domenica 27 giugno 2010
PALAZZI STORICI DI SANTA MARIA
Pubblicato da VENEZIANO alle 19:13 2 commenti
Etichette: altra prospettiva, movimento, palazzi storici
venerdì 25 giugno 2010
Caso Brancher, il Presidente Napolitano: non ha legittimo impedimento.
Pubblicato da il pungiglione alle 20:10 0 commenti
Etichette: berlusconi, brancher, legittimo impedimento, politica
Iphone 4g : vendita.
File chilometriche, malori di persone costrette ad ore ed ore di attesa in piedi ed in condizioni atmosferiche avverse, prezzo non proprio basso ed indiscrezioni relative a presunti bug di fabbricazione non hanno frenato la corsa all'acquisto di migliaia di giovani e non nei citati paesi.
A parte la scarsa considerazione, checché ne possa dire il nostro buon Silvio, nella quale è tenuta il nostro paese dove l'attuale oggetto del desiderio arriverà non prima di Agosto, ritengo che una riflessione circa i metodi distributivi occorra farla.
E' mai possibile che un gioiello tecnologico come l'Iphone 4g che opera, per di più, nel campo delle comunicazioni debba essere venduto solo " pro manibus" con file e conseguenti disagi interminabili?
Non era, cioè, possibile venderlo on-line?
C'è qualcosa che mi sfugge? Chi sa, m'illumini!
Pubblicato da Michele Farina alle 19:30 0 commenti
Etichette: commercio, comunicazioni, iphone 4g, mass-media
giovedì 24 giugno 2010
La disfatta azzurra
Pubblicato da mascia alle 20:49 1 commenti
mercoledì 23 giugno 2010
VI PRESENTO IL SALONE DEL BARBIERE
Pubblicato da VENEZIANO alle 19:24 3 commenti
Etichette: barberie, gusto estetico, salone
Liberarete, maratona il 1 Luglio per la libertà di stampa.
Aderiamo anche noi! Non c'è democrazia senza libertà!

P.S. Per ulteriori informazioni e documentazioni sull'argomento cfr. il post riguardante l'appello alla mobilitazione contro il ddl sulle intercettazioni.
Pubblicato da Michele Farina alle 17:58 0 commenti
Etichette: alfano, intercettazioni, libertà, Mafie, mass-media, politica
Traduzione della versione di greco maturità 2010.
In rete, per la verità, gira anche questa seconda versione:
E continuai ad andare dall'uno all'altro: mi rendevo conto, con amarezza e timore, di essere odioso, ma mi sembrava necessario trattare ciò che concerne il dio come cosa della massima importanza. Per questo era doveroso recarsi, per esaminare il senso dell'oracolo, proprio da tutti [22a] quelli che sembravano sapienti. E per il cane, Ateniesi, - bisogna che vi dica la verità - la mia esperienza fu davvero questa: a me, che indagavo per il dio, (17) coloro che godevano di una migliore reputazione sembrarono quasi i più carenti, mentre quelli che passavano per inferiori risultarono uomini più dotati di discernimento. Occorre, allora, che vi esponga la mia peregrinazione, cioè la storia delle fatiche che ho affrontato per corroborare l'oracolo. Dopo essere stato dai politici, mi rivolsi ai poeti, ai compositori di tragedie, [22b] di ditirambi e di altri generi, per cogliermi sul fatto come più ignorante di loro. E prendendo in mano i lavori che mi sembravano meglio composti, andavo chiedendo ai loro autori che cosa volessero dire, anche per imparare qualcosa.
Cittadini, mi vergogno a dirvi la verità, ma lo si deve pur fare: sulle loro composizioni quasi tutti i presenti ragionavano meglio di loro. Così, di nuovo, mi resi subito conto che i poeti non fanno ciò che fanno per sapienza, [22c] ma per una qualche disposizione naturale (physei) e come divinamente ispirati (enthousiazontes), alla maniera dei profeti e dei veggenti: anch'essi, infatti, dicono molte cose belle, ma non sanno nulla di ciò che dicono. (18) Anche i poeti - mi divenne chiaro - sono soggetti a una esperienza simile; nello stesso tempo mi accorsi che essi pensavano, per la loro poesia, di essere i più sapienti degli uomini anche sul resto, ove non lo erano. Così me ne andai anche da là ritenendomi superiore a loro proprio come lo ero nei confronti degli uomini politici.
