010

Strada querela Il Giornale e Libero.

Il fondatore di Emergency Gino Strada ha annunciato oggi di aver querelato i quotidiani Il Giornale e Libero per alcuni articoli legati all'arresto in Afghanistan dei tre operatori dell'organizzazione non governativa, rilasciati nei giorni scorsi.
"Li abbiamo denunciati, il Giornale e non solo, anche l'altra mini-spazzatura che si chiama Libero", ha detto Strada nel corso di una conferenza stampa insieme a Marco Garatti, Matteo Dell'Aira e Matteo Pagani, rientrati in Italia mercoledì e oggi alla loro prima apparizione pubblica.
Mostrando la prima pagina del Giornale, che nei giorni del sequestro ha titolato su "confessioni shock" dei tre arrestati, Strada ha detto che "si è scatenato il giornalismo spazzatura". Mostrando poi una prima pagina ricreata virtualmente da Emergency, ha aggiunto che "adesso ci aspettiamo che facciano un titolo 'Liberi, sono innocenti', ma non lo faranno".Aggiungo io che questi giornali, il cui uso non è idoneo neanche per liberarsi dei residui dell'evacuazione, hanno avuto la faccia tosta di scrivere che i nostri operatori umanitari erano stati liberati esclusivamente grazie agli uffici del ministero degli esteri!
"Sono state scritte delle cose infamanti", ha rincarato Garatti, spiegando che leggerle gli fa "ancora più male del fatto di essere stato in carcere per nove giorni".
Strada ha poi ricordato l'apertura dell'inchiesta per calunnia contro ignoti da parte della procura di Roma. "E' comprensibile che gli afghani lo siano (ignoti)", ha detto il fondatore dell'ong, aggiungendo che invece i "nostrani sono notissimi, vorrei un fascicolo anche per loro".
I tre operatori erano stati fermati dalle autorità afghane nell'ospedale di Emergency di Lashkar Gah lo scorso 10 aprile con l'accusa di aver preso parte ad un complotto per assassinare il governatore della regione di Helmand. Sono stati liberati otto giorni dopo perché dichiarati innocenti.
EMERGENCY DA' FASTIDIO
"Siamo liberi perché non c'entriamo niente", hanno ribadito oggi i tre, aggiungendo nuovamente che la loro scarcerazione non è dovuta a pressioni di alcuni tipo ed esprimendo la loro volontà di tornare in Afghanistan, dove comunque sono stati trattati "in modo molto corretto".
"Siamo stati accusati di aver saputo che armi sarebbero entrate nel nostro ospedale... e di averlo saputo perché eravamo in contatto coi talebani", ha spiegato Garatti.
Chi ci sia dietro la vicenda -- ha detto Pagani, unico dei tre a parlare in videoconferenza da Roma -- ancora non si sa.
Secondo Dell'Aira, "ha dato fastidio che l'unica voce presente nella zona... fosse quella di Emergency", perché racconta e documenta gli effetti sui civili del conflitto afghano.
Per quanto riguarda l'ospedale di Lashkar Gah, chiuso dopo l'arresto degli operatori, Strada ha ricordato che al momento è ancora "sigillato", ma che l'obiettivo di Emergency è la sua riapertura.
"L'associazione e Gino si stanno occupando di vedere se ci saranno le condizioni di sicurezza per riaprirlo, stiamo cercando di appianare qualsiasi tipo di dubbio rispetto al fatto che ci siano persone che non vogliono che l'ospedale riapra", ha spiegato Dell'Aira a Reuters, a margine della conferenza.
Tratto da Yahoo notizie
P.S. Chi sa se gente come Gasparri e soci ritenga doverosamente di dover chiedere scusa per le dichiarazioni ,quanto meno, improvvide.

giovedì 22 aprile 2010

Decreto di sospensione degli abbattimenti di case abusive.


Stop alle demolizioni delle costruzioni abusive fino a Dicembre del 2011: in arrivo un decreto legge per sospendere demolizioni abusive in Campania. E' l'ipotesi del governo a sostegno di una legge che Stefano Caldoro neo governatore della Campania intende emanare.
La conferma dell'imminenza del decreto viene dal Senatore del Pdl C. Sarro che aveva già inutilmente tentato di far inserire tale emendamento nel decreto milleproroghe.
Ciò consentirebbe, a detta dei proponenti tra i quali il neo Presidente Caldoro, agli interessati di usufruire della sanatoria varata dal precedente governo Berlusconi per gli abusi edilizi commessi prima del 2003 ed il cui utilizzo era stato negato da provvedimenti della giunta Bassolino.
Il Presidente Caldoro, agendo conseguentemente a quanto promesso agli elettori in campagna elettorale, ha pensato fin da subito ad un provvedimento di forte impatto economico e non solo a favore di palazzinari,abusivi, faccendieri e quanti pensano che le leggi costituiscano solo un freno alla libertà di impresa. Ecco una delle libertà di cui al partito è quella di edificare in modo abusivo salvo approfittare del condono ricorrente.
Non so se sappiano o meno, questi signori, che quel che è peggio è che in questo modo si dà un segnale negativo: mentre l'abbattimento è un deterrente per chi vuole continuare a costruire abusivamente, questo continuo ricorso ai condoni, perché di condono si tratta, è un incentivo a continuare nel mancato rispetto della legge perché tanto prima o poi arriva una sanatoria".
Stupisce poi la posizione dell'ex candidato De Luca che si dichiara, con qualche distinguo, a favore della moratoria ( rectius: condono).
Non c'è che dire: se il governo Bassolino è finito male, questo governo Caldoro rischia di cominciare peggio.
Ma tant'è: adda passà a nuttata!



mercoledì 21 aprile 2010

Berlusconi, Fini e la democrazia interna dei partiti.

