domenica 11 ottobre 2009

Decreto Brunetta: un altro flop!


Secondo il Ministro è la rivoluzione copernicana che renderà efficienti e competitive le pubbliche amministrazioni, ma la filosofia di fondo è quella che ha contraddistinto il suo operato fino ad oggi: i pubblici dipendenti sono tutti fannulloni, costano troppo e il sindacato è un intralcio. E quindi la legge ha l’unico scopo di evitare la contrattazione integrativa e limitare il ruolo del sindacato, bloccare le carriere, ridurre ulteriormente il potere d’acquisto dei pubblici dipendenti, umiliarli con il continuo richiamo a valutazioni, provvedimenti disciplinari, punizioni anche economiche. Per il premier Berlusconi e per il ministro Brunetta che l’hanno presentata, «è una rivoluzione » (l’ennesima) che renderà il paese più «moderno». Per i critici è però un’occasione persa visto che riconsegna gli uffici pubblici ai politici di ogni ordine e grado, cui si concede ampia discrezionalità nel fare e disfare, mentre alcune misure riguardano una platea ristretta di dipendenti.
Il Ministro, è l'accusa più ricorrente, introduce un sistema autoritario, incentrato su una dirigenza sottoposta ad un pesante controllo politico.


E veniamo al contenuto del provvedimento:
Il Governo, in pratica, ha la delega per introdurre strumenti di valorizzazione del merito e di incentivazione della produttività anche mediante “il principio di selettività e di concorsualità nelle progressioni di carriera e nel riconoscimento degli incentivi” e quindi: risorse solo ai singoli che verranno giudicati meritevoli; valutazione positiva che diventerà titolo per la carriera, anche per le progressioni economiche; parte delle economie conseguite con i risparmi sui costi di funzionamento erogate solo al personale direttamente coinvolto. Il Governo toglie la possibilità di contrattare l’ordinamento del personale: infatti si prevede che le progressioni di carriera avvengano solo per concorso pubblico con riserva di posti per gli interni non superiore al 50%. Inoltre è prevista la riserva di accesso dall’esterno nelle posizioni economiche apicali.
Questa legge ci riporta al periodo delle qualifiche funzionali il cui effetto è stato che le carriere sono state bloccate per 15-20 anni, mentre sono state la contrattazione integrativa e la riforma degli ordinamenti ad accelerarle. Ora, invece, sono introdotte pesanti limitazioni e controlli sui costi della contrattazione integrativa.
E veniamo alla valutazione della parola chiave di questa controriforma : il “merito”. È un perno della “rivoluzione”, incentivarlo significa più produttività individuale. Il meccanismo che si introduce è questo: non più di un quarto dei dipendenti di ogni amministrazione potrà beneficiare del trattamento accessorio nella misura del 50%. Ovviamente chi non viene giudicato meritevole, non prende premi. Gli obiettivi da raggiungere sono definiti dai politici e viene istituita un’Authority nazionale che valuterà l’operato delle amministrazioni, costo stimato di ben 6 (dico SEI) milioni in due anni (2009-2010). Ancora: ogni amministrazione avrà il “suo” organismo di valutazione di dirigenti e dipendenti. «Ma questa operazione di incentivi al merito distribuiti secondo fasce, riguarda un numero limitato di persone - spiega Michele Gentile, responsabile del dipartimento Settori pubblici della Cgil-. Si tratta di meno di 500mila lavoratori, per lo più dei ministeri, degli enti pubblici non economici e delle agenzie fiscali».
Se questa azione non fosse dettata da pregiudizio e facili slogan, il ministro si accorgerebbe che i contratti già consentono di valutare i dipendenti, di distribuire in modo equo le risorse del salario accessorio sulla base delle predette valutazioni, di formarli, di sottoporli a sanzioni( licenziamento incluso)in caso di inadempienze rispondendo meglio alle esigenze e alle finalità di una moderna pubblica amministrazione.Ed allora quale sarebbe la portata di questa rivoluzione? Quali gli elementi nuovi in grado di incidere sulla qualità dei servizi offerti che, dati del Ministro Brunetta alla manoa, raggiungono la quota del 80% del grado di soddisfazione degli utenti?

