Spazzatura per le strade, proteste antidiscariche, guerriglia urbana, camion dati alle fiamme. No, non è il 2008, quando l’emergenza rifiuti nella Campania rossa di Bassolino fu tra le cause del collasso del governo Prodi. Siamo nel settembre 2010, la Campania è azzurra e al governo c’è Berlusconi, il premier-spazzino che aveva annunciato la risoluzione definitiva del problema, emanando nel dicembre 2009 un decreto che ha steso le basi del nuovo ciclo integrato dei rifiuti, che affida pieni poteri alle Province (li otterranno nel 2011) e ha proclamato la fine dell’emergenza e del commissariamento. Un decreto che dopo appena nove mesi, fa acqua da tutte le parti: le discariche sono in via di esaurimento, l’inceneritore di Acerra funziona poco e male (fuori uso due forni su tre), la differenziata è ferma a livelli da terzo mondo. Sotto il 20% a Napoli, che produce più della metà della monnezza campana. E ben lontana dal 40% che rappresenterebbe lo standard minimo per prolungare la vita degli sversatoi e dare respiro a un territorio martoriato.
Correva l’anno 2008. Il governo varava il decreto per uscire dall’emergenza, il numero 90. Silvio Berlusconi dichiarava: “Procure e violenti non ci fermeranno, lo Stato stavolta non consentirà a nessuno di fermarlo“. La soluzione: da una parte l’esercito a presidio anche delle discariche, e dall’altra leggi speciali in deroga alle norme in vigore. Tutto per tornare alla normalità, promessa in campagna elettorale. Il super-eroe Guido Bertolaso doveva riportare la Campania in ‘occidente’. Ora che i rifiuti sommergono le strade, le discariche sono in via di esaurimento, l’inceneritore dei miracoli si ferma continuamente, la colpa è dei cittadini che si oppongono all’ennesimo abuso, che fanno i conti con una nuova emergenza. Il sottosegretario agli interni Alfredo Mantovano ha una sua idea: “Vi è il tentativo di gruppi anarchico-insurrezionali o dell’area dell’antagonismo di aizzare la protesta sociale, mettendo un comune contro l’altro o comunque impedendo l’individuazione dei siti e lo stoccaggio dei rifiuti o tentando di farlo“. Per coprire due anni di fallimento, torna in voga la pista anarchica.
Violenza e scontri avvelenano il clima, ma bisogna spiegare le ragioni dei cittadini di Terzigno, scesi nuovamente in piazza. In quella zona, in pieno parco nazionale del Vesuvio, è stata aperta una discarica, tuttora in funzione, in barba ad ogni regola anche di buon senso. L’idea di Guido Bertolaso è di aprirne un’altra, cava Vitiello, ma anche l’Europa ha dato ragione alla cittadinanza locale. Una commissione ad hoc del parlamento europeo nel maggio scorso ha visitato la zona, definendo folle immaginare una seconda discarica nel parco nazionale del Vesuvio sito protetto dall’Unesco. Ma Bertolaso insiste e preme per la nuova cloaca. Anche l’assessore regionale all’ambiente Giovanni Romano, nel luglio scorso in audizione presso la commissione parlamentare ecomafie, assicurava: «Abbiamo deciso che questa discarica si può anche non fare». E anche il consiglio provinciale, a guida centro-destra, aveva votato una mozione per evitare l’apertura del secondo sito, nel maggio scorso. Ora che i cittadini scendono in piazza sono loro il problema da eliminare.
La soluzione è sempre la stessa: nuove discariche, nessun piano è stato pensato e promosso in questi due anni di annunci. Annunci e promesse ora in frantumi mentre la Campania ripiomba nell’incubo dell’emergenza.
"Se qua sta scoppiando la guerra civile la colpa è del governo. Di Berlusconi e del suo amico Bertolaso, che aveva annunciato 'o miracolo e che invece ci sommerge di monnezza". Sono le parole del Sindaco Pdl di Boscotrecase,Agnese Borrelli, a Enrico Fierro de Il Fatto.
"Se qua sta scoppiando la guerra civile la colpa è del governo. Di Berlusconi e del suo amico Bertolaso, che aveva annunciato 'o miracolo e che invece ci sommerge di monnezza". Sono le parole del Sindaco Pdl di Boscotrecase,Agnese Borrelli, a Enrico Fierro de Il Fatto.