Pubblicato da il pungiglione alle 10:00 1 commenti
martedì 22 giugno 2010
AREE DISMESSE
Pubblicato da VENEZIANO alle 15:40 2 commenti
Etichette: Aree dismesse, economia, globalizzazione
Tracce temi maturità 2010
Pubblicato da il pungiglione alle 12:05 1 commenti
S. Maria Capua Vetere
Pubblicato da mascia alle 10:59 13 commenti
Etichette: Città e mancati servizi al cittadino, degrado
domenica 20 giugno 2010
Lunardi e il Cardinal Sepe indagati per corruzione : dove arriva la faccia tosta!
Pubblicato da il pungiglione alle 09:59 7 commenti
Etichette: corruzione, lunardi, politica, religione, sepe
giovedì 17 giugno 2010
La privacy e le sue aberrazioni.
Qualche tempo fa, a Giovanni De Tommaso, componente di un'associazione che cerca di coinvolgere i portatori di handicap nella vita pubblica e che chiedeva di poter videoregistrare le sedute del Consiglio di Trecate (NO), è stato proibito di continuare a farle ed è stato sequestrato un video che stava effettuando.
L'unico posto cioè dove non si può fare uso di videocamere è quindi il Consiglio comunale , luogo " pubblico" per definizione.
L'unico vincolo che la legge impone, al di fuori dei casi in cui le riprese sono tassativamente vietate ( trattazione di dati sensibili e personali), è quello della informativa delle riprese.
La pubblicità di atti e sedute consiliari è espressamente garantita dal testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali (d.lg. n.267/2000), il quale demanda al regolamento comunale l’introduzione di eventuali limiti. Proprio questa fonte normativa può costituire la sede idonea a disciplinare modalità e limiti di pubblicità delle sedute, comprese le eventuali riprese televisive. E’ nel regolamento, dunque, che potrebbe essere sancito l’obbligo di informare i partecipanti alla seduta dell’esistenza delle telecamere, della successiva diffusione delle immagini e degli altri elementi previsti dalla legge sulla privacy.
Ministro Brunetta, che ne dice? Non sarebbe il caso di intervenire e spiegare a questi amministratori ed ai politici in generale che essi operano in nome e per conto dei cittadini e ad essi devono ( rectius: dovrebbero) rispondere?
Pubblicato da Michele Farina alle 09:52 0 commenti
Etichette: consiglio comunale, politica, privacy, trasparenza
mercoledì 16 giugno 2010
Parigi come non l'avete mai vista.
Buona visione!
Pubblicato da Michele Farina alle 20:12 4 commenti
Cintola: intercettazioni e privacy.
Pubblicato da il pungiglione alle 10:58 0 commenti
Etichette: droga, intercettazioni, privacy
martedì 15 giugno 2010
Pecore in cerca di... domatore!
Pubblicato da il pungiglione alle 12:19 2 commenti
Etichette: educazione civica, grandi questioni
lunedì 14 giugno 2010
STORIA D'ITALIA
Si porta a conoscenza il lungo articolo di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo su Santa Maria Capua Vetere. Tre pagine centrali sul Corriere della Sera tutti farebbero la firma. In questo caso però non è una pubblicità progresso ma una vera e propria denuncia del cuore sgangherato della nostra città. Del resto anche noi in questo blog più volte abbiamo parlato del centro storico di Santa Maria mettendo in luce la profonda trasformazione degli ultimi trent'anni. Nessuno si offenda. Siamo chiamati tutti a intervenire per conoscere, per riflettere e per fermare questo orrendo scempio. Buona lettura.
""1861-2011 Visioni d' Italia il Paese di oggi nei Luoghi della Memoria. A Capua si fermò Annibale. Che poi non riuscì a conquistare Roma perché, «il poltrire, il vino, i banchetti, le prostitute, i bagni, l' ozio debilitarono corpi e animi».In rovina il palazzo di Garibaldi E' questa la vera resa di Capua E' «in restauro» l' edificio dove nel 1860 fu firmato «il trionfo d' Italia e del suo diritto». Tutto finì nella mani di don Nicola Di Muro «padrone e forse anche padrino» della città.
di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella
«In fase di restauro».