Queste norme, di fatto, non permetteranno alle Amministrazioni di adeguare l’organizzazione del lavoro alle proprie esigenze, tanto più che le norme potranno essere derogate dalla contrattazione o dai regolamenti solo se espressamente previsto dalla legge. Ma se l’applicazione risulterà incompatibile con le autonomie si potrà applicare solo alle amministrazioni centrali dello Stato; quindi le amministrazioni autonome eserciteranno la loro potestà legislativa o regolamentare con la conseguente frammentazione delle regole e dei diritti. E’ la “tomba” dei contratti nazionali come cornice di solidarietà: le leggi, anche regionali, e gli statuti e i regolamenti degli enti locali possono definire trattamenti economici e normativi per persone e gruppi di persone ed i contratti collettivi non possono intervenire. In un paese con più di 8mila comuni, 109 province e 20 regioni è facile immaginare che cosa può accadere a ogni vigilia elettorale «tanto in fatto di clientele, privilegi, lobby, quanto in termini di aumento di spesa».

Conclusioni:
Le norme previste dal disegno di legge ora approvato definitivamente non portano allo snellimento delle procedure e ad una vera efficienza né pongono un freno alle
dinamiche clientelari che hanno dilatato a dismisura la spesa pubblica. La legificazione del rapporto di pubblico impiego riporta a situazioni già viste: un intervento improprio della politica nell’organizzazione del lavoro e nelle relazioni sindacali.
Il provvedimento approvato, ultimo di una serie di provvedimenti che iromette di inseguire l’obiettivo di una maggiore efficienza e qualità nella pubblica amministrazione dietro il paravento della lotta ai fannulloni,nasconde
invece la volonta’ di privatizzare la maggior parte dei servizi pubblici e tagliare dove è piu’ possibile i posti stabili della pubblica amministrazione.
Un altro rilievo riguarda il sistema della contrattazione e la democrazia nei luoghi di lavoro. Il decreto blocca infatti il voto per il rinnovo delle Rsu, le rappresentanze sindacali nei luoghi di lavoro, prorogando quelle in essere. Se si considera che nel comparto scuola le elezioni erano già state indette, si capisce che non è un bell’esercizio di democrazia. Ma in questo caso, il ministro Brunetta si sarebbe limitato - così spiega in una nota - ad accogliere la richiesta di molte sigle sindacali, a cominciare da Cisl e Uil. Contraria al blocco è la Cgil che, data la sua azione sindacale contro i provvedimenti del governo, certo avrebbe fatto incetta di voti alle prossime elezioni nella scuola. È per questo che non si vota?

P.S. Vorrei ricordare al Ministro Brunetta che la parola "performance" ha, in lingua italiana, un ottimo vocabolo corrispondente " prestazione" che rende il significato come e meglio del termine anglosassone usato, probabilmente, per conferire maggiore dignità al provvedimento.

P.P.S. Avete riconosciuto dalla foto l'ex deputato dimissionario che attualmente si trova in affidamento ai servizi sociali? Ecco, dedicasse, il Ministro Brunetta, un pò del suo tempo ai suoi attuali colleghi di lavoro!


Secondo il Ministro è la rivoluzione copernicana che renderà efficienti e competitive le pubbliche amministrazioni, ma la filosofia di fondo è quella che ha contraddistinto il suo operato fino ad oggi: i pubblici dipendenti sono tutti fannulloni, costano troppo e il sindacato è un intralcio. E quindi la legge ha l’unico scopo di evitare la contrattazione integrativa e limitare il ruolo del sindacato, bloccare le carriere, ridurre ulteriormente il potere d’acquisto dei pubblici dipendenti, umiliarli con il continuo richiamo a valutazioni, provvedimenti disciplinari, punizioni anche economiche. Per il premier Berlusconi e per il ministro Brunetta che l’hanno presentata, «è una rivoluzione » (l’ennesima) che renderà il paese più «moderno». Per i critici è però un’occasione persa visto che riconsegna gli uffici pubblici ai politici di ogni ordine e grado, cui si concede ampia discrezionalità nel fare e disfare, mentre alcune misure riguardano una platea ristretta di dipendenti.
Il Ministro, è l'accusa più ricorrente, introduce un sistema autoritario, incentrato su una dirigenza sottoposta ad un pesante controllo politico.