L'unto del Signore, il Messia del Terzo Millennio ha definito " metastasi" le correnti interne ad un partito politico. A parte il fatto che dovrebbe spiegarci da quale tumore ( egli stesso?) derivino, visto che ha parlato di neoplasie e cioè riformazioni del male originario, le sue affermazioni rendono chiara  la sua personale visione del concetto di democrazia, specie a quella interna ad un organismo, quale il partito politico,che, in base all'art. 49 della Costituzione che anche per questo ha definito obsoleta e sorpassata, dovrebbe concorrere "con metodo democratico" alla determinazione della politica nazionale.
Il presidente Fini ha, né più né meno,sollevato il problema dell'esistenza del diritto al dissenso- vera pietra angolare della moderna democrazia-, bandito invece dall'attuale capo del governo e descritto quale "cancro" in grado di dissolvere il suo incontrastato potere personale.
Ma, qualcuno sa o ricorda, da chi ha ricevuto il Cavaliere l'investitura? In quale congresso? Chi erano gli altri sfidanti? Certo, si potrà dire, chiunque avrebbe sfidato Berlusconi sarebbe stato sconfitto; si, ma il fatto che nessuno l'abbia mai fatto getta una luce "sinistra" od anche " comunista-bulgara" ,se preferite, sulle sue nomine fatte sempre per acclamazione, anzi non fatte affatto!
Questo, però, il Presidente Fini lo sapeva nel momento in cui, accettando una carica istituzionale nella quale, anche a detta degli avversari politici, ha brillato come pochi per la sua moderazione ed imparzialità, ha rinunciato alla carica politica che gli competeva, lasciando campo libero all'arraffatore di stato che ha finito per comprarsi gran parte dei voltagabbana e traditori dei suoi " colonnelli" tra i quali spiccano La Russa ed il già noto Gasparri.
Cosa ci si può aspettare dall'attuale situazione che vede un manipolo di parlamentari, in un sussulto di orgoglio, lottare contro un Partito-persona  del quale fanno parte altri parlamentari dominati, in funzione determinante e coagulante, dal capo in cui si riconoscono?
La formazione di gruppi autonomi, se da un lato potrebbe obbligare il lider maximo nazionale a venire a miti consigli ed a consultarsi anche con la sua maggioranza, potrebbe essere una iattura per il paese perché potrebbe determinare  una sostanziale ingovernabilità.
Ed allora? Ed allora l'unica soluzione, che tutti, opposizione compresa, aborrono, dovrebbero essere le elezioni anticipate, che sono l'unico metodo democratico per capire chi e quanto conta, sempre che Fini non decida in altro modo.
Io, per conto mio, tifo per Fini non fosse altro che per la sua rettitudine e per aver dimostrato,una volta ancora, di avere la schiena dritta a differenza di alcuni pecoroni ex compagni di partito. 
P.S. Mi aspetto una bella campagna di diffamazione e disinformazione a mezzo stampa e televisione  nei confronti di Fini nel caso di rottura tra questi ed il " linfoma" Italiano.



martedì 20 aprile 2010

Matrimonio tra omosessuali inammissibile.


Con la sentenza n. 138 del 14 aprile 2010, la Corte Costituzionale si è pronunziata sulla questione concernente l’ammissibilità del matrimonio tra persone dello stesso sesso nel nostro ordinamento affermando che l’unione omosessuale, pur se riconducibile all’art. 2 Cost., rappresenta tuttavia una formazione sociale non idonea a costituire una famiglia fondata sul matrimonio stante l’imprescindibile (potenziale) “finalità procreativa del matrimonio che vale a differenziarlo dall’unione omosessuale”; proseguono i giudici precisando che “in tal senso orienta anche il secondo comma della disposizione che, affermando il principio dell’eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, ebbe riguardo proprio alla posizione della donna cui intendeva attribuire pari dignità e diritti nel rapporto coniugale” concludendosi che “in questo quadro, con riferimento all’art. 3 Cost., la censurata normativa del codice civile che, per quanto sopra detto, contempla esclusivamente il matrimonio tra uomo e donna, non può considerarsi illegittima sul piano costituzionale. Ciò sia perché essa trova fondamento nel citato art. 29 Cost., sia perché la normativa medesima non dà luogo ad una irragionevole discriminazione, in quanto le unioni omosessuali non possono essere ritenute omogenee al matrimonio”.
Dunque, la formazione sociale costituita dalla cosiddetta “società naturale” ex art. 29 Cost., presuppone, rispetto a tutte le altre formazioni sociali, un quid naturalistico ulteriore rappresentato dalla diversità di sesso tra i nubendi nonchè dalla loro astratta idoneità a generare figli, dovendosi pertanto escludere ogni discriminazione ex art. 3 Cost. stante la non omogeneità delle unioni omosessuali a quelle matrimoniali ammesse tanto che, opinare diversamente, significherebbe - afferma la Consulta - “procedere ad un’interpretazione creativa… non una semplice rilettura del sistema” non potendo pertanto il precetto costituzionale “essere superato per via ermeneutica”. Quali gli obblighi ed i limiti che derivano al legislatore da questa sentenza?
Mentre la regolamentazione dell'unione omosessuale, quale destinataria di un espresso riconoscimento giuridico, non sarebbe in alcun modo vincolata o limitata dalla sentenza in parola,lo stesso rimarrebbe tuttavia impossibilitato nel sancire l’ammissibilità del matrimonio tra omosessuali, pena l’incostituzionalità della relativa disciplina. Al riguardo, infatti, mentre il giudice delle leggi ha dichiarato inammissibile la questione sollevata con riferimento alla violazione dell’art. 2 Cost. - poiché, precisano i giudici, “nell’ambito applicativo dell’art. 2 Cost., spetta al Parlamento, nell’esercizio della sua piena discrezionalità, individuare le forme di garanzia e di riconoscimento per le unioni suddette” -, v’è stata invece una pronunzia di infondatezza della questione con riferimento all’eccepita violazione da parte della normativa codicistica degli artt. 3 e 29 Cost. sulla scorta, appunto, del ritenuto esclusivo carattere eterosessuale del matrimonio costituzionalmente contemplato. Sul punto i giudici costituzionali se da un lato precisano che “i concetti di famiglia e di matrimonio non si possono ritenere cristallizzati con riferimento all’epoca in cui la Costituzione entrò in vigore, perché sono dotati della duttilità propria dei princìpi costituzionali e, quindi, vanno interpretati tenendo conto non soltanto delle trasformazioni dell’ordinamento, ma anche dell’evoluzione della società e dei costumi” da altro lato sottolineano, tuttavia, che “detta interpretazione, però, non può spingersi fino al punto di incidere sul nucleo della norma, modificandola in modo tale da includere in essa fenomeni e problematiche non considerati in alcun modo quando fu emanata” con la fondamentale precisazione che l’eterosessualità del matrimonio costituzionalmente disciplinato presuppone la diversità di sesso tra i coniugi anche alla luce del disposto del comma 2, art. 29 Cost., il quale “affermando il principio dell’eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, ebbe riguardo proprio alla posizione della donna cui intendeva attribuire pari dignità e diritti nel rapporto coniugale”.
La Consulta, nella specie, ha anche escluso che le norme ultrastatali invocate a parametro interposto di legittimità ex art. 117 Cost. (norme CEDU) possano imporre nel nostro ordinamento “la concessione dello status matrimoniale a unioni tra persone dello stesso sesso”, ciò stante la loro “neutralità” ovvero il rinvio da esse operato alle leggi nazionali. E’ vero , tuttavia, che la stessa Corte Costituzionale in varie occasioni ha ribadito, con riferimento alle norme sopranazionali ed in particolare quelle della CEDU, che al giudice nazionale, in quanto giudice comune della Convenzione spetta il compito di applicare le relative norme, nell’interpretazione offertane dalla Corte di Strasburgo, alla quale questa competenza è stata espressamente attribuita dagli Stati contraenti” con la precisazione che alla stessa Corte Costituzionale è precluso di sindacare l’interpretazione della Convenzione europea fornita dalla Corte di Strasburgo, cui tale funzione è stata attribuita dal nostro Paese senza apporre riserve.
Cosa accadrebbe, allora, se le norme CEDU rispetto alle quali si è oggi esclusa la prescrizione di un vincolo relativamente alla materia de qua dovessero in futuro essere interpretate dalla Corte CEDU in un opposto significato ovvero come legittimanti anche unioni matrimoniali omosessuali?
E, verrebbe da chiedersi, i matrimoni sterili, per volontà o per natura, dovrebbero così essere annullati, poiché non si differenzierebbero dalle unioni omosessuali?
L'unione, a parer mio, di due persone dello stesso stesso non può avvenire tramite l'istituto ( ed il sacramento) del matrimonio allo stesso modo nel quale non si può sostenere che le stesse due persone dello stesso sesso non abbiano il sacrosanto diritto ad essere ritenute " famiglia" al pari di tutte le altre.
Ed allora ben vengano, prima di interventi esterni, riconoscimenti giuridici dei diritti delle coppie omosessuali in grado di assicurar loro le stesse prerogative riservate alle coppie eterosessuali ( compreso il diritto di adottare e procreare) attraverso, però, strumenti diversi dal matrimonio
che il diritto naturale riserva alle coppie formate da un uomo ed una donna.