C' è scritto così nel sito Internet del Comune di Santa Maria Capua Vetere. Una beffa. Passateci davanti, al palazzo Teti Maffuccini, nel cuore sgangherato della cittadina. Ammesso che riusciate a individuarlo, soffocato com'è da quella orrenda gramigna cementizia cresciuta infestando tutto. Il tetto cade a pezzi, che non finiscono sulla strada soltanto perché questa è protetta da ponteggi così arrugginiti che ti chiedi come facciano ancora a stare su. La facciata è transennata. Dietro le transenne, tra la vegetazione, ecco rifiuti, frammenti di laterizi, cocci di bottiglie, cartacce. Il portone è sprangato forse da vent'anni. Accesso vietato. Ma a guardare le fotografie sul tavolo del prefetto Mario Morcone, capo dell'agenzia per i beni confiscati alla criminalità organizzata, viene il magone. Stanze dai preziosi affreschi devastate dall'umidità. Infissi divelti. Solai sfondati. Sterpaglie che spaccano i pavimenti e divorano i muri. Un incubo non raro in questa Italia, in questo Sud. Ma il degrado di palazzo Teti Maffuccini è particolarmente offensivo. Perché oltraggia la nostra storia.
Dice una lapide accanto al portone, sbiadita dall'oblio e dallo smog:
«In questa casa nel 1860 Giuseppe Garibaldi ebbe alloggio ed accoglienza ospitale. Qui il 2 novembre fu sottoscritta la resa di Capua che assicurò il trionfo d' Italia e del suo diritto. I cittadini di Santa Maria C.V., per ricordare que' giorni di palpiti e di gloria, il 1° ottobre 1883 posero». Quello che nessuna targa racconta è che, a dispetto di quei palpiti, della gloria e di Garibaldi, il palazzo era finito in brutte mani. Quelle di don Nicola Di Muro, definito dai giudici «il padrone e forse anche il padrino di Santa Maria Capua Vetere», protagonista indiscusso del «sacco» urbanistico.
Quando gli sequestrarono i beni, stesero un elenco di otto pagine: palazzine, terreni, società, una villa a Formia con piscina e 31 (trentuno) stanze, un quartierino a Parigi. E infine quel palazzo, appunto, che vide la resa dei Borboni e la nascita dell'Italia unita. Un patrimonio immenso, come immenso era il potere di don Nicola, che da Santa Maria si estendeva a Caserta e da Caserta su su fino a Roma. Lui decideva i sindaci, lui faceva le liste per le Regionali, lui mandava i suoi a Montecitorio e perfino a Strasburgo, dove arrivò a far eleggere il cognato Francesco Lamanna, poi pizzicato con due miliardi di lire su conti svizzeri intestati ai cani. Lui no, niente luci della ribalta. Preferiva la poltroncina di vicesindaco. Convinto che il potere, quello vero, fosse nell'ombra. Anche se il fedele Gennaro Ferriero, con un curioso ossimoro, teorizzava che con quell'uomo d' ombra Santa Maria, l' antica Capua che era stata la seconda città dell'impero romano, era tornata ad essere «il faro della Campania». Un faro oscurato negli anni Novanta da arresti, processi, sequestri di beni. E parzialmente riacceso nel 2002 col ritorno di don Nicola a sostegno del figlio Biagio, candidato da Forza Italia (con parallelo esodo di buona parte degli azzurri della prima ora: «Che schifo») e lui pure destinato anni dopo a occupare brevemente il posto di vicesindaco. Non con la destra, però: col centro-sinistra del sindaco attuale Giancarlo Giudicianni in una giunta appoggiata da rifondaroli e dipietristi e avversata al ballottaggio da un altro pezzo della sinistra con dentro i diessini e i comunisti italiani.
Misteri sammaritani... (nella foto l'anfiteatro campano di Santa Maria Capua Vetere)
Come il miracolo berlusconiano, passato in città nel giro di due anni da un umiliante 6% a un sonante 40% e passa. Tutta l'area, del resto, è politicamente un mistero. Non gaudioso, però.
Basti rileggere ciò che disse nel 2008 Raffaele Nogaro, per due decenni vescovo di Caserta: «Qui è la camorra che costituisce la politica, mi dispiace dirlo ma i nostri dirigenti sono tutti compromessi». «Tutti».