E veniamo al contenuto del provvedimento:
Il Governo, in pratica, ha la delega per introdurre strumenti di valorizzazione del merito e di incentivazione della produttività anche mediante “il principio di selettività e di concorsualità nelle progressioni di carriera e nel riconoscimento degli incentivi” e quindi: risorse solo ai singoli che verranno giudicati meritevoli; valutazione positiva che diventerà titolo per la carriera, anche per le progressioni economiche; parte delle economie conseguite con i risparmi sui costi di funzionamento erogate solo al personale direttamente coinvolto. Il Governo toglie la possibilità di contrattare l’ordinamento del personale: infatti si prevede che le progressioni di carriera avvengano solo per concorso pubblico con riserva di posti per gli interni non superiore al 50%. Inoltre è prevista la riserva di accesso dall’esterno nelle posizioni economiche apicali.
Questa legge ci riporta al periodo delle qualifiche funzionali il cui effetto è stato che le carriere sono state bloccate per 15-20 anni, mentre sono state la contrattazione integrativa e la riforma degli ordinamenti ad accelerarle. Ora, invece, sono introdotte pesanti limitazioni e controlli sui costi della contrattazione integrativa.
E veniamo alla valutazione della parola chiave di questa controriforma : il “merito”. È un perno della “rivoluzione”, incentivarlo significa più produttività individuale. Il meccanismo che si introduce è questo: non più di un quarto dei dipendenti di ogni amministrazione potrà beneficiare del trattamento accessorio nella misura del 50%. Ovviamente chi non viene giudicato meritevole, non prende premi. Gli obiettivi da raggiungere sono definiti dai politici e viene istituita un’Authority nazionale che valuterà l’operato delle amministrazioni, costo stimato di ben 6 (dico SEI) milioni in due anni (2009-2010). Ancora: ogni amministrazione avrà il “suo” organismo di valutazione di dirigenti e dipendenti. «Ma questa operazione di incentivi al merito distribuiti secondo fasce, riguarda un numero limitato di persone - spiega Michele Gentile, responsabile del dipartimento Settori pubblici della Cgil-. Si tratta di meno di 500mila lavoratori, per lo più dei ministeri, degli enti pubblici non economici e delle agenzie fiscali».
Se questa azione non fosse dettata da pregiudizio e facili slogan, il ministro si accorgerebbe che i contratti già consentono di valutare i dipendenti, di distribuire in modo equo le risorse del salario accessorio sulla base delle predette valutazioni, di formarli, di sottoporli a sanzioni( licenziamento incluso)in caso di inadempienze rispondendo meglio alle esigenze e alle finalità di una moderna pubblica amministrazione.Ed allora quale sarebbe la portata di questa rivoluzione? Quali gli elementi nuovi in grado di incidere sulla qualità dei servizi offerti che, dati del Ministro Brunetta alla manoa, raggiungono la quota del 80% del grado di soddisfazione degli utenti?

Queste norme, di fatto, non permetteranno alle Amministrazioni di adeguare l’organizzazione del lavoro alle proprie esigenze, tanto più che le norme potranno essere derogate dalla contrattazione o dai regolamenti solo se espressamente previsto dalla legge. Ma se l’applicazione risulterà incompatibile con le autonomie si potrà applicare solo alle amministrazioni centrali dello Stato; quindi le amministrazioni autonome eserciteranno la loro potestà legislativa o regolamentare con la conseguente frammentazione delle regole e dei diritti. E’ la “tomba” dei contratti nazionali come cornice di solidarietà: le leggi, anche regionali, e gli statuti e i regolamenti degli enti locali possono definire trattamenti economici e normativi per persone e gruppi di persone ed i contratti collettivi non possono intervenire. In un paese con più di 8mila comuni, 109 province e 20 regioni è facile immaginare che cosa può accadere a ogni vigilia elettorale «tanto in fatto di clientele, privilegi, lobby, quanto in termini di aumento di spesa».

Conclusioni:
Le norme previste dal disegno di legge ora approvato definitivamente non portano allo snellimento delle procedure e ad una vera efficienza né pongono un freno alle
dinamiche clientelari che hanno dilatato a dismisura la spesa pubblica. La legificazione del rapporto di pubblico impiego riporta a situazioni già viste: un intervento improprio della politica nell’organizzazione del lavoro e nelle relazioni sindacali.
Il provvedimento approvato, ultimo di una serie di provvedimenti che iromette di inseguire l’obiettivo di una maggiore efficienza e qualità nella pubblica amministrazione dietro il paravento della lotta ai fannulloni,nasconde
invece la volonta’ di privatizzare la maggior parte dei servizi pubblici e tagliare dove è piu’ possibile i posti stabili della pubblica amministrazione.
Un altro rilievo riguarda il sistema della contrattazione e la democrazia nei luoghi di lavoro. Il decreto blocca infatti il voto per il rinnovo delle Rsu, le rappresentanze sindacali nei luoghi di lavoro, prorogando quelle in essere. Se si considera che nel comparto scuola le elezioni erano già state indette, si capisce che non è un bell’esercizio di democrazia. Ma in questo caso, il ministro Brunetta si sarebbe limitato - così spiega in una nota - ad accogliere la richiesta di molte sigle sindacali, a cominciare da Cisl e Uil. Contraria al blocco è la Cgil che, data la sua azione sindacale contro i provvedimenti del governo, certo avrebbe fatto incetta di voti alle prossime elezioni nella scuola. È per questo che non si vota?