domenica 18 aprile 2010

Leggi ad cristianum dopo quelle ad personam?

«Due reti Mediaset, trasmettendo il funerale di Raimondo Vianello, hanno ripreso in primo piano il momento in cui il sacerdote ha distribuito la comunione a Silvio Berlusconi che verosimilmente dovrebbe essere divorziato dalla prima moglie e separato dalla seconda consorte». Lo segnala l'avvocato Giuseppe Fabio Fabiani, di San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno) in un telegramma inviato a papa Benedetto XVI. Il legale propone al pontefice «la possibilità di far ricevere la comunione a tutti gli altri comuni mortali che per vari motivi sono separati o sono stati costretti a separarsi o divorziare e da buoni cristiani soffrono per il divieto loro imposto. Ancora più - sottolinea - quando in televisione vedono che vi è differenza di trattamento anche nella religione tra loro e alcuni privilegiati senza conoscere un base a quale cristiana distinzione». L'avv. Fabiani chiede a Benedetto XVI «di farmi conoscere privatamente o pubblicamente in base a quale privilegio Berlusconi è esonerato da detto divieto».
La legge ed anche la religione sono uguali per tutti, ma per qualcuno lo sono ancora di più! 
Ma cosa potrà rispondere il Papa in questo momento?
Che i preti sono pedofili perché, principalmente, sono omosessuali e quindi è questo il loro vero peccato d'origine così come affermato dal card. Bertone?
O che "l'Olocausto -così come riferito dal vescovo di Grosseto - fu una vergogna per l'intera umanità, ma adesso occorre guardare senza retorica e con occhi attenti. Non crediate che Hitler fosse solo pazzo. La verità è che il furore criminale nazista si scatenò per gli eccessi e le malversazioni economiche degli ebrei che strozzarono l'economia tedesca" ?

Settimana della cultura 2010.


E' iniziata venerdì 16 Aprile e terminerà domenica 25 Aprile la 12° settimana della cultura 2010.
Durante questo arco temporale sarà possibile visitare gratuitamente musei e luoghi d'arte dell'immenso patrimonio artistico e culturale Italiano.
In Italia sono più di 2.900 gli appuntamenti per tutti i gusti: mostre, convegni, aperture straordinarie, laboratori didattici, visite guidate e concerti che renderanno ancora più speciale l’esperienza di tutti i visitatori.
Per tutti gli appuntamenti cliccare qui.

venerdì 16 aprile 2010

La pressione fiscale aumenta e l'evasione pure!


La Banca d’Italia, nel bollettino economico del mese di Aprile, ha rilevato che la pressione fiscale nel nostro paese è aumentata. Secondo l’istituzione di Via Nazionale infatti, la pressione fiscale sarebbe passata dal 42,9% al 43,2% tra il 2008 e il 2009. Gli italiani insomma, si trovano a dover pagare più tasse nonostante gli annunci del governo in campagna elettorale. L’attuale maggioranza infatti, e non si può non ricordare questa posizione, ha dichiarato ad ogni piè sospinto che avrebbe abbassato le tasse, ma allo stato attuale delle cose questo non è stato fatto od almeno non ancora,anzi, l’effetto che si è ottenuto è quello contrario.
Per la verità, quelli che pagano poco o nulla effettivamente non hanno versato un cent di tasse in più, dato che ci pensano già i lavoratori dipendenti ed i pensionati ( i cd. bancomat dello Stato) a sopportare il peso del pagamento delle tasse per tutta la nazione.
Cosa si sta facendo per contrastare il fenomeno dell'evasione? Nulla! Anzi si premiano gli evasori con strumenti tipo lo scudo fiscale.
Avendo ormai capito come il premier ci tratta, sono sicuro che di fronte a chi gli chiedesse conto delle sue promesse elettorali, peraltro sempre ripetute, si schernirà dicendo che non di abbassare le tasse aveva parlato ma non di non alzarle. E se qualcuno dalla faccia tosta volesse insistere nel fargli notare che la pressione fiscale è comunque aumentata, egli, con la faccia di bronzo che madre natura gli ha donato, non esisterebbe a sottolineare che è aumentata di poco e, comunque, sempre meno di quanto avrebbe fatto la sinistra, tanto- penserà- la controprova non è possibile.
E gli Italiani? A discutere di riforme istituzionali, di federalismo,di semi presidenzialismo alla francese, di doppio turno, di turno unico, di premi di maggioranza di modifiche alla costituzione e bla, bla, bla...
Intanto a febbraio il numero degli occupati è risultato inferiore di oltre 700.000 unità rispetto all'aprile del 2008 ( data di insediamento di questo governo). Inoltre, sempre a febbraio di quest'anno, il tasso di disoccupazione si è attestato all'8,5%, livello massimo dal marzo del 2003.
Intanto il numero dei poveri e di quelli che non ce la fanno più è in costante aumento.
Ho sentito in questi giorni ripetere fino alla nausea il concetto che si prospetta un triennio intero senza appuntamenti elettorali e, dunque, potenzialmente foriero di tutte le riforme, istituzionali e non, che questo governo dovesse decidere di attuare, forte com'è di una larghissima maggioranza.
A noi cittadini il compito di verificarne puntualmente tutta l'attività, escludendo a priori tutte le possibili scuse che questo esecutivo ha finora accampato per giustificare il proprio magro ed insoddisfacente operato.
Rivolgo un invito a chi ha tenuto gli occhi chiusi finora a voler valutare solo gli atti concreti che questo governo ha fatto o farà, evitando, per quanto possibile, di farsi condizionare dal bombardamento mediatico dei mass media, specie quello assai temibile del mezzo televisivo, e di giudicarne nel merito l'attività, senza preconcetti di nessun tipo.

giovedì 15 aprile 2010

Raccolta differenziata


Nella nostra città, dal 1° aprile, è iniziata la raccolta differenziata, essa prevede una selezione da parte dei cittadini della tipologia dei rifiuti solidi urbani.