Parole che in altre realtà sarebbero esplose come una carica di dinamite. Qui no. Il caso del sottosegretario azzurro Nicola Cosentino e della richiesta (respinta) di arresto, doveva ancora emergere. Ma nessuno fiatò. È cambiato qualcosa? Mah...
Alcune cose restano incomprensibili. Come la difficoltà del pidiellino Domenico Zinzi, incapace per settimane di varare la giunta nonostante avesse vinto le provinciali col 64,4% dei voti. Colpa delle risse interne. E della pretesa del neo presidente, sbuffano gli avversari, di avere assessori senza doppio incarico: «Lui! Che si è preso la poltrona in Provincia senza mollare il seggio a Montecitorio!»
Coerenze. Quel palazzo della resa dei borbonici è oggi il simbolo diroccato della resa di Santa Maria, della politica, del Mezzogiorno. Nel 2009 era stata annunciata la sua destinazione a museo del Risorgimento. Ma era solo una dichiarazione estemporanea. Non se ne è più parlato. Ora c' è chi pensa che potrebbe diventare sede dell'Università. Ma ci vogliono denari. Tanti, in questi tempi di magra: non meno di 20 milioni.
Pochi luoghi come Santa Maria Capua Vetere e la provincia di Caserta di cui è il capoluogo giudiziario, danno l'idea di come esistano due Italie. Su una popolazione attiva di circa 600 mila persone, i senza lavoro sono 207 mila, il 35%. Il quadruplo della media italiana. Ancora più dei pensionati, che sono comunque un numero abnorme: 180 mila.
Nel 2009, su 5.600 ragazzi casertani che si sono laureati, appena 465 han trovato impiego sul territorio: l'8%. Come stupirsi se l' emigrazione è tornata a ritmi da dopoguerra, sfiorando il 24% dei giovani? Per non parlare del tasso di abbandono scolastico, stimato al 27%.
Il prefetto vicario, Franco Provolo, snocciola dati ottimistici, al netto dell'aumento dei reati di violenza sessuale e di usura: fra il 2008 e il 2009 i furti sono calati del 16,5%, le rapine del 18,1%, gli scippi del 54,9%... E la lotta alle cosche ha portato tra il 23 settembre del 2008 e il 22 aprile 2010 al sequestro di 2.643 beni, per un miliardo e 282 milioni.
Ma l'assedio della camorra, che come racconta Roberto Saviano ha occupato ogni spazio, asfissia. Lo dice lo studio «Trent'anni di sangue in terra di lavoro» di Luigi Ferraiolo, dove si legge che in vent'anni in provincia i morti ammazzati sono stati 646, che «i Casalesi stanno alla camorra come i Corleonesi stanno alla mafia» e che la situazione è oggi perfino peggiore di quella che spinse il 26 maggio 1927 Mussolini a tuonare contro «una popolazione che fin dai tempi dei Romani aveva una pessima reputazione ed era chiamata popolazione di latrones...».
Un' accusa vissuta ieri e oggi come una coltellata, ingiusta, da tutte le persone perbene ostaggio della criminalità. Lo conferma il libro «L'Impero» di Gigi Di Fiore, ricordando che il pentito Dario De Simone «spiegò con chiarezza come i Casalesi avessero messo le mani sull'appalto per il carcere di Santa Maria Capua Vetere». Lo ribadiscono le ricorrenti e disperate denunce dei magistrati. Cominciarono più di vent'anni fa, quei giudici che secondo Angelino Alfano sono chiamati a battersi sulla «frontiera più avanzata della camorra e dell'antistato» a dire che così non potevano andare avanti. Che non era possibile affermare la forza del diritto in quella sventurata terra con gli uffici giudiziari fatiscenti, il tribunale civile sparpagliato in tre condomini, i corridoi ingombri di montagne di fascicoli, i cancellieri ridotti al minimo e troppo spesso colpiti da «stress da udienza» e certe sedi distaccate quale Trentola Dugenta ingolfate da azzeccagarbugli ronzanti intorno al business dei rimborsi Rca al punto che il vicequestore Maurizio Vallone si spinse a scrivere che «la truffa in danno della compagnia assicurativa è diventata per il napoletano un vero e proprio ammortizzatore sociale».