P.S. Vorrei ricordare al Ministro Brunetta che la parola "performance" ha, in lingua italiana, un ottimo vocabolo corrispondente " prestazione" che rende il significato come e meglio del termine anglosassone usato, probabilmente, per conferire maggiore dignità al provvedimento.

P.P.S. Avete riconosciuto dalla foto l'ex deputato dimissionario che attualmente si trova in affidamento ai servizi sociali? Ecco, dedicasse, il Ministro Brunetta, un pò del suo tempo ai suoi attuali colleghi di lavoro!


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22 Comments:

Anonimo dice...

Speriamo che Brunetta includa fra i dipendenti della P.A. anche dirigenti faziosi, collusi, compiacenti, scorretti, inetti, inefficienti, smidollati e demiurghi di fannulloni...... Interessante il punto "...il meccanismo di valutazione sarà gestito da un'autorità indipendente.....", MAGARI!!!!!....Così non vedremo iniqui ed illegittimi collegi di persone che valutano a loro piacimento.... o altre valutate in base alla simpatia (ammesso che da noi ci siamo persone simpatiche...)!! vuoi vedere che 'sto Brunetta qualcosina e qualcuno lo mette a posto????

Anonimo dice...

Nella manifestazione tenutasi a Roma l'altro giorno,contro la libertà di stampa lo scrittore Saviano ha detto - "L'indifferenza è pericolosa" -.E' proprio vero.
Vogliono snaturare la figura del dipendente, renderlo una specie di badante del capo-ufficio.
Immaginatevi quel dipendente che dissente con il proprio dirigente.
Con questa riforma, al "capo" gli è concesso di sparare a vista sul dipendente,e renderlo invisibile/servile.
Faccio mio il richiamo dello scrittore Saviano:denunciate ogni sopruso, non restate indifferenti.
Per il ministro, i guai di questo paese,non sono la grande criminalità, l'evasione fiscale,il continuo tentativo di indebolire la magistratura. No,nulla di tutto questo. Il problema sono i dipendenti e, quindi annientarli con ogni mezzo.
Plinio Il Giovane

mario dice...

ma il decreto brunetta un flop.
ok?
ma vi domando na cosa a cui VORRETE DARMI UNA RISPOSTA E NON DITE CHE ANCHE QUESTA E' COLPA DI BRUNETTA CHE URLO.
circolano da un po di tempo gli stipendi di alcuni dirigenti comunali nostri sammaritani e mi sembrano un poco esagerati visti i risultati che il nostro bel comune sta' producendo.
Ora, premesso che il Decreto Brunetta non risole NIENTE, VI DOMANDO:
sarebbe il caso che anche nella pubblica amministrazione ci sia piu' incisivita nella repressione di casi di assenteismo, scarsa produttivita, avanzamenti di carriera politicizzati al massimo?
che dite facciamo lavorare "TUTTI E BENE", e non solo voi, che siete degli onesti lavoratori?
saluti
mario

Anonimo dice...

mhò ai ragione!!!!!!!!!!!

Anonimo dice...

Ma chi è quello che dorme in parlamento?
Bisognerebbe cacciarlo via a calci nel culo!

Anonimo dice...

L'hanno già cacciato, o meglio si è dimesso.

Anonimo dice...

Berlusconi critica la stampa estera perchè, secondo lui, SPUTTANA il paese!!
Della serie: senti chi parla; oppure della serie : quanto è grande la faccia tosta di quest'uomo!
Se, magari, prima di parlare per sparare ca**ate riflettesse un attimo, eviterebbe di mettere in imbarazzo tutti i suoi connazionali che NULLA hanno a che vedere con pu**ane ed escort ( io addirittura credevo che fossero il modello della Ford!).

mascia dice...