Finalità dello scopo è quello di ridurre quanto più possibile il residuo non riciclabile,da portare nelle discariche oppure da trattare con inceneritori o termovalorizzatori,cercando di recuperare,tramite riciclaggio,tutte le materie prime-riutilizzabili, trasformandole da materie di inquinamento ambientale a fonte di ricchezza.
I sammaritani stanno cercando di mettercela tutta per cercare di capire quanto più è possibile la differenziazione,il calendario settimanale,l'uso delle diverse buste,gli orari,l'esposizione dei bidoni..........
Tutto sembrerebbe procedere bene se non fosse per l'essersi accorti che i rifiuti raccolti durante la mattinata,sono tutti gettati ed accumulati in un solo camion,predisposto alla raccolta,senza tenere conto della differenziazione...........
Tutti a chiedersi il motivo del mancato ritiro da parte degli addetti, con automezzi diversi per ogni raccolta...........
Voi,siete a conoscenza della motivazione?
Molti si chiedono se il loro zelo ad eseguire tutto dettagliatamente non sia solo una perdita di tempo e alla fine i rifiuti vengano di nuovo rimischiati nel grande "calderone".
Mah!!!! A voi,le conclusioni,cari amici miei!!






lunedì 12 aprile 2010

Emergency, gasparri e le parole a vanvera.

Ci sono persone che hanno l'innato dono di sapere quando tacere ed altri, invece, che ne sono totalmente privi : l'ex Ministro Gasparri è certamente tra questi ultimi.
Non più tardi di ieri, questo personaggio che, sorpreso tempo fa dai Carabinieri a girare, lui che è romano, in zone di Roma abitualmente frequentate da trans, viados e mignotte, ebbe l'ardire di riferire di essersi perso e che non si scandalizza affatto dei comportamenti " censurabili" del suo capo di governo che non marcisce in galera perché si è fatto delle leggi ad hoc ed ha il sostegno di "gente" come  lui, ha avuto la faccia tosta di affermare che l'immagine dell'Italia è seriamente " danneggiata", non già da gente che riceve escort nel palazzo del governo o frequenta minorenni o ancora decide arbitrariamente chi debba andare in televisione,  ma da persone che da anni, senza alcun sostegno governativo, si sforzano di portare sostegno medico, e non solo, alle popolazioni che ne necessitano.
Su quali basi, poi? Il Presidente dei Senatori del Pdl ha osato affermare :" Ora che ci fossero armi in luoghi gestiti da questa gente si è visto chiaramente su tutte le televisioni." dimostrando inconfutabilmente che questo personaggio di rilevo e rango istituzionale trae i suoi convincimenti e, prima ancora, le sue notizie dalle tv, magari solo del gruppo del suo capo,al pari dei comuni cittadini!
Ma, obietterà qualcuno, non si era parlato di confessione degli Italiani di emergency coinvolti? Ma, rispondo io, un qualunque politico alle prime armi e, senza mala fede, con l'obbligo di difendere, dato la sua veste, i connazionali, non avrebbe dovuto essere cauto ed aspettare doverosamente gli sviluppi della vicenda, astenendosi dal condannare frettolosamente e senza processo questi nostri connazionali, dei quali, fino a prova contraria, dovremmo essere fieri e non vergognarci?
Ed adesso che cominciano ad arrivare le prime smentite  "-Non ho mai accusato gli italiani di Emergency di essere in combutta con Al Qaeda. Ho solo detto che Marco (il chirurgo dell'Ong) stava collaborando e rispondendo alle domande- ha dichiarato Daoud Ahmadi, portavoce del governo locale, al Giornale", come la mettiamo? Come si sente e cosa si sentirà in dovere di dichiarare il Presidente Gasparri? Ha pensato a come si sono sentite le famiglie dei nostri connazionali accusati di simili infamie? Può un politico di primo piano consentirsi di parlare a vanvera ( non è la prima volta) senza dimettersi?
Delle due, l'una: o l'ex ministro Gasparri è incapace dal punto di vista politico o è in mala fede! Vergogna!
Visto il decreto in tema di telecomunicazioni che porta il suo nome io propenderei per la tesi che è un politico incapace ed in mala fede.   


Dirigenti comunali. Diritti e doveri.

A fronte di una lauta nonché cospicua ( così avrebbe detto il compianto principe De Curtis) retribuzione, i Dirigenti delle P. A. hanno dei precisi obblighi ai quali non possono sottrarsi.
L'art. 21 della legge 69/09,  ad esempio, obbliga le Pubbliche Amministrazioni a pubblicare, tra gli altri dati, anche quelli relativi ai curricula vitae dei Dirigenti. 
Ora, poiché la disposizione non è ignota ai Dirigenti del Comune di S. Maria C. V. e di ciò vi è prova nello stessa pagina del sito istituzionale ove, non solo è riportato il dettato legislativo, ma vi sono anche i curricula di alcuni Dirigenti, verrebbe da chiedersi se è lecito che alcuni Dirigenti abbiano omesso di ottemperare  a tale obbligo di legge, sempre che ciò  non sia imputabile al  webmaster.
Escluderei  a priori l'ipotesi  che qualche Dirigente sia stato costretto a violare la norma voluta dal Ministro Brunetta perché si vergognava del proprio curriculum.

venerdì 9 aprile 2010

Sentenza 10620/10: autovelox e photored illegali.

La Sentenza 17 marzo 2010 n. 10620 della cassazione penale afferma due distinti principi di diritto. Il primo, per altro già arguibile da una recente sentenza del febbraio 2010 della Cassazione civile, ribadisce che vi è l’obbligo della presenza dell’agente della polizia stradale al momento in cui l’autovelox entra in funzione, agente che peraltro deve essersi assicurato del buon funzionamento dell’apparecchiatura a pena di nullità dell’accertamento della violazione.
In materia di circolazione stradale,l'accertamento delle violazioni (art. 11 lett. A C.d.S.), si legge nella sentenza n. 10620/2010, ricade tra le attività di servizio della polizia stradale, e non è pertanto, delegabile a terzi. Gli autovelox hanno una “finalita'” preventiva, e non repressiva o di finanziamento pubblico o lucro privato e debbono pertanto essere gestiti direttamente dagli organi di polizia stradale ed essere nella loro disponibilità.
Il secondo è quello che in ordine agli appalti afferenti agli autovelox (come per ogni altro tipo di appalto) la pattuizione del prezzo in virtù degli incassi incerti e futuri costituisce una violazione di legge, nonché elemento materiale di cui all’art. 323 c.p., in quanto verrebbe meno il principio di imparzialità e di legalità nell’ambito di una funzione pubblica, quale è appunto il servizio di repressione delle violazioni al Codice della Strada.
E’ evidente che stante il servizio di stretta natura pubblicistica, lo stabilire il prezzo dell’appalto in funzione degli illeciti da accertare costituisce un “input” ingiustificato per l’appaltante di elevare il maggior numero possibile di contestazioni agli utenti della strada.
Sulla base di questi principi, la Cassazione ha confermato il sequestro degli apparecchi autovelox appartenenti ad una Ditta, aggiudicataria di una gara d’appalto con percentuale sugli incassi.
La determinazione del corrispettivo con percentuale sugli incassi, hanno rilevato i giudici, viola di per sé la disciplina generale degli appalti pubblici, non consentendo un’effettiva comparazione tra interesse pubblico e privato e determinando ridotte aspettative di imparzialità.
Analogo discorso, va da sè, può essere impiantato per gli apparecchi di rilevazione automatica delle infrazioni alle intersezioni regolate da semafori: chi risarcirà gli utenti costretti a subire un salasso, il più delle volte, ingiusto?
Se le gare d'appalto si sono svolte  non tenendo conto che esiste un costo di accertamento quantificabile a prescindere del tutto dal tipo di infrazione accertata e che il parametro dell'entità della sanzione, quale modalità di determinazione del corrispettivo  e pertanto come base di un appalto connesso all'utilizzazione delle apparecchiature strumentali,è incompatibile con i principi generali della disciplina contabile pubblica in materia di spese di accertamento e che  il parametro di retribuzione/corrispettivo differenziato secondo l'entità della sanzione è contrario ai principi indicati dall'art. 97 Cost., chi punirà coloro che si sono indebitamente arricchiti alle spalle degli automobilisti? Quale punizione subiranno coloro che hanno agito in danno dei cittadini abusando delle proprie funzioni?
Conoscete qualche caso concreto? Segnalatecelo qui: la conoscenza di tali indegne manovre è il grimaldello capace di  scardinarle e renderle inoffensive.

