I militari della Guardia di Finanza della Compagnia di Mondragone, al
termine di una complessa attività di polizia giudiziaria coordinata
dalla Procura della Repubblica di Nola, hanno arrestato due soggetti, S.
M. e A. E. per concorso in estorsione e usurpazione di titoli ed onori.
I due soggetti sono entrambi ex dipendenti dell'Amministrazione
finanziaria; in particolare M. aveva prestato servizio come ispettore
della Guardia di Finanza sino al 2005, mentre E. ricopriva l'incarico di
funzionario presso l'Agenzia delle Entrate di Napoli.
La vicenda è iniziata durante la scorsa estate, durante l'operazione di
controllo della Guardia di Finanza nei confronti degli operatori
turistici operanti sul cd. "litorale domitio", al fine di consentire il
corretto svolgimento dell'attività economica durante il periodo estivo.
Nel corso dei numerosi controlli effettuati nei confronti dei
commercianti, i militari hanno appreso che da qualche tempo vi era la
presenza in zona di un certo "Colonnello M." della Guardia di Finanza
che svolgeva controlli di natura tributaria nei confronti di piccoli
contribuenti.
Insospettiti dall'insolita circostanza che un Colonnello della Guardia
di Finanza, normalmente destinato ad incarichi di comando o
coordinamento, potesse svolgere questo tipo di attività, sono iniziate
una serie di indagini approfondite, partendo dai pochissimi elementi
investigativi a disposizione. Si è così riusciti a risalire al tipo e
alla targa dell'autovettura utilizzata dal fantomatico "Colonnello", che
è risultata intestata ad una donna di Marigliano (NA), rivelata essere
poi la moglie di S. M., in servizio come Ispettore della Guardia di
Finanza sino al novembre del 2005, già condannato per concussione e
congedato dal Corpo per gravi motivi, con la conseguente degradazione a
soldato semplice.
Sicuri di aver individuato la persona che operava illecitamente i
controlli nei confronti degli esercenti, si è subito ipotizzata la
presenza di un complice. Sono state quindi avviate intercettazioni
telefoniche e pedinamenti, che hanno permesso di ricostruire
minuziosamente la vita del fantomatico "Colonnello". Oltre, infatti, a
presentarsi abitualmente come un militare della Guardia di Finanza, il
soggetto si vantava anche di avere amicizie presso i massimi vertici del
Corpo cercando, in tal modo, di accrescere il suo prestigio agli occhi
delle vittime.
L'aspetto più inquietante si è verificato, tuttavia, quando le indagini
tecniche hanno svelato la presenza del complice, A. E., a sua volta ex
funzionario dell'Agenzia delle Entrate. Proprio il loro passato
nell'Amministrazione Finanziaria permetteva ai due di presentarsi in
maniera credibile agli ignari contribuenti. Una volta avviate le "false"
attività fiscali la vittima veniva avvicinata e, con la promessa di
chiudere il controllo senza alcun tipo di verbale e quindi in maniera
regolare, veniva effettuata la richiesta estorsiva.
Questo tipo di comportamento è stato evidente durante le intercettazioni
quando, M., ha avvicinato un commerciante di S. Anastasia simulando,
questa volta, di essere il membro di un "team" dell'Agenzia delle
Entrate. All'ignaro imprenditore venivano palesate grosse incongruenze
nella dichiarazione dei redditi volte, chiaramente, ad intimorire la
parte e accrescere il timore di una pesante multa. In questa specifica
circostanza l'Esposito assumeva le vesti di "capo-team" e, quindi, di
direttore della verifica fiscale intrapresa.
Anche in questo caso, al malcapitato, veniva fatto capire che il
controllo poteva essere evitato, sarebbe bastata la somma di 3.000 euro
per chiudere la verifica in maniera regolare. Giunti in prossimità della
consegna del denaro, i finanzieri, che dalle intercettazioni e dai
pedinamenti avevano ormai acclarato l'assoluta correità dei soggetti, si
palesavano al malcapitato illustrando tutta la situazione di cui era
vittima. Dopo un primo momento di ragionevole incredulità, il soggetto
si è mostrato sereno nel collaborare con i militari, cosi che il giorno
prima dell'incontro si è proceduti a fotocopiare le banconote destinate
al M. e a predisporre un servizio di osservazione in un centro
commerciale della zona, dove sarebbe avvenuto lo scambio.
M. è stato pertanto arrestato in flagranza di reato mentre, nei
confronti di E. è stata eseguita qualche giorno dopo un'ordinanza di
custodia cautelare agli arresti domiciliari.
Dalle perquisizioni sono emersi particolari rilevanti. Sono stati
ritrovati verbali di verifica fiscale "artefatti" , fogli di servizio
con il logo "Guardia di Finanza", lettere di convocazione con il logo
"Guardia di Finanza", mentre sulle carte di identità di M. vi era la
dicitura "Ispettore GDF" e sul documento di E. vi era indicato
"funzionario Agenzia delle Entrate".
Le indagini sono ancora in corso per identificare altri soggetti vittime della "falsa pattuglia".