Altissima litigiosità più indifferenza diffusa alle regole (basti dire che in provincia evade il canone Rai l'87% delle famiglie) più camorra. Dite voi: come si può affrontare un mix micidiale come questo, nella caldissima area di Marcianise, per esempio, con un magistrato ogni 30 mila abitanti? Messaggi accorati. Come quello inviato pochi mesi fa ad Alfano dal presidente del Tribunale, Andrea Della Selva: «Debbo ancora una volta segnalare la situazione drammatica in cui versano gli uffici giudiziari di Santa Maria Capua Vetere, privi di organici adeguati e dei mezzi indispensabili per fronteggiare con un minimo di decoro la domanda di giustizia eccezionalmente pressante in questo territorio...».
E che territorio, insistono in un' altra lettera il segretario e il presidente dell' Anm Giuseppe Meccariello e Carlo Fucci: «Un territorio nel quale esistono diverse organizzazioni criminali, una delle quali riconosciuta tra le più pericolose del mondo, ma anche un'illegalità diffusa che porta al proliferare di reati contro la pubblica amministrazione, di criminalità predatoria, di ogni tipo di truffa, di condotte che attentano gravemente all'ambiente ed alla sicurezza...» per non dire della «enorme domanda sul versante della giustizia civile».
Non c' è stato ministro, da Biondi a Flick, da Diliberto a Castelli, che non si sia impegnato come Alfano a dare subito «più uomini, mezzi e risorse». Fatto sta, racconta il giudice Paola Piccirillo, che «il cancelliere ultimo arrivato è stato assunto nel 1999», che i buchi nell'organico sono rimasti vistosi e destinati ad allargarsi con l' esodo di un' altra quindicina di toghe.
E capita ancora di scoprire che qualche fascicolo (come quello del panettiere italo-tunisino Bechir Boukari che aveva denunciato nel 1999 il suo ex datore di lavoro di Castel Volturno) è sparito nel nulla.
I grandi setifici, che avevano fatto del Casertano la punta di diamante dell'industria serica italiana, sono un ricordo. Il tessuto industriale è duramente provato. Della vecchia Italtel di Santa Maria, una fabbrica che in una città di 30 mila abitanti era arrivata a occupare 3.500 addetti, non restano che 140 cassintegrati.
Le imprese americane del circondario, la 3M, la Worthington, la Union Carbide, pian piano se ne sono andate, lasciando spazio a un nuovo business. Quello delle aree industriali dismesse.
Carmine Crisci, un sindacalista della Cisl che si batte da anni contro queste speculazioni spiega il giochetto: «Si compra l' area di una fabbrica che sta chiudendo, spesso a costo zero. Poi si cambia la destinazione d'uso, con la complicità degli enti locali. Quindi si costruisce: centri commerciali, casermoni, multisale. Quel che capita.
Emblematico è il caso della 3M: 370 mila metri quadrati rilevati per un pezzo di pane e rivenduti a 23 milioni di euro». Va da sé che un business così redditizio è finito fatalmente per interessare la camorra. La criminalità è infiltrata ovunque. Nell'edilizia. Negli appalti. Nella pubblica amministrazione, l' altra grande mammella.
Quanto grande, lo dice il numero dei dipendenti pubblici. Il solo Comune di Santa Maria ne ha oltre 300. Per non dire dei custodi e addetti vari ai resti archeologici. In passato, grazie al «buon cuore» di Vincenzo Scotti, all'epoca potente dc e oggi sottosegretario agli Esteri, avevano superato quota 200. Da brividi. Oggi restano in 124. Di quel battaglione, 28 sono all'anfiteatro dell'antica Capua, 17 a Succivo, 20 ad Alife, 23 a Teano, 16 a Maddaloni. Altri 20, non sapendo cosa farne, li hanno spediti al Centro incremento ippico. Se abbiano incrementato gli equini non si sa. Certo, chi è rimasto all'anfiteatro non pare aver concorso a un incremento dei visitatori. Nonostante quello capuano sia il più grande dell'antichità dopo il Colosseo. Nonostante sia gravido di storia perché ospitava la scuola dei gladiatori dalla quale, nel 73 avanti Cristo, Spartaco fuggì innescando la leggendaria rivolta degli schiavi.
Certo, il sito Internet comunale accredita la tesi di un aumento delle presenze: alla fine degli anni Novanta arrivavano poco più di 15 mila persone l'anno (41 al giorno) e nel 2009 sono salite a 26 mila: 71 al dì.