giovedì 8 aprile 2010

Invio certificato medico telematico.Disposizioni operative.

A partire dal 19 giugno 2010 i certificati medici, in caso di assenza per malattia dei lavoratori pubblici, dovranno essere inviati esclusivamente per via telematica. Scade in quella data, infatti, il periodo transitorio di tre mesi durante il quale è ancora possibile il rilascio del documento in forma cartacea.
Il Ministero della salute, con decreto del 26 febbraio 2010, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale. n. 65 del 19 marzo 2010, ha definito le modalità tecniche per la predisposizione e l'invio telematico dei dati delle certificazioni di malattia al “Sistema di Accoglienza Centralizzata” (SAC).
Il Dipartimento della Funzione Pubblica, con la circolare n. 1 del 19 marzo 2010 (prot. n. 74), ha dettato le indicazioni operative del d. lfs. 27.10.09 n 150, modificativo del decreto 165/01, il quale prevede, all’art. 69, che il certificato medico, attestante l’assenza per malattia dei dipendenti pubblici, sia inviato, per via telematica, direttamente all’INPS dal medico o dalla struttura sanitaria pubblica che lo rilascia, secondo le modalità stabilite per la trasmissione dei certificati nel settore privato.
Una volta ricevuto tale certificato spetterà all’Inps inviarlo immediatamente, sempre per via telematica, all’amministrazione di appartenenza del lavoratore.
Gli adempimenti del lavoratore
Nel corso della visita medica il lavoratore è tenuto ad una serie di adempimenti; in particolare egli deve: a) fornire la propria tessera sanitaria, da cui si desume il codice fiscale; b) fornire l’indirizzo di reperibilità da inserire nel certificato, se diverso da quello di residenza in precedenza comunicato all’amministrazione; c) chiedere copia cartacea del certificato oppure che la stessa gli sia inviata alla propria casella di posta elettronica.
I lavoratori, quindi, non dovranno più provvedere, entro i due giorni lavorativi successivi all’inizio della malattia, ad inviare tramite raccomandata o recapitare le attestazioni di malattia alle proprie amministrazioni, posto che l’invio telematico soddisfa appieno tale l’obbligo; rimane fermo, invece, l’obbligo di segnalare tempestivamente la propria assenza e l’indirizzo di reperibilità all’amministrazione per i successivi controlli medico fiscali.
 L’inadempimento degli obblighi di trasmissione di cui sopra costituisce illecito disciplinare il quale, in caso di reiterazione, comporta il licenziamento nonché, per i medici convenzionati, la decadenza della convenzione medesima.
L'obbligo della trasmissione telematica all'Inps, però, potrebbe non sussistere, secondo alcune interpretazioni, se il dipendente per la prima assenza fino a dieci giorni si rivolge, com'è sua facoltà, a un medico, non sanzionabile, né dipendente né convenzionato con il s.s.n. (primo comma dell'art. 55-septies del d.l. n. 165/2001).

mercoledì 7 aprile 2010

Preti e pedofilia!

Perché si ritorna a parlare di preti pedofili, con accuse che si riferiscono alla Germania, a persone vicine al Papa e ormai anche al Papa stesso? La sociologia ha qualche cosa da dire o deve lasciare libero il campo ai soli giornalisti? Credo che la sociologia abbia molto da dire, e che non debba tacere per il timore di scontentare qualcuno. La discussione attuale sui preti pedofili – considerata dal punto di vista del sociologo – rappresenta un esempio tipico di “panico morale". Il concetto è nato negli anni 1970 per spiegare come alcuni problemi siano oggetto di una “ipercostruzione sociale”,cioè problemi socialmente costruiti caratterizzati da una amplificazione sistematica dei dati reali, sia nella rappresentazione mediatica sia nella discussione politica.I panici morali non fanno bene a nessuno. Distorcono la percezione dei problemi e compromettono l’efficacia delle misure che dovrebbero risolverli. A una cattiva analisi non può che seguire un cattivo intervento. Intediamoci: i panici morali hanno ai loro inizi condizioni obiettive e pericoli reali. Non inventano l’esistenza di un problema, ma ne esagerano le dimensioni statistiche. In una serie di pregevoli studi Philip Jenkins ha mostrato come la questione dei preti pedofili sia forse l’esempio più tipico di un panico morale. Sono presenti infatti i due elementi caratteristici: un dato reale di partenza, e un’esagerazione di questo dato ad opera di ambigui “imprenditori morali”Anzitutto, il dato reale di partenza. Esistono preti pedofili. Alcuni casi sono insieme sconvolgenti e disgustosi, hanno portato a condanne definitive e gli stessi accusati non si sono mai proclamati innocenti.Questi casi – negli Stati Uniti, in Irlanda, in Australia – spiegano le severe parole del Papa e la sua richiesta di perdono alle vittime. Anche se i casi fossero solo due – e purtroppo sono di più-sarebbero sempre due casi di troppo. I sociologi sono spesso accusati di lavorare sui freddi numeri dimenticando che dietro ogni numero c’è un caso umano. Ma i numeri, per quanto non siano sufficienti, sono necessari. Sono il presupposto di ogni analisi adeguata. I dati più ampi sono stati raccolti negli Stati Uniti, dove nel 2004 la Conferenza Episcopale ha commissionato uno studio indipendente al John Jay College of Criminal Justice della City University of New York, che non è un’università cattolica ed è unanimemente riconosciuta come la più autorevole istituzione accademica degli Stati Uniti in materia di criminologia. Questo studio ci dice che dal 1950 al 2002 4.392 sacerdoti americani (su oltre 109.000) sono stati accusati di relazioni sessuali con minorenni. Di questi poco più di un centinaio sono stati condannati da tribunali civili. Il basso numero di condanne da parte dello Stato deriva da diversi fattori. In alcuni casi le vere o presunte vittime hanno denunciato sacerdoti già defunti, o sono scattati i termini della prescrizione. In altri, all’accusa e anche alla condanna canonica non corrisponde la violazione di alcuna legge civile: è il caso, per esempio, in diversi Stati americani del sacerdote che abbia una relazione con una – o anche un – minorenne maggiore di sedici anni e consenziente. Ma ci sono anche stati molti casi clamorosi di sacerdoti innocenti accusati. Questi casi si sono anzi moltiplicati negli anni 1990, quando alcuni studi legali hanno capito di poter strappare transazioni milionarie anche sulla base di semplici sospetti. Nel periodo 2002-2010, lo studio del John Jay College notava il “declino notevolissimo” dei casi negli anni 2000. Le nuove inchieste sono state poche, e le condanne pochissime, a causa di misure rigorose introdotte sia dai vescovi statunitensi sia dalla Santa Sede. Le polemiche di queste ultime settimane sulla Germania e l’Austria mostrano una caratteristica tipica dei panici morali: si presentano come “nuovi” fatti risalenti a molti anni or sono, in alcuni casi a oltre trent’anni fa, in parte già noti . Il caso che – come alcuni giornali hanno titolato – “coinvolge il Papa” è a suo modo da manuale. Si riferisce a un episodio di abusi nell’Arcidiocesi di Monaco di Baviera e Frisinga, di cui era arcivescovo l’attuale Pontefice, che risale al 1980. Il caso è emerso nel 1985 ed è stato giudicato da un tribunale tedesco nel 1986, accertando tra l’altro che la decisione di accogliere nell’arcidiocesi il sacerdote in questione non era stata presa dal cardinale Ratzinger e non gli era neppure nota, il che non è strano in una grande diocesi con una complessa burocrazia.

