Diceva Don Milani :"Se voi… avete diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri, allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni son la mia Patria, gli altri i miei stranieri". Ed allora, per dissociarsi da una politica che sempre più opprime i deboli e parteggia per i più forti è nata , ad opera del gruppo non sono bianco, non sono nero, voglio essere a colori , l'iniziativa di inviare una lettera al Presidente della Repubblica.
Se anche voi intendete dissociarvi e non essere complici di questa politica discriminatoria e razzista, non avete da far altro che copiare ed incollare il testo della lettera seguente ed inviarlo tramite questo link al Presidente della Repubblica.
La Storia italica ha nelle sue stesse radici, più che in ogni altro angolo del mondo, una componente : la risultante millenaria dell’incontro tra grandi civiltà diverse, che hanno fatto sì che nel nostro stesso patrimonio genetico di abitanti di questa penisola siano inevitabilmente presenti elementi di multietnicità. Persino i nostri stessi caratteri somatici testimoniano questa verità: si provi ad entrare in una qualsiasi aula scolastica frequentata anche da soli cittadini italiani in qualunque regione italiana e si noterà che, a differenza che in paesi anglosassoni, scandinavi, slavi, lì troviamo volti i più diversi : mori, biondi, rossi, castani ; occhi neri, occhi azzurri, pelle scura, pelle olivastra, pelle chiara: sono proprio loro, i nostri figli !
I Padri Costituenti la Repubblica vollero solennemente sancire principi fondamentali che l’art. 3C ci ricorda: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Ma oggi appare così lontana l’osservanza di tali principi che, per quelli, che come noi, ne hanno fatto la loro base etica di vita, l’indignazione ha raggiunto un livello di non più sopportazione. Nel ricordare che l’Italia ha aderito alle piu'importanti convenzioni internazionali in tema di diritti umani, I cittadini, che si sono raccolti intorno al gruppo titolato : non sono bianco, non sono nero, voglio essere a colori , presente tra le pagine del social network “Facebook”, si rivolgono ad Ella, Signor Presidente della Repubblica, affinchè ci sia un Suo intervento chiaro, nelle vesti di Garate della Carta Costituzionale, inteso a far valere quei principi, a richiamare il governo di questo Paese all’osservanza di quei principi, a sanzionare senza esitazione quelle formazioni partitiche che si sono distinte per atteggiamenti e propositi xenofobi e razzisti.Noi Le inviamo questa nostra richiesta fiduciosi.Ci auguriamo quanto prima che vengano presi provvedimenti chiari, intesi a porre un freno a quest’ondata di razzismo nel nostro Paese.Il nostro gruppo, che non è il solo, ha però anche una precisa posizione che è quella, nel caso di insensibilità a questa nostra richiesta, di procedere a manifestazioni e proteste senza fermarci, intenzionati a condurre un’azione di civile lotta contro ogni forma di discriminazione razziale e ingiustizia sociale nei confronti dei deboli di qualsiasi etnia.
La ringraziamo per l’attenzione.
Se anche voi intendete dissociarvi e non essere complici di questa politica discriminatoria e razzista, non avete da far altro che copiare ed incollare il testo della lettera seguente ed inviarlo tramite questo link al Presidente della Repubblica.
Alla Presidenza della Repubblica.
Il nostro Paese oggi non è quello immaginato, né dagli Italiani del Risorgimento, né dai Partigiani della Resistenza, specialmente quando esso si macchia di gravissime colpe come quella di essere diventato terra di discriminazioni razziali.La Storia italica ha nelle sue stesse radici, più che in ogni altro angolo del mondo, una componente : la risultante millenaria dell’incontro tra grandi civiltà diverse, che hanno fatto sì che nel nostro stesso patrimonio genetico di abitanti di questa penisola siano inevitabilmente presenti elementi di multietnicità. Persino i nostri stessi caratteri somatici testimoniano questa verità: si provi ad entrare in una qualsiasi aula scolastica frequentata anche da soli cittadini italiani in qualunque regione italiana e si noterà che, a differenza che in paesi anglosassoni, scandinavi, slavi, lì troviamo volti i più diversi : mori, biondi, rossi, castani ; occhi neri, occhi azzurri, pelle scura, pelle olivastra, pelle chiara: sono proprio loro, i nostri figli !