Facendo riferimento a quanto pubblicato da Plinio,nn ne sarei tanto contenta.
Dare tanto potere ad un dirigente significa affidargli uno strumento potentissimo, che avallato dal consenso legale, gli concede la possibilita' di gestire il tutto cm meglio gli fa comodo e soprattutto a vantaggio di chi gli aggrada di piu'.
Ai dipendenti sara' carpita la possibilita' di potersi ribellare,di esprimere liberamente le proprie opinioni,di protestare in caso d'ingiustizie subite e dovranno soccombere al "capo" sempre e cmq x nn rischiare di essere messi nella categoria dei "cattivi"!(Pensate a quelli che gia' ne fanno parte!)
Questa strategia potrebbe essere applicabile se nella realta' esistessero dirigenti muniti di una certa moralita',equi,giusti imparziali ma giacche' l'esperienza ci insegna il contrario la salvezza è riservata sl agli "sciacquini" e ai "lecchini".
Alla fine si arrivera' ad essere
tutti "caporali" e niente "uomini?
Denunciare i soprusi?
Scusate a che servirebbe?
Quante volte sn stati denunciati e ditemi a cosa e' servito?
A peggiorare le cose sl a chi ha avuto il coraggio di farlo!!!
Ristretto il tutto al ns contesto,
"stamm' frisk' e scunsulat'!"
Chi continuera' ad abbuffarsi e chi................
Dare ulteriore potere a chi e' gia' convinto di averne tanto sara'............la catastofe!!

mario dice...

cara mascia
buona sera
la mia era ed e' bella e buona provocazione
nient'altro.
concordo con le tue parole.
ma sarebbe il caso di rivedere una volta e per tutte la pubblica amministrazione, partendo dall'alto e non dal basso.
i primi a pagare per me debbono essere i dirigenti e non gli impiegati.
quelli pagati a decine di migliaia di euro e a salire.
come quelli a cui mi riferivo nel mio primo commento su questo post.
perche', e CONCORDERAI , che nella nostra amministrazione comunale ci sono tanti dirigenti che dovrebbero darsi da fare?
un po' di pressing ai dirigenti non sarebbe male o no?
saluti
mario

Anonimo dice...

Speriamo che chi da gli incarichi ai dirigenti ( il Sindaco) si dia una mossa!
Se a qualche dirigente di qualche comune della provincia di caserta si dice che scalda solo la sedia, gli si fa addirittura un complimento.Anzi, per quello che lo pagano, se sta fermo costa meno alla collettività.

mascia dice...

Mica tanto, a furia di giocare cn la sedia girevole,gira e rigira,ha avuto la felice idea di inventarsi "le rotonde"........

l'antiriformista dice...

Leggete con calma quello che sto per pubblicare,preso da internet.
"INCENTIVI - Il decreto stabilisce che non più di un quarto dei dipendenti di ciascuna amministrazione potrà beneficiare del trattamento accessorio nella misura massima prevista dal contratto; non più della metà potrà goderne in misura ridotta al 50%; ai lavoratori meno meritevoli non sarà corrisposto alcun incentivo. Saranno istituite Commissioni per la valutazione, la trasparenza e l'integrità e Organismi di valutazione in ogni amministrazione. Il decreto si propone di dare inizio a un processo di convergenza con il settore privato. Infatti il testo prevede che il dirigente sia il responsabile della gestione delle risorse umane e della qualità e quantità del prodotto delle pubbliche amministrazioni. Viene stabilito anche il principio della inderogabilità della legge da parte della contrattazione. Viene rafforzata l'Aran, Agenzia per la rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni. Vengono infine fissate nuove procedure per l'accesso alla dirigenza. Nel decreto infatti si stabilisce che l'accesso alla qualifica di prima fascia nelle amministrazioni statali e negli enti pubblici non economici avviene per concorso pubblico per titoli ed esami, indetto dalle singole amministrazioni per il 50% dei posti disponibili annualmente."
quindi:
È ovvio che chi dice che ha ragione il ministro Brunetta significa che non sa nulla di come funziona una Pubblica Amministrazione in Italia! Assegnare gli incentivi in base "al merito e alla produttività", ma riservandoli solo ad un 50% di dipendenti, significa che ne beneficeranno solo i dipendenti più anziani, i raccomandati, gli imboscati politici, chi vanta "diritti di parentela" [perché, com'è noto, Asl e Comuni sono aziende a conduzione familiare]. Dunque, e ancora più di prima, chi resterà fuori dalla torta sarà l'impiegato onesto privo di santi in paradiso. Ma davvero c'è ancora qualcuno che crede che un dirigente avrebbe il coraggio di assegnare un incentivo a un impiegato giovane, capace e volenteroso piuttosto che a uno con 30 anni di servizio che ormai attende solo la pensione? Ma quando mai! Con la prassi della ripartizione degli incentivi fra tutti gli impiegati si riducevano le ingiustizie, ora invece ne beneficeranno tutti fuorché quelli meritevoli!