Perché un quotidiano tedesco decida di riesumare questo caso e sbatterlo in prima pagina ventiquattro anni dopo la sentenza dovrebbe essere la vera questione. Per quanto sia poco politicamente corretto dirlo, c’è un dato che è assai più significativo: per oltre l’ottanta per cento i pedofili sono omosessuali, maschi che abusano di altri maschi. E – per citare ancora una volta Jenkins – oltre il novanta per cento dei sacerdoti cattolici condannati per abusi sessuali su minori e pedofilia è omosessuale. Se nella Chiesa Cattolica c’è stato effettivamente un problema, questo non è stato il celibato ma una certa tolleranza dell’omosessualità nei seminari particolarmente negli anni 1970, quando è stata ordinata la grande maggioranza di sacerdoti poi condannati per gli abusi. È un problema che Benedetto XVI sta vigorosamente correggendo. Più in generale il ritorno alla morale, alla disciplina ascetica, alla meditazione sulla vera, grande natura del sacerdozio sono l’antidoto ultimo alle tragedie vere della pedofilia. Anche a questo deve servire l’Anno Sacerdotale.Perché riesumare nel 2010 casi vecchi o molto spesso già noti, al ritmo di uno al giorno, attaccando sempre più direttamente il Papa – un attacco, per di più, paradossale se si considera la grandissima severità del cardinale Ratzinger prima e di Benedetto XVI poi su questo tema? Gli “imprenditori morali” che organizzano il panico hanno un’agenda che emerge sempre più chiaramente, e che non ha veramente al suo centro la protezione dei bambini. La lettura di certi articoli ci mostra come – alla vigilia di scelte politiche, giuridiche e anche elettorali che un po’ dovunque in Europa e nel mondo mettono in questione la somministrazione della pillola RU486, l’eutanasia, il riconoscimento delle unioni omosessuali, in cui quasi solo la voce della Chiesa e del Papa si leva a difendere la vita e la famiglia – lobby molto potenti cercano di squalificare preventivamente questa voce con l’accusa più infamante e oggi purtroppo anche più facile, quella di favorire o tollerare la pedofilia. Queste lobby più o meno massoniche manifestano il sinistro potere della tecnocrazia evocato dallo stesso Benedetto XVI nell’enciclica Caritas in veritate e la denuncia di Giovanni Paolo II, nel messaggio per la Giornata Mondiale della Pace del 1985 (dell’8-12-1984), a proposito di “disegni nascosti” – accanto ad altri “apertamente propagandati” – “miranti a soggiogare tutti i popoli a regimi in cui Dio non conta”.

Davvero è questa un’ora di tenebre, che riporta alla mente la profezia di un grande pensatore cattolico del XIX secolo, il vercellese Emiliano Avogadro della Motta (1798-1865), secondo cui alle rovine arrecate dalle ideologie laiciste avrebbe fatto seguito un’autentica “demonolatria” che si sarebbe manifestata particolarmente nell’attacco alla famiglia e alla vera nozione del matrimonio. Ristabilire la verità sociologica sui panici morali in tema di preti e pedofilia di per sé non risolve i problemi e non ferma le lobby, ma può costituire almeno un piccolo e doveroso omaggio alla grandezza di un Pontefice e di una Chiesa feriti e calunniati perché sulla vita e la famiglia non si rassegnano a tacere.

Tratto da L'Occidente-orientamento quotidiano- di Massimo Introvigne - 26 marzo 2010

Mi scuso per la lunghezza ma ho cercato di sintetizzare al massimo!

Pedofilia e Chiesa Cattolica. Il Papa sapeva?


Questi documenti dimostrano senza ombra di dubbio che la Chiesa era a conoscenza dei numerosi casi di pedofilia perpetrati del reverendo Murphy a danno di bimbi non udenti.
Da essi si evince che la Curia, a conoscenza di atti di libidine di cui il prete si macchiò nel 1974, ritenne giusto sottacere, limitandosi a trasferire il colpevole presso un altra diocesi.
Ancora in questa occasione non viene assolutamente proposto di denunciare l'accaduto alle autorità giudiziali ma si propone di dare al prete un “salutare ammonimento” (parole testuali) intimando al reverendo di celebrare l'Eucaristia solo nella nuova diocesi di appartenenza. Vengono elencati i motivi per cui si ritiene non idoneo istituire neppure un processo canonico e cioè la difficoltà di provare il delitto e la poca attendibilità di una dichiarazione da parte di un sordomuto. Si definisce il pedofilo in abito talare un “bambino difficile” e ci si limita a prendere un impegno per strappargli un qualche tipo di pentimento.
La lettera si conclude con un terrificante “sarà difficile far comprendere alla comunità di sordomuti la lieve entità di questi provvedimenti”.
Il caso (?) ha voluto poi che l'allora Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, cardinale Joseph Ratzinger e l'allora segretario della Congregazione, cardinale Tarcisio Bertone( attuale segretario di Stato) inviassero nel 2001 ai vescovi di tutta la Chiesa cattolica e agli altri ordinari e gerarchi interessati una lettera "De delictis gravioribus" nella quale si fa esplicito riferimento all'istruzione Crimen sollicitationis che individua «i delitti più gravi sia contro la morale sia nella celebrazione dei sacramenti», rivedendo il Crimen sollicitationis alla luce delle recenti riforme dei codici di diritto canonico. La De Delictis Gravioribus a firma di Ratzinger, attribuisce , alla Congregazione per la dottrina della fede, una propria autonoma “giurisdizione” che aveva il suo decorso dal momento della denuncia di un eventuale crimine, fino ai dieci anni successivi al giorno in cui il minore avesse compiuto i diciotto anni d'età. Secondo le istruzioni di Ratzinger, i resoconti delle “indagini preliminari” su ogni singolo caso di abuso avrebbero dovuto essere inviati all'ufficio di cui lui era a capo, il quale ne avrebbe riferito a speciali tribunali vaticani, al cui interno le cariche di giudice, pubblico ministero, notaio e rappresentante legale venivano ricoperte esclusivamente da ecclesiastici. “Situazioni di questo tipo sono coperte dal segreto pontificio”, concludeva la lettera di Ratzinger. L'infrazione del segreto pontificio veniva intesa come una grave azione, perseguibile anche attraverso la scomunica.
Che ne pensate?
Qui troverete la documentazione ufficiale.