I Padri Costituenti la Repubblica vollero solennemente sancire principi fondamentali che l’art. 3C ci ricorda: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Ma oggi appare così lontana l’osservanza di tali principi che, per quelli, che come noi, ne hanno fatto la loro base etica di vita, l’indignazione ha raggiunto un livello di non più sopportazione. Nel ricordare che l’Italia ha aderito alle piu'importanti convenzioni internazionali in tema di diritti umani, I cittadini, che si sono raccolti intorno al gruppo titolato : non sono bianco, non sono nero, voglio essere a colori , presente tra le pagine del social network “Facebook”, si rivolgono ad Ella, Signor Presidente della Repubblica, affinchè ci sia un Suo intervento chiaro, nelle vesti di Garate della Carta Costituzionale, inteso a far valere quei principi, a richiamare il governo di questo Paese all’osservanza di quei principi, a sanzionare senza esitazione quelle formazioni partitiche che si sono distinte per atteggiamenti e propositi xenofobi e razzisti.Noi Le inviamo questa nostra richiesta fiduciosi.Ci auguriamo quanto prima che vengano presi provvedimenti chiari, intesi a porre un freno a quest’ondata di razzismo nel nostro Paese.Il nostro gruppo, che non è il solo, ha però anche una precisa posizione che è quella, nel caso di insensibilità a questa nostra richiesta, di procedere a manifestazioni e proteste senza fermarci, intenzionati a condurre un’azione di civile lotta contro ogni forma di discriminazione razziale e ingiustizia sociale nei confronti dei deboli di qualsiasi etnia.
La ringraziamo per l’attenzione.
Diceva Don Milani :"Se voi… avete diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri, allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni son la mia Patria, gli altri i miei stranieri". Ed allora, per dissociarsi da una politica che sempre più opprime i deboli e parteggia per i più forti è nata , ad opera del gruppo non sono bianco, non sono nero, voglio essere a colori , l'iniziativa di inviare una lettera al Presidente della Repubblica.
Se anche voi intendete dissociarvi e non essere complici di questa politica discriminatoria e razzista, non avete da far altro che copiare ed incollare il testo della lettera seguente ed inviarlo tramite questo link al Presidente della Repubblica.
La Storia italica ha nelle sue stesse radici, più che in ogni altro angolo del mondo, una componente : la risultante millenaria dell’incontro tra grandi civiltà diverse, che hanno fatto sì che nel nostro stesso patrimonio genetico di abitanti di questa penisola siano inevitabilmente presenti elementi di multietnicità. Persino i nostri stessi caratteri somatici testimoniano questa verità: si provi ad entrare in una qualsiasi aula scolastica frequentata anche da soli cittadini italiani in qualunque regione italiana e si noterà che, a differenza che in paesi anglosassoni, scandinavi, slavi, lì troviamo volti i più diversi : mori, biondi, rossi, castani ; occhi neri, occhi azzurri, pelle scura, pelle olivastra, pelle chiara: sono proprio loro, i nostri figli !
I Padri Costituenti la Repubblica vollero solennemente sancire principi fondamentali che l’art. 3C ci ricorda: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Ma oggi appare così lontana l’osservanza di tali principi che, per quelli, che come noi, ne hanno fatto la loro base etica di vita, l’indignazione ha raggiunto un livello di non più sopportazione. Nel ricordare che l’Italia ha aderito alle piu'importanti convenzioni internazionali in tema di diritti umani, I cittadini, che si sono raccolti intorno al gruppo titolato : non sono bianco, non sono nero, voglio essere a colori , presente tra le pagine del social network “Facebook”, si rivolgono ad Ella, Signor Presidente della Repubblica, affinchè ci sia un Suo intervento chiaro, nelle vesti di Garate della Carta Costituzionale, inteso a far valere quei principi, a richiamare il governo di questo Paese all’osservanza di quei principi, a sanzionare senza esitazione quelle formazioni partitiche che si sono distinte per atteggiamenti e propositi xenofobi e razzisti.Noi Le inviamo questa nostra richiesta fiduciosi.Ci auguriamo quanto prima che vengano presi provvedimenti chiari, intesi a porre un freno a quest’ondata di razzismo nel nostro Paese.Il nostro gruppo, che non è il solo, ha però anche una precisa posizione che è quella, nel caso di insensibilità a questa nostra richiesta, di procedere a manifestazioni e proteste senza fermarci, intenzionati a condurre un’azione di civile lotta contro ogni forma di discriminazione razziale e ingiustizia sociale nei confronti dei deboli di qualsiasi etnia.
