domenica 29 novembre 2009

San Silvio vs. Mafia


Dalla "Repubblica.it"
Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi:"Se c'è una persona che per indole, sensibilità, mentalità, formazione, cultura ed impegno politico, è lontanissima dalla mafia questa persona sono io.
Se c'è un partito che in questi anni più si è distinto nel contrastare la criminalità organizzata, questo partito è stato Forza Italia ed oggi è Il popolo della Libertà.
Se c'è un governo che più di tutti ha fatto della lotta alla mafia uno dei suoi obiettivi più netti e coerenti, questo è il mio governo".Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi torna a contestare le voci che lo vorrebbero coinvolto nei processi per le stragi sulla mafia.Berlusconi rileva come "dalla lettura dei quotidiani dei giorni precedenti ed anche di oggi appaia evidente ad ogni persona onesta e di buon senso che ci troviamo di fronte all'attacco più incredibile ed ignobile che mi sia stato rivolto nel corso di questi ultimi anni, da quando ho deciso di dedicarmi con tutte le mie forze al bene del mio Paese" "Il mio governo - assicura Berlusconi - sarà ricordato anche come il governo che la lanciato la sfida più determinata alla mafia nella storia della nostra Repubblica". "Questo - prosegue il premier - è il terreno civile e politico sul quale intendo anche contrastare la campagna di stampa del gruppo 'La Repubblica-Espresso' che chiamerò a rispondere, sul piano penale e civile, dei danni arrecati alla dignità della mia persona, della mia famiglia e dall'azienda Fininvest". In un convegno ad Olbia, il Premier aveva provato a sgombrare il campo da ogni sospetto definendo quelle voci "accuse infamanti" ma oggi, dopo aver letto nuovamente i giornali, i suoi toni sono diventati ancora più duri difendendo se stesso, la sua famiglia, le aziende, l'operato del suo governo e del Popolo della Libertà nel contrastare la criminalità organizzata.
Definendolo "attacco ignobile" nei suoi confronti da parte dei giornali, soprattutto del gruppo di Carlo de Benedetti contro cui agirà legalmente.
Premier perseguitato da tutti e su tutti i fronti,come farà a dimostrare la sua santità?

sabato 28 novembre 2009

LA STAZIONE DI SANTA MARIA

Cari amici, vi propongo la vecchia stazione di Santa Maria. In verità non è cambiata molto. Lo stabile non ha subito pesanti rifacimenti, la pensilina c'è ancora. Ha tutta l'aria di una piccola stazione come tante sparse per il territorio italiano e che sono un inestimabile patrimonio architettonico. Tante sono da recuperare. Purtroppo le biglietterie sono sparite, la voce che annunciava gli arrivi, i ritardi e le partenze sono state sostituite da proclami registrati. Io la stazione me la ricordo quando da ragazzo per andare a scuola elementare ai "Sacri cuori" facevo proprio la strada della ferrovia arrivando alla stazione. Oggi le linee sono state molto potenziate e sarebbe utopistico suggerire tale percorso per il gran traffico dei treni. La stazione dunque perchè l'Italia avrebbe bisogno di una robusta politica dei trasporti su rotaia. Viaggiare non sarebbe più un'odissea. Si toglierebbe un bel pò di traffico per le strade, si leggerebbero più libri, ne gioverebbe il turismo.....

giovedì 26 novembre 2009

Processo breve = lunga impunità!


La durata non ragionevole del processo penale nella giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo e della Corte ...

L'esito del sondaggio relativo alla " efficacia" del ddl del cd. " processo breve" è chiaro: oltre la metà di coloro che hanno espresso la loro opinione lo ritengono inidoneo a porre rimedio rispetto alla esagerata e cronica lunghezza dei processi. Certo, il problema della eccessiva durata dei processi in Italia è e rimane un problema grave ed a forte impatto sociale; ma, e qui bisogna esser chiari,il solo pensare che, per legge. si possa ovviare alle mille e più problematiche che affliggono il nostro sistema giudiziario che finiscono per allungare la durata dei processi, è esercizio da ipocriti, se non da stupidi.

Voglio dire che, se non si interviene seriamente ed efficacemente sulle cause vere che ostacolano il naturale e spedito corso della giustizia, è pura utopia, se non mala fede, sperare in un accorciamento dei procedimenti giudiziari “ope legis”, come se il semplice fissare per legge dei limiti invalicabili servisse, taumaturgicamente, a snellire e velocizzare la giustizia .

Ma cos’è che rallenta i processi? Il 54% dei processi fissati per il dibattimento viene rinviato senza lo svolgimento di alcuna attività, perché l'atto, puramente burocratico, della citazione del testimone o è stato del tutto omesso, o è stato effettuato in modo errato ovvero non è stato ottemperato dal destinatario. La natura delle accuse, l’ampiezza della documentazione scritta da esaminare, la necessità di espletare più perizie mediche specialistiche, la necessità di compiere atti investigativi ( talvolta all’estero) , l’instaurazione di un procedimento incidentale, le difficoltà relative alla protezione dei testimoni, l’elevato numero degli accusati e dei testimoni da assumere, la pluralità degli imputati unitamente alla pluralità dei reati loro attribuiti ed alla natura dei reati contestati connotano, a titolo di esempio, le difficoltà oggettive derivanti dalla complessità della causa mentre conosciute ai più e di gran lunga più diffuse sono le cause ritardanti imputabili alla condotta dell’imputato ( scusate il bisticcio di parole) che però, ad onor del vero, sono per la maggior parte giustificate