sabato 3 aprile 2010

Auguri pasquali



Auguri di Buona Pasqua a tutti voi!
La pace e la serenità possa regnare in tutte le famiglie.

giovedì 1 aprile 2010

No alla pillola RU486, si alla pedofilia.


Possedere la vita degli altri privandoli del libero arbitrio. Limitare le libertà di scelta dei singoli tentando di piegare le esistenze delle donne, degli omosessuali, opprimendo gli ultimi della terra, gli affamati, i malati di Aids, i popoli del terzo mondo, i meno provvisti di pensiero autonomo, quelli che per condizione socio-culturale sono più facilmente suggestionabili.
La campagna vaticana contro la Ru486, la pillola che consente l’aborto sottraendo la donna al dolore fisico di un intervento chirurgico, conferma, semmai ce ne fosse stato il bisogno, il volto spietato delle gerarchie ecclesiastiche. Anatemi, esecrazioni e avvisi di scomunica si sono abbattuti contro il ventre molle del tessuto sociale che dà vita al sistema Italia: la popolazione svantaggiata socio economicamente e la classe politica.
Nel 1988 l’Ru486 fu introdotta in Francia. Seguì immediatamente una levata di scudi della Chiesa che terrorizzò la casa farmaceutica produttrice, Roussel Uclaf, al punto da ritirarla dal commercio. Il governo francese, di ben altra laica statura, accusò a sua volta la Roussel di comportamento antifrancese con il risultato che la distribuzione riprese dopo appena due giorni.
L’Italia precipita nella stessa circostanza ventuno anni dopo… ventuno!
Il governo, intimorito, ricattato e asservito al volere del Vaticano sta cercando di rendere difficile il ricorso alla pillola abortiva con pretesti risibili. Dati scientifici privi di fondamento statistico vengono utilizzati per spaventare sanitari e popolazione, giustificando così un inevitabile protocollo applicativo che probabilmente impedirà, di fatto, alla maggioranza delle donne (le meno informate) la libertà di scelta su come abortire.
In politica, il comportamento che non manifesta buon senso e rispetto per gli individui, non persegue il bene comune. Obbligo morale di ogni politico che ricopre incarichi istituzionali.
La sottomissione dell’attuale governo al potere della Chiesa è sotto gli occhi del mondo.
L’Italia è l’unico paese, tra quelli sviluppati, che subisce la violenza del potere religioso al punto da mettere a rischio i fondamenti laici della Costituzione. Un’interferenza, quella della Vaticano, sempre più spietata che abusa senza cristiana pietà della fragilità di Berlusconi sul terreno dell’etica e della morale. Un capo del Governo disprezzato dalla stampa mondiale, definito “un gran porco” da Paolo Guzzanti, ex suo fervente sostenitore. Ripudiato dalla moglie e “bacchettato” da una delle sue figlie.
Due poteri forti, quello berlusconiano e quello religioso, uniti nell’affrontare le reciproche crisi. Il primo è duramente provato dagli scandali delle escort, il secondo da anni ha perso la forza della dottrina universale.
Le chiese sono sempre meno frequentate, le vocazioni ridotte a tal punto da creare un problema di turnover nelle gerarchie clericali, le finanze sono alla canna del gas (per non parlare poi delle lotte interne). Per fare una mappatura del potere del Vaticano e capire dove esercita maggiormente la sua influenza, basta cercare sulla carta geografica i paesi più poveri, quelli più arretrati, meno alfabetizzati o appena usciti da una dittatura.
La forza di un potere religioso (soprattutto delle confessioni monoteiste) è direttamente proporzionale al livello di arretratezza di un paese. Dove c’è povertà ed ignoranza, c’è sempre una forte autorità religiosa che contribuisce a mantenere le genti di quei paesi nelle condizioni di indigenza esistenziale.
Nonostante l’opera importante delle organizzazioni umanitarie, che vede impegnati anche migliaia di volontari sotto la bandiera del Vaticano, quest’ultimo interviene puntualmente e pesantemente per ristabilire la condizione di arretratezza iniziale. Esplicativa di ciò è l’uscita infelice del Pontefice che, nell’ultimo viaggio in Africa, ha criticato l’uso dei preservativi nella lotta all’Aids. Affermazione priva di riferimenti scientifici, ma così carica d’ignoranza da suscitare anche le critiche aspre di missionari e suore che hanno visto in pericolo anni d’impegno sincero. L’ottusità delle gerarchie ecclesiastiche contrapposta al pragmatismo di chi, con autentico senso di responsabilità, ha deciso di dare una mano.
L’Italia non ha mai brillato di senso laico, ma ora, con un Berlusconi alle corde, il Paese è terreno di conquista per le gerarchie ecclesiastiche. Berlusconi è ricattabile. E’ legittimo pensare che il premier, pur di conservare il potere, negozi con il Vaticano l’assoluzione dei suoi peccati carnali. Un’eventualità disastrosa per la società civile e per i diritti duramente conquistati. Se non ci sarà un colpo di scena, che veda Silvio Berlusconi cadere o abdicare a favore di qualche altro esponente del suo schieramento politico, la strada italiana intraprenderà per lunghi anni la direzione dell’arretratezza e dell’involuzione sociale (peraltro già iniziata).
Ci sono voluti due mesi per far si che i vescovi criticassero, senza mai nominarlo, i comportamenti del premier. Stampa mondiale scandalizzata, diffusione di foto e registrazioni, indagini della magistratura. Silenzio della Chiesa. Silenzio di Berlusconi. Il paese scivola lentamente verso una dimensione morale che Paolo Guzzanti definisce in una sola parola: “mignottocrazia”.
Il Vaticano osserva silenzioso, fa qualche ramanzina, poi torna sui suoi passi rinnovando la stima a Berlusconi (il Pontefice in occasione del G8), poi un nuovo affondo, ma nulla a confronto con la crociata intrapresa contro l’approvazione, da parte dell’Aifa, della commercializzazione della Ru486. Se la Chiesa avesse utilizzato contro Berlusconi solo un decimo della potenza di fuoco impegnata contro la pillola abortiva, oggi il premier vivrebbe in esilio con il suo amico Putin.