Tre per guardiano. Una svolta virtuosa.
Marcata anche dal confronto con l' Arena di Verona. Dodici anni fa, fatto il rapporto coi visitatori e i biglietti venduti, il carico di lavoro rispetto ai colleghi veronesi era 732 volte più basso. Oggi è più leggero «soltanto» di 384 volte. Il paragone con l' Arena che ha una decina di addetti fra sorveglianti e amministrativi e 750 mila visitatori l' anno (esclusa l'attività teatrale) è forzato? Forse. Fra Verona e Santa Maria, purtroppo, c'è un abisso. Come c'è un abisso fra Caserta e Versailles, anche se la Reggia dei Borbone non ha molto da invidiare a quella di Luigi XIV.
Ma fra i 26 mila turisti che mordono e fuggono da Capua dopo aver lasciato complessivamente 100 mila euro l'anno e i 750 mila che portano all'Arena 2 milioni e mezzo sarebbe assurdo pretendere una via di mezzo? E sarebbe ingeneroso pretenderla, questa via di mezzo, fra i 600 mila visitatori paganti della Reggia casertana (che di addetti ne impiega altri 120) e i dieci milioni di Versailles? Certo, occorrerebbero accordi con i principali tour operator, un sito Internet decente, pacchetti turistici internazionali...
Insomma, tutto ciò che si fa nel resto del mondo. Ma soprattutto, forse, ci vorrebbe più rispetto per la storia. Che qui, dove la barbarie palazzinara si è spinta a costruire un condominio sulla casa romana di Publio Cofuleio Sabbio (occorre suonare a un campanello di via Aldo Moro 212: «Scusi, potrei vedere la domus in cantina?») è stata troppo spesso rimossa.
E di storia, a Capua, trasuda la terra. Qui si fermò Annibale mancando poi la conquista di Roma, a leggere Tito Livio, perché «il poltrire a letto, il vino, i banchetti, le prostitute, i bagni, l' ozio a tal punto debilitarono i corpi e gli animi che ... quando Annibale uscì da Capua sembrava fosse a capo di ben altri uomini».
Qui, dopo la battaglia del Volturno, si dissolse l' epopea dei Mille di Garibaldi, partito lui pure con l' idea (svanita) di prendere Roma. «Caduta Capua», rievoca mestamente nelle sue memorie l' ex aiutante di campo dell'Eroe dei due mondi, Giuseppe Bandi, «il nostro compito era finito. L' esercito regolare s' apparecchiava a circondar Gaeta, re Vittorio si avvicinava a Napoli e Garibaldi non vedeva l' ora di tornarsene alla sua Caprera...».
Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella - Corriere della Sera - 12 giugno 2010 ""
Pubblicato da VENEZIANO alle 11:05 0 commenti
Etichette: centro storico, palazzi storici, Storia d'Italia
venerdì 11 giugno 2010
32° pellegrinaggio Macerata-Loreto.12-13 Giugno 2010.
Pubblicato da Michele Farina alle 20:26 0 commenti
Etichette: loreto, madonna, pellegrinaggio, religione cristiana
giovedì 10 giugno 2010
Google cambia la home page. Come modificarla.
Google ha deciso di seguire la strada già adottata da Bing e mostrare agli utenti un’immagine di sfondo per la home page del motore di ricerca. A partire da oggi, visitando la home di Google è possibile vedere la nuova home:
Se però non vi piace l’immagine proposta da Google, potete cambiarla facilmente. Basta cliccare sul link “Modifica l’immagine di sfondo” che è presente in basso a sinistra ed effettuare il login con il vostro account Google. Se siete già collegati con il vostro account, tale link si chiamerà “Cambia immagine di sfondo” e cliccando su di esso si aprirà una finestra come questa:
che vi permetterà di scegliere tra le immagini proposte da Google e disponibili per tutti o quelle disponibili sui vostri Picasa Web Album o ancora quelle presenti sul vostro pc.
Se invece, come me, preferite l'immagine bianca classica cliccate su “google.com in english” e dopo modificate in Italiano la lingua scelta.
Buona navigazione!
