mercoledì 24 giugno 2009

Il G8 ed il terremoto

Non parlano d’altro ma, se ne parli, ti guardano severi e ostili come si fa guardando, se davvero esiste, un uccello del malaugurio. Se la immaginano di giorno, lavorando in segreto ad assorbirla ,perché scansarla, se arriva, proprio non si può. Se la sognano la notte e subito ricorrono al robusto antidoto della statistica. Statistica che dice come sia improbabile che arrivi proprio in quei giorni di luglio, proprio in quelli…E poiché la statistica dice improbabile ma non impossibile, a sostegno della statistica chiamano il più artigianale scongiuro, che non sarà una scienza, però è un’arte. Dal primo ministro all’ultimo dei funzionari, passando per ogni ministro e ministero, Protezione Civile e Farnesina, comandi militari e staff di governo e di partito non riescono a non pensare alla scossa. Non quella di carta velina che viene dalla politica e neanche quella di carta unta e untuosa che viene dal fall-out dei party a casa del premier dove invece del Martini devi portate una o più ragazze altrimenti non entri. No, la scossa potrebbe essere quella di carta vetrata che viene dalla terra. E se il terremoto si fa sentire, se torna a fare la voce grossa come l’altra sera proprio nei giorni del G8 a L’Aquila?Non c’è bisogno di pensare ad una scossa disastrosa per dover temere un disastro organizzativo e di immagine. I capi di Stato e di governo lì raccolti eventualmente da evacuare in gran fretta. Il panico istituzionale da arginare… Il peggio è che nessuno in fondo è colpevole e responsabile di nulla. Se succede non è colpa di nessuno, ma sarebbe comunque un disastro. E se parole di preoccupazione è inutile spenderne, parole di rassicurazione non ce ne possono essere. Il terremoto non è spento, serpeggia ancora nella terra. I sismologi interrogati ti possono dire che una scossa forte non ci sarà, però una scossa da far ballare le sedie, i tavoli e tale da rovesciare la tranquillità del G8 questa sì, questa ci può essere. Gli uomini della Protezione Civile possono dire che la caserma della Guardia di Finanza a Coppito reggerebbe l’urto, però non possono dire che riunioni, vertici e incontri ufficiali non si svolgerebbero tra mura con qualche, troppa crepa in più sotto gli occhi. I giornali e le tv raccontano della nuova inquietudine nelle tendopoli,non raccontano, per amor di patria e per non esser tacciati di portar sfiga, dell’inquietudine, del brivido gelato sulla schiena del governo. Però adesso la paura c’è e pure l’obbligo del silenzio intorno alla paura. Che Dio, il caso, la statistica, la buona sorte la mandino appunto buona al governo italiano, che il terremoto non bussi importuno sul tetto del G8… Andrà bene, andrà liscia, è quasi sicuro. Ma contro quel quasi non c’è prevenzione che tenga se non una preghiera, religiosa o laica che sia.
Tratto dal quotidiano Blitz

Non parlano d’altro ma, se ne parli, ti guardano severi e ostili come si fa guardando, se davvero esiste, un uccello del malaugurio. Se la immaginano di giorno, lavorando in segreto ad assorbirla ,perché scansarla, se arriva, proprio non si può. Se la sognano la notte e subito ricorrono al robusto antidoto della statistica. Statistica che dice come sia improbabile che arrivi proprio in quei giorni di luglio, proprio in quelli…E poiché la statistica dice improbabile ma non impossibile, a sostegno della statistica chiamano il più artigianale scongiuro, che non sarà una scienza, però è un’arte. Dal primo ministro all’ultimo dei funzionari, passando per ogni ministro e ministero, Protezione Civile e Farnesina, comandi militari e staff di governo e di partito non riescono a non pensare alla scossa. Non quella di carta velina che viene dalla politica e neanche quella di carta unta e untuosa che viene dal fall-out dei party a casa del premier dove invece del Martini devi portate una o più ragazze altrimenti non entri. No, la scossa potrebbe essere quella di carta vetrata che viene dalla terra. E se il terremoto si fa sentire, se torna a fare la voce grossa come l’altra sera proprio nei giorni del G8 a L’Aquila?Non c’è bisogno di pensare ad una scossa disastrosa per dover temere un disastro organizzativo e di immagine. I capi di Stato e di governo lì raccolti eventualmente da evacuare in gran fretta. Il panico istituzionale da arginare… Il peggio è che nessuno in fondo è colpevole e responsabile di nulla. Se succede non è colpa di nessuno, ma sarebbe comunque un disastro. E se parole di preoccupazione è inutile spenderne, parole di rassicurazione non ce ne possono essere. Il terremoto non è spento, serpeggia ancora nella terra. I sismologi interrogati ti possono dire che una scossa forte non ci sarà, però una scossa da far ballare le sedie, i tavoli e tale da rovesciare la tranquillità del G8 questa sì, questa ci può essere. Gli uomini della Protezione Civile possono dire che la caserma della Guardia di Finanza a Coppito reggerebbe l’urto, però non possono dire che riunioni, vertici e incontri ufficiali non si svolgerebbero tra mura con qualche, troppa crepa in più sotto gli occhi. I giornali e le tv raccontano della nuova inquietudine nelle tendopoli,non raccontano, per amor di patria e per non esser tacciati di portar sfiga, dell’inquietudine, del brivido gelato sulla schiena del governo. Però adesso la paura c’è e pure l’obbligo del silenzio intorno alla paura. Che Dio, il caso, la statistica, la buona sorte la mandino appunto buona al governo italiano, che il terremoto non bussi importuno sul tetto del G8… Andrà bene, andrà liscia, è quasi sicuro. Ma contro quel quasi non c’è prevenzione che tenga se non una preghiera, religiosa o laica che sia.
Tratto dal quotidiano Blitz

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2 Comments:

Anonimo dice...

Acc! Effettivamente non ci avevo pensato.
E se davvero succedesse? Un conto è che capiti l'imprevedibile, un altro è, quasi, andarsela a cercare.
A meno che Lui non abbia un filo diretto con l'alto...., non per niente una volta lo chiamavano l'Unto ( lettera maiuscola) del Signore!

Anonimo dice...

E' successo ancora. E se succedesse la settimana prossima? una cosa però non l'ho capita: se ad aprile si erano già spesi centinaia di milionei di euro per preparare il G8 a La Maddalena, come cavolo si farebbe a risparmiare attrezzando pure L'Aquila? Mah!

Per non dimenticarli!

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