(Fonte: sito istituzionale della Guardia di Finanza)
I militari della Guardia di Finanza della Compagnia di Mondragone, al
termine di una complessa attività di polizia giudiziaria coordinata
dalla Procura della Repubblica di Nola, hanno arrestato due soggetti, S.
M. e A. E. per concorso in estorsione e usurpazione di titoli ed onori.
I due soggetti sono entrambi ex dipendenti dell'Amministrazione
finanziaria; in particolare M. aveva prestato servizio come ispettore
della Guardia di Finanza sino al 2005, mentre E. ricopriva l'incarico di
funzionario presso l'Agenzia delle Entrate di Napoli.
La vicenda è iniziata durante la scorsa estate, durante l'operazione di
controllo della Guardia di Finanza nei confronti degli operatori
turistici operanti sul cd. "litorale domitio", al fine di consentire il
corretto svolgimento dell'attività economica durante il periodo estivo.
Nel corso dei numerosi controlli effettuati nei confronti dei
commercianti, i militari hanno appreso che da qualche tempo vi era la
presenza in zona di un certo "Colonnello M." della Guardia di Finanza
che svolgeva controlli di natura tributaria nei confronti di piccoli
contribuenti.
Insospettiti dall'insolita circostanza che un Colonnello della Guardia
di Finanza, normalmente destinato ad incarichi di comando o
coordinamento, potesse svolgere questo tipo di attività, sono iniziate
una serie di indagini approfondite, partendo dai pochissimi elementi
investigativi a disposizione. Si è così riusciti a risalire al tipo e
alla targa dell'autovettura utilizzata dal fantomatico "Colonnello", che
è risultata intestata ad una donna di Marigliano (NA), rivelata essere
poi la moglie di S. M., in servizio come Ispettore della Guardia di
Finanza sino al novembre del 2005, già condannato per concussione e
congedato dal Corpo per gravi motivi, con la conseguente degradazione a
soldato semplice.
Sicuri di aver individuato la persona che operava illecitamente i
controlli nei confronti degli esercenti, si è subito ipotizzata la
presenza di un complice. Sono state quindi avviate intercettazioni
telefoniche e pedinamenti, che hanno permesso di ricostruire
minuziosamente la vita del fantomatico "Colonnello". Oltre, infatti, a
presentarsi abitualmente come un militare della Guardia di Finanza, il
soggetto si vantava anche di avere amicizie presso i massimi vertici del
Corpo cercando, in tal modo, di accrescere il suo prestigio agli occhi
delle vittime.
L'aspetto più inquietante si è verificato, tuttavia, quando le indagini
tecniche hanno svelato la presenza del complice, A. E., a sua volta ex
funzionario dell'Agenzia delle Entrate. Proprio il loro passato
nell'Amministrazione Finanziaria permetteva ai due di presentarsi in
maniera credibile agli ignari contribuenti. Una volta avviate le "false"
attività fiscali la vittima veniva avvicinata e, con la promessa di
chiudere il controllo senza alcun tipo di verbale e quindi in maniera
regolare, veniva effettuata la richiesta estorsiva.
Questo tipo di comportamento è stato evidente durante le intercettazioni
quando, M., ha avvicinato un commerciante di S. Anastasia simulando,
questa volta, di essere il membro di un "team" dell'Agenzia delle
Entrate. All'ignaro imprenditore venivano palesate grosse incongruenze
nella dichiarazione dei redditi volte, chiaramente, ad intimorire la
parte e accrescere il timore di una pesante multa. In questa specifica
circostanza l'Esposito assumeva le vesti di "capo-team" e, quindi, di
direttore della verifica fiscale intrapresa.
Anche in questo caso, al malcapitato, veniva fatto capire che il
controllo poteva essere evitato, sarebbe bastata la somma di 3.000 euro
per chiudere la verifica in maniera regolare. Giunti in prossimità della
consegna del denaro, i finanzieri, che dalle intercettazioni e dai
pedinamenti avevano ormai acclarato l'assoluta correità dei soggetti, si
palesavano al malcapitato illustrando tutta la situazione di cui era
vittima. Dopo un primo momento di ragionevole incredulità, il soggetto
si è mostrato sereno nel collaborare con i militari, cosi che il giorno
prima dell'incontro si è proceduti a fotocopiare le banconote destinate
al M. e a predisporre un servizio di osservazione in un centro
commerciale della zona, dove sarebbe avvenuto lo scambio.
M. è stato pertanto arrestato in flagranza di reato mentre, nei
confronti di E. è stata eseguita qualche giorno dopo un'ordinanza di
custodia cautelare agli arresti domiciliari.
Dalle perquisizioni sono emersi particolari rilevanti. Sono stati
ritrovati verbali di verifica fiscale "artefatti" , fogli di servizio
con il logo "Guardia di Finanza", lettere di convocazione con il logo
"Guardia di Finanza", mentre sulle carte di identità di M. vi era la
dicitura "Ispettore GDF" e sul documento di E. vi era indicato
"funzionario Agenzia delle Entrate".
Le indagini sono ancora in corso per identificare altri soggetti vittime della "falsa pattuglia".
(Fonte: sito istituzionale della Guardia di Finanza)
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