La ringraziamo per l’attenzione.
Se anche voi intendete dissociarvi e non essere complici di questa politica discriminatoria e razzista, non avete da far altro che copiare ed incollare il testo della lettera seguente ed inviarlo tramite questo link al Presidente della Repubblica.
Alla Presidenza della Repubblica.
Il nostro Paese oggi non è quello immaginato, né dagli Italiani del Risorgimento, né dai Partigiani della Resistenza, specialmente quando esso si macchia di gravissime colpe come quella di essere diventato terra di discriminazioni razziali.La Storia italica ha nelle sue stesse radici, più che in ogni altro angolo del mondo, una componente : la risultante millenaria dell’incontro tra grandi civiltà diverse, che hanno fatto sì che nel nostro stesso patrimonio genetico di abitanti di questa penisola siano inevitabilmente presenti elementi di multietnicità. Persino i nostri stessi caratteri somatici testimoniano questa verità: si provi ad entrare in una qualsiasi aula scolastica frequentata anche da soli cittadini italiani in qualunque regione italiana e si noterà che, a differenza che in paesi anglosassoni, scandinavi, slavi, lì troviamo volti i più diversi : mori, biondi, rossi, castani ; occhi neri, occhi azzurri, pelle scura, pelle olivastra, pelle chiara: sono proprio loro, i nostri figli !
I Padri Costituenti la Repubblica vollero solennemente sancire principi fondamentali che l’art. 3C ci ricorda: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Ma oggi appare così lontana l’osservanza di tali principi che, per quelli, che come noi, ne hanno fatto la loro base etica di vita, l’indignazione ha raggiunto un livello di non più sopportazione. Nel ricordare che l’Italia ha aderito alle piu'importanti convenzioni internazionali in tema di diritti umani, I cittadini, che si sono raccolti intorno al gruppo titolato : non sono bianco, non sono nero, voglio essere a colori , presente tra le pagine del social network “Facebook”, si rivolgono ad Ella, Signor Presidente della Repubblica, affinchè ci sia un Suo intervento chiaro, nelle vesti di Garate della Carta Costituzionale, inteso a far valere quei principi, a richiamare il governo di questo Paese all’osservanza di quei principi, a sanzionare senza esitazione quelle formazioni partitiche che si sono distinte per atteggiamenti e propositi xenofobi e razzisti.Noi Le inviamo questa nostra richiesta fiduciosi.Ci auguriamo quanto prima che vengano presi provvedimenti chiari, intesi a porre un freno a quest’ondata di razzismo nel nostro Paese.Il nostro gruppo, che non è il solo, ha però anche una precisa posizione che è quella, nel caso di insensibilità a questa nostra richiesta, di procedere a manifestazioni e proteste senza fermarci, intenzionati a condurre un’azione di civile lotta contro ogni forma di discriminazione razziale e ingiustizia sociale nei confronti dei deboli di qualsiasi etnia.
La ringraziamo per l’attenzione.
6 Comments:
concordo!
convivenza, uguaglianza,
abbasso xenofobia, abbasso il razzismo.