Pubblicato da Michele Farina alle 18:23 0 commenti
martedì 8 giugno 2010
IL NOSTRO CIMITERO
E' una cappella in stile egiziano. Presumo che sia di fine ottocento. Si trova nel nostro vecchio cimitero, ormai totalmente abbandonato. E' incredibile quanto la nostra società riesca a essere consumistica anche in questo genere di cose! Invece del recupero si preferisce l'abbandono, poi l'abbattimento. E' quello che sta succedendo con i palazzi del centro storico di Santa Maria. (Mi scuso per la lunga assenza) Un saluto a tutti.
Pubblicato da VENEZIANO alle 19:29 3 commenti
Etichette: cimitero, palazzi storici, santa maria capua vetere
sabato 5 giugno 2010
Contrappasso....all'incontrario.
Ridicolizzare istituzionalmente in tal modo delle persone animate da solo spirito umanitario od anche degli avversari, affermare ripetutamente delle bugie fino a farle diventare realtà rendono chiara l'idea del proselitismo delle idee più becere e truci del propagandismo nazista ( ricordate Goebbels?) proprio quel popolo cha misurato sulle proprie carni fin dove può arrivare l'aberrazione della razza umana.
Nel video si vedono chiaramente gli attivisti pronti a difendersi dagli assaltatori con strumenti di fortuna, pensando ad un operazione di polizia; amaro sarà per loro dover constatare che si tratterà di un operazione militare bella e buona che lascerà sul terreno decine di vittime.
Con i morti ancora caldi accompagnati presso i propri cari dall' incomprensibilità della loro morte , c'è qualcuno che si è messo a canzonare e deridere queste povere vittime!
E le armi che, secondo Israele, questi trasportavano a Gaza, dove stanno?
L'Italia per contro, vergognosamente, ha votato contro l'istituzione di una commissione dell'ONU che avrebbe dovuto verificare l'accaduto!!
Fin quando dovremo vergognarci dei nostri rappresentanti?
In base a quale diritto Israele può decidere, da solo, l'embargo e la successiva affamazione di un intero altro popolo, colpevole solo di rivendicare i propri diritti?
Il baratro di una guerra religiosa e fondamentalista è dietro l'angolo: sembra proprio che alcuni irresponsabili facciano di tutto perchè cio si verifichi: FERMIAMOLI!!
Pubblicato da Michele Farina alle 10:45 0 commenti
Etichette: berlusconi, gaza, guerra, israele
mercoledì 2 giugno 2010
Il Giornale : razzista e guerrafondaio.
"E' con profondo disgusto e enorme indignazione che ho letto l'articolo della Nirestein sul “Giornale” un quotidiano che non si vergogna di titolare la prima pagina così: “Israele ha fatto bene a sparare”, titolo che configura di per se apologia di reato. Ma la Nirestein rincara: ci sarebbero organizzazioni filo- Hamas coinvolte nell'assalto e l'associazione turca è amica degli jihadisti. Rovesciamento della verità, bugie, sono tutti strumenti usati dalla Nirestein in modo eccellente nella sua fervente propaganda per una causa persa. Gli argomenti sono quelli del ladro incallito che accusa gli altri di rubare. Secondo lei a Jenin non fu fatta strage, il piccolo Mohamed Al Dura si sarebbe assassinato da solo e i pacifisti turchi avrebbero provocato le teste di cuoio che hanno fatto l'arrembaggio piratesco in acque internazionali. Arriva a chiedersi “Cosa trasportavano veramente quelle navi?” Lo sanno tutti benissimo cosa trasportavano: giocattoli, cemento, viveri, e tutto ciò che Israele in spregio alla legalità internazionale vieta di far entrare a Gaza con un assedio inumano che non può più essere tollerato. I civili per lei sono “guerrieri di
prima fila” e perciò è giusto ucciderli. La serie di vomitevoli stupidaggini che elenca l'articolo è tale da richiedere un rotolo di scottex, mi soffermerò su alcune perle: siccome la striscia di Gaza è dominata da Hamas che a suo dire perseguita i cristiani, (i quali sono andati via per sfuggire alla vita impossibile sotto occupazione e non ad Hamas) e che condanna a morte tutti gli ebrei (ma pare che non abbia eseguito la condanna visto che gli ebrei ci sono ancora) che usa bambini, edifici allo scopo di combattere l'occidente intero (siamo ancora all'aberrante dottrina dello “scontro di civiltà”) e così abbiamo anche giustificato