Ma la Chiesa ha bisogno di Berlusconi, come Berlusconi della Chiesa. L’affondo non ci sarà, e l’accordo tra il premier frequentatore di escort a pagamento ed il Vaticano, quando sarà concluso, verrà suggellato da una pomposa udienza papale. Quella che da mesi il capo del Governo sta cercando di ottenere. Quella sarà la fumata bianca che annuncerà al mondo che l’Italia si avvia ad essere amministrata da un governo fantoccio, agli ordini del Chiesa cattolica.
Le gerarchie ecclesiastiche godranno di più denaro e di una rinnovata forza per legiferare in questo Paese. Continueranno a fare con maggiore vigore, soldi e protezione politica quello che già fanno.
Uomini in abito talare che argomentano sui valori irrinunciabili della famiglia senza avere esperienza alcuna della gioia, del peso e delle responsabilità che accompagnano la vita di un nucleo familiare.
Uomini senza figli che raccontano le gioie della procreazione ed indicano la strada per allevare una prole timorata di Dio.
Uomini che non hanno rapporti sessuali ( quando non sono pedofili ndr), perché legati ad un voto di castità, che pretendono di dettare i principi della contraccezione. Senza competenze scientifiche, supportati da medici che spesso hanno sostituito alla scienza la dottrina, diffondono il valore dell’astinenza e, nel peggiore dei casi, illustrano i metodi naturali per evitare gravidanze indesiderate. Gli stessi utilizzati dalla donna romana che sull’Unità ha denunciato di aver interrotto la gravidanza in Svizzera, con l’Ru486.
Uomini ignoranti dei progressi scientifici che appongono limiti alla ricerca, come nel caso delle staminali. Che pretendono, con successo, una legge (la 40) che stabilisca il numero degli ovuli da fecondare limitando le possibilità di riuscita di una inseminazione artificiale, che impedisce la diagnosi preimpianto per i portatori di malattie genetiche, che devono sperare che la legge sull’aborto volontario continui a proteggerli in caso di diagnosi infausta.
Uomini anziani, con potere e denaro, che decidono del nostro fine-vita, sottraendoci il diritto di rifiutare una pratica medica inutile.
La Chiesa per essere ascoltata e seguita necessita di povertà, ignoranza, attitudine alla superstizione e, soprattutto, denaro.
L’Italia, tra i paesi ricchi, resta l’ultimo forziere di qualità che ogni anno ingrassa con centinaia di milioni di euro le casse del Vaticano. Quest’ultimo non può fare a meno dell’Italia, per questo motivo, come notava qualche giorno fa Emma Bonino, lancia avvisi di scomunica solo sul territorio italiano. Nel resto dell’Europa, si limita a semplici proteste, soprattutto dopo che la Spagna di Zapatero ha minacciato di riconsiderare i finanziamenti alla Chiesa cattolica.
Berlusconi ha fondato il suo potere impoverendo l’anima di questo Paese.
L’ha educato con le televisioni al sentimento rozzo e al pensiero semplice sottraendolo alla naturale evoluzione intellettuale. Facendo emergere un sentimento generalizzato di stampo razzista e xenofobo, ha di fatto innalzato il livello di tolleranza verso i difetti del berlusconismo con le sue deviazioni morali e politiche.
Le ragazze di oggi, non certo le figlie dei borghesi, ma quelle figlie di un Dio minore, guardano con ammirazione le veline, inconsapevoli che un’esistenza possa contemplare traguardi ben più nobili.
Gli uomini ammiccano con simpatia e complicità alle avventure sessuali del premier.
Ne ignorano le implicazioni politiche ritenendo superfluo che starlette da calendario ricoprano, non per meriti o competenze, incarichi di governo o di rappresentanza in Europa. Gente che rifiuta scientemente il sentimento dell’indignazione. Quello che invece, al nome di Berlusconi, scuote i popoli di mezzo modo.
Concordato e leggi razziali fasciste. Quello che abbiamo di fronte è un film già visto.
Già nel 1937 la Chiesa, pur condannando l’antisemitismo nazista di Hitler con un’eciclica, la Mit brennender Sorge, chiuse un occhio nel 1938 sulla promulgazione delle leggi razziali fasciste di Mussolini. Solo sparuti brontolii di qualche vescovo. Poi tacque.
Un silenzio pre-pagato profumatamente da Mussolini nel 1929 che, con la firma dei Patti Lateranensi, fondava lo Stato del Vaticano riconoscendo così l'indipendenza e la sovranità della Santa Sede. Come se non bastasse, oltre all'esenzione dalle tasse e dai dazi sulle merci importate, il Vaticano ottenne una cifra pari a 4 miliardi di euro attuali a titolo di risarcimento per i danni finanziari subiti dallo Stato pontificio in seguito alla fine del potere temporale. Un silenzio costosissimo.
Se il Vaticano avesse tuonato allora contro le leggi razziali, come fa oggi contro la RU486, forse la storia di questo Paese sarebbe stata diversa e molte morti sarebbero state evitate. Oggi minaccia di scomunica le donne ed i medici che utilizzeranno la pillola abortiva. Ma non riservò lo stesso trattamento a chi promulgò e applicò quelle leggi vergognose.
Berlusconismo e Chiesa cattolica, le due facce di una stessa medaglia. Quella del denaro e del potere sui non allineati, sui giovani, sulle donne, sugli ultimi della terra.

Mauro David
P. S. Ma quando si parla di libertà, in realtà a che cosa si riferiscono??

Regionali Campania 2010: eletti e trombati.

Qualcuno è rimasto senza la protezione dell'ombrello napoletano ed adesso comincia a scrutare timoroso il cielo con la paura che si formi un bel temporale.
E' vero che indossa ancora un bel impermeabile anti- pioggia, ma è pur vero che, se l'acqua è tanta , l'impermeabile, senza il riparo di un bel ombrellone, serve a poco, tanto più che il padrone dell'impermeabile potrebbe essere tentato di farselo ridare per darlo ad un altro ed evitare  così che diventi inservibile.
Che dire? Facciamoci una bella danza della pioggia ed auguriamoci che l'impermeabile si inzuppi al punto da diventare fradicio : vedremo poi se è capace di stare sotto la pioggia o dovrà rincasare.
Vedo certi nuvoloni all'orizzonte....

Comunicato interno,personale



Per tutti coloro che mi hanno chiesto amicizia e volevano contattarmi personalmente,mi sono iscritta a facebook .
Cercatemi e contattatemi,sono Mascia Agresti,a presto.

Per non dimenticarli!

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Santa Maria Capua Vetere ( Caserta)