Spazzatura per le strade, proteste antidiscariche, guerriglia urbana, camion dati alle fiamme. No, non è il 2008, quando l’emergenza rifiuti nella Campania rossa di Bassolino fu tra le cause del collasso del governo Prodi. Siamo nel settembre 2010, la Campania è azzurra e al governo c’è Berlusconi, il premier-spazzino che aveva annunciato la risoluzione definitiva del problema, emanando nel dicembre 2009 un decreto che ha steso le basi del nuovo ciclo integrato dei rifiuti, che affida pieni poteri alle Province (li otterranno nel 2011) e ha proclamato la fine dell’emergenza e del commissariamento. Un decreto che dopo appena nove mesi, fa acqua da tutte le parti: le discariche sono in via di esaurimento, l’inceneritore di Acerra funziona poco e male (fuori uso due forni su tre), la differenziata è ferma a livelli da terzo mondo. Sotto il 20% a Napoli, che produce più della metà della monnezza campana. E ben lontana dal 40% che rappresenterebbe lo standard minimo per prolungare la vita degli sversatoi e dare respiro a un territorio martoriato.
Correva l’anno 2008. Il governo varava il decreto per uscire dall’emergenza, il numero 90. Silvio Berlusconi dichiarava: “Procure e violenti non ci fermeranno, lo Stato stavolta non consentirà a nessuno di fermarlo“. La soluzione: da una parte l’esercito a presidio anche delle discariche, e dall’altra leggi speciali in deroga alle norme in vigore. Tutto per tornare alla normalità, promessa in campagna elettorale. Il super-eroe Guido Bertolaso doveva riportare la Campania in ‘occidente’. Ora che i rifiuti sommergono le strade, le discariche sono in via di esaurimento, l’inceneritore dei miracoli si ferma continuamente, la colpa è dei cittadini che si oppongono all’ennesimo abuso, che fanno i conti con una nuova emergenza. Il sottosegretario agli interni Alfredo Mantovano ha una sua idea: “Vi è il tentativo di gruppi anarchico-insurrezionali o dell’area dell’antagonismo di aizzare la protesta sociale, mettendo un comune contro l’altro o comunque impedendo l’individuazione dei siti e lo stoccaggio dei rifiuti o tentando di farlo“. Per coprire due anni di fallimento, torna in voga la pista anarchica.
Violenza e scontri avvelenano il clima, ma bisogna spiegare le ragioni dei cittadini di Terzigno, scesi nuovamente in piazza. In quella zona, in pieno parco nazionale del Vesuvio, è stata aperta una discarica, tuttora in funzione, in barba ad ogni regola anche di buon senso. L’idea di Guido Bertolaso è di aprirne un’altra, cava Vitiello, ma anche l’Europa ha dato ragione alla cittadinanza locale. Una commissione ad hoc del parlamento europeo nel maggio scorso ha visitato la zona, definendo folle immaginare una seconda discarica nel parco nazionale del Vesuvio sito protetto dall’Unesco. Ma Bertolaso insiste e preme per la nuova cloaca. Anche l’assessore regionale all’ambiente Giovanni Romano, nel luglio scorso in audizione presso la commissione parlamentare ecomafie, assicurava: «Abbiamo deciso che questa discarica si può anche non fare». E anche il consiglio provinciale, a guida centro-destra, aveva votato una mozione per evitare l’apertura del secondo sito, nel maggio scorso. Ora che i cittadini scendono in piazza sono loro il problema da eliminare.
La soluzione è sempre la stessa: nuove discariche, nessun piano è stato pensato e promosso in questi due anni di annunci. Annunci e promesse ora in frantumi mentre la Campania ripiomba nell’incubo dell’emergenza.
"Se qua sta scoppiando la guerra civile la colpa è del governo. Di Berlusconi e del suo amico Bertolaso, che aveva annunciato 'o miracolo e che invece ci sommerge di monnezza". Sono le parole del Sindaco Pdl di Boscotrecase,Agnese Borrelli, a Enrico Fierro de Il Fatto.
"Se qua sta scoppiando la guerra civile la colpa è del governo. Di Berlusconi e del suo amico Bertolaso, che aveva annunciato 'o miracolo e che invece ci sommerge di monnezza". Sono le parole del Sindaco Pdl di Boscotrecase,Agnese Borrelli, a Enrico Fierro de Il Fatto.
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