il crimine di “Piombo fuso” si sa, a Gaza case scuole, ospedali, bambini, non esistono di per se, ma per essere usati da Hamas di modo che Israele li bombardi. Il piccolo particolare che a Gaza c'è un milione e mezzo di persone, la metà bambini e minori, oltre Hamas, non sfiora la mente dell'illuminata articolista. Più avanti troviamo un'altra intuizione illuminata: poiché i pacifisti hanno rifiutato di farsi ispezionare le navi e far recapitare da Israele a destinazione i beni ciò è una prova della loro scarsa vocazione umanitaria. Sicchè secondo lei quei beni sarebbero stati recapitati a destinazione? Ci prende per scemi? Lo scopo della Flottiglia cara Nirestein effettivamente non era solo umanitario, ma anche politico. Si voleva portare solidarietà, non elemosina, visto che Gaza è alla fame per un assedio illegale e non per essere un paese del terzo mondo. Per rafforzare la sua tesi e quella israeliana che a Gaza non c'è crisi umanitaria la “nostra” elenca qualche camion di farina che è stato fatto passare, quale generosità! E per di più anche qualche malato è stato fatto uscire...siamo veramente commossi. Ma come si permette Israele di fare quello che vuole della vita e della libertà di un milione e mezzo di persone? E' questa la vera questione. Come si permette di trattare i profughi di Gaza come prigionieri a carcere duro? Secondo lei c'erano armi da fuoco sulla nave: è vero! Erano le armi dei militi israeliani che sono scesi dall'elicottero sparando come si è visto dai video che hanno fatto il giro del mondo. “I soldati che hanno toccato il ponte hanno affrontato un linciaggio come quello di Ramallah in cui membra umane furono gettate alla folla” sostiene lei e qui siamo veramente al ridicolo. Sotto il tiro delle armi quei facinorosi si sono permessi di difendersi con “foga enorme”. Le membra umane sparse, bruciate, sanguinanti le abbiamo viste a Gaza, le abbiamo viste in Libano, membra di bambini a centinaia fatte a pezzi...Per finire in bellezza, a suo
dire, i veri colpevoli della strage sarebbero gli stessi assassinati e il mondo sbaglia a sostenerli perchè così prepara la prossima guerra, probabilmente si riferisce alla guerra che Israele freme per scatenare contro l'Iran o contro il Libano.
Da tempo sono disgustata dagli articoli della Nirestein fin dagli anni della seconda Intifada, quando occupava la prima pagina di “Shalom” il giornale nazionale ebraico con articoli pieni di ipocrite e velenose menzogne. Come donna e come ebrea non posso accettare e tollerare un simile disprezzo per la verità, per ogni criterio di legalità e di giustizia. Voglio contestualmente esprimere il più profondo dolore per la morte di quegli eroi che hanno dato la vita per la libertà dei nostri fratelli palestinesi, e stringere gli altri pacifisti sequestrati da Israele in un abbraccio di enorme affetto e ammirazione."
Miriam Marino Rete Ebrei contro l'Occupazione (ECO)
Pubblicato da Michele Farina alle 13:17 0 commenti
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martedì 1 giugno 2010
Dirigenti ....senza area!
Possibile? Mah..., sarebbe come dire pittore senza tela, allenatore senza squadra,pilota senza aereo e via di questo passo.
E', in altre parole, una contraddizione in termini o, per dirla alla francese, un non-sense.
Senza senso, appunto, o forse ce l'ha?
Di cosa sto parlando? Vi svelo subito l'arcano: la pianta organica di un comune del Casertano prevede proprio tale figura ( dirigente ....senza area), presente, per giunta, anche dopo la copertura dei 2 posti mancanti. Impossibile? Mai dire mai!
Ah, dimenticavo: sul sito istituzionale di questo comune i dirigenti in carica risulterebbero 10, mentre quelli effettivi, invece, sarebbero 7.
Se si tratta semplicemente di un mancato aggiornamento del sito, sarebbe utile provvedere alla bisogna; a proposito, sarebbe il caso che si pubblicassero anche i curricula vitae mancanti degli altri dirigenti, dato che la legge non lascia alcun margine di dubbio circa l'obbligatorietà della pubblicazione di tali dati.
Pubblicato da il pungiglione alle 20:42 2 commenti
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