gattaccio perfido dice...

e quale sarà il criterio di assegnazione dei premi, chi lecca di più?

mario dice...

salute a tutti
io avrei una idea
potrebbe essere una fesseria ma si puo' fare.
gli incentivi invece di darli ai singoli dipendenti agli uffici piu' produttivi, ovvero alle sezioni.
usando caso mai un metro di valutazione che coinvolga tutti i dipendenti e non solo quelli che lavorano?
compreso i dirigenti
E SOLO UNA IDEA
niente contro nessuno
saluti
mario

mascia dice...

scusa Mario ma nn ho capito la tua idea!!

Anonimo dice...

Mascia,
quello che scrive il sig.Mario,
lo capisce solo lui.

mario dice...

fermi che e' venuto uno schifo di commento.
non lo avevo visto
scusami cara mascia ma mi sembra di aver scritto con i piedi.
caro anonimo tu potresti essere chiamato a giudicare i tuoi colleghi.
rallenta la boria.
riscrivo il commento.
invece di proporrre incentivi per i singoli dipendenti, proporre dei piani di incentivi per un intero ufficio, sezione, o dipartimento.
premiare un gruppo di lavoratori tutti insieme a partire dal dirigente/responsabile e fino all'ultimo arrivato.
ci sarebbero meno discriminazioni.
mi sono spiegato?
spero di si
comunque caro anonimo spara qualche commento e mettiti in discussione, vedi io lo faccio anche a rischio di figure ed errori ma lo faccio
saluti
mario

mascia dice...

Oggi voglio farvi conoscere un proverbio romano:
"Chi entra papa ner conclave, ne risorte cardinale"
Il significato più immediato del proverbio è che non è mai il caso di essere certi della vittoria, fino a quando non si è ottenuta davvero. Ricorda un po' gli incontri di tennis più interessanti, quelli in cui il giocatore più alto in classifica entra strafavorito ed esce sconfitto dall'outsider dopo cinque ore di un estenuante match pieno di break.
Libera interpretazione!!!!

Anonimo dice...

Salve,sono una dip. statale e vorrei trovare un referente per delle angherie che subisco vedendo dei privilegi che usufruiscono nel mio stesso ambito lavorativo degli altri civili ed il lassismo nel mettere ordine del mio dirigente superiore. Non è una rippicca la mia, ma solo un profondo senso di giustizia che mi muove: dovremmo avere tutti gli stessi DIRITTI oltre gli stessi DOVERI! Vorrei solo che tutti fossimo uguali!

mascia dice...

E' un sogno di tanti.....
purtroppo è un privilegio di chi negli anni ha mangiato tanti di quei coni gelato che alla fine ha imparato così bene a "leccare" da farlo diventare un vero e proprio mestiere........
scusa il sarcasmo ma pur essendo un diritto per tutti sta diventando sempre più una prerogativa di quei pochi che non hanno più dignità e che si ribassano a tutto pur di continuare ad essere i prediletti....
Ti cito un vecchio proverbio:
"I sold' fann' v'nì a' vista ai cecati!"
ed aggiungo:
preferirei mille volte essere cieca che la "sguattera" di qualcuno e preferisco mille volte avere al mio fianco un uomo che la mattina si può guardare nello specchio ed essere esempio di correttezza per i figli che un uomo a cui sono costretta sempre a rattoppare il dietro dei pantaloni o a comprargli l'amuchina per fargli sciacquare la lingua!!!

mario dice...

ciao mascia!ùquindi qualcosa che non va nella amministrazione pubblica ci sta
qualcosa va cambiata o no?

mascia dice...

si deve iniziare dalle radici!!

Per non dimenticarli!

Punteggio sito web istituzionale Comune di Santa Maria Capua Vetere

Scorri sotto ( senza cliccare qui!) le valutazioni del sito sammaritano a cura della Presidenza del Consiglio.

Santa Maria Capua Vetere ( Caserta)