PUNTO
CONCORDO
E LE REGOLE PER LA IMMIGRAZIONE CLANDESTINA?
saluti
mario
Guarda che già dal 2002 vige la Bossi-Fini: se non vogliamo dare la colpa sempre al povero Berlusconi, dimmi tu chi è il responsabile.
saluti
e chi ha seguito alla bossi fini non ci ha nemmeno pensato-
comunque a partre le beghe politiche, con le quali riusciamo solo a " non consludere niente".
cose come il razzismo o la xenofobia, si tengono dentro non si acquistano, ne al supermercato e ne stando in politica.
la certezza di un aiuto a chi scappa dal suo paese e viene a stare da noi, e' questo che ci vuole.
e' inutile aprire le porte e fare entrare tutti, e poi?
tutti contenti, tuti altruisti, e questi poveretti senza aiuto e senza lavoro, vanno a finire sfruttati.
quello che e' successo a rosarno ee' il frutto di un qualcosa che e' iniziato anni fa.
questi poveretti prima sono stati sfruttati, e ora vengono cacciati e buttati fuori a calci.
ma gli organi che controllano la manodopera, dove stavano da dieci anni a questa parte li a rosarno, come in tante zone d'italia.
ma e' possibile che si scopre che questi poveretti vengono sfruttati solo quando succede un pandemonio come questo.
" li episodi ultimi, quelli di Rosarno, hanno messo in evidenza la debolezza del sistema di
accoglienza e di integrazione. E’ stata una lotta tra poveri e chi maggiormente è stato sconfitto
è stato il più povero: l’immigrato.
Occorre ricreare un clima di maggiore e migliore accoglienza, superando le tentazioni di
xenofobia, che produce paura, mortificazione dell’umano, perdita di speranza.
Contro ogni forma di sfruttamento anche da parte della malavita organizzata occorre essere
attenti e non lasciarsi coinvolgere, ma denunciare ed entrare sempre nel clima della legalità.
L’immigrazione è un problema umano, profondamente umano."
riporto queste parole, dette da uno non ben visto, anche e soprattutto in questo blog.
mario
Si parla di razzismo e discriminazione e concordo con tutti voi a combattere queste forme di mancata solidarietà verso etnie diverse.
Parole che sono e rimangono solo belle parole!!
Sono sempre stata del parere,che non è il colore della pelle,bianca o nera,a contraddistinguere una persona ma quello che ha nel proprio cuore,ai valori che è riuscito a coltivare,alimentare e conservare.
Scusate ma come chiamate voi questo strano modo di ospitare ed accogliere,sotto la parvenza di buonisti,questa strana forma di solidarietà verso altre popolazioni per poi farle vivere nel degrado assoluto:senza casa,senza servizi igienici,senza lavoro,senza beni atti a soddisfare i bisogni primari,sfruttandoli e costringendoli a svolgere i lavori più umili e faticosi?
Se questo modo d'agire e di fare fa parte di una società civile,o meglio non razzista,mi dispiace ma preferisco dissociarmi!
Un paese che sta vivendo delle difficoltà economiche e politiche come il nostro,cosa può offrire e garantire a queste persone che cercano di sfuggire ad una realtà penosa?
Solo ed unicamente: un'altra peggiore!
Togliamoci allora,una volta per tutte questa maschera,che tanto siamo bravi ad indossare,e domandiamoci:
"Cosa siamo in grado di fare effettivamente per aiutare queste persone?"
"Di cosa siamo disposti a privarci materialmente,per farli vivere decentemente?"
Tutti siamo bravi a dire di non essere razzisti ma nel concreto cosa siamo disposti a fare per dimostrarlo?
Queste persone hanno bisogno di fatti e non di parole,con esse non possono vivere o per meglio dire:
"sopravvivere"!
purtroppo hai ragione mascia.
tutti a dire che non bisogna essere razzisti, ma i fatti?
pochissimi.
tu ti sei chiesto cosa facciamo per questi poveretti.
io mi chiedo un' aòtra cosa, che tra l'altro ho riportato in un commento su un altro post, e a cui nessuno ha fatto seguito con una risposta.
quanti sono gli immigrati sfruttati e malpagati in giro, per le nostre strade, ma anche nei campi qui vicinissmo a noi?.
srnza andarae a rosarno, guardiamoci intorno a noi piuttosto.
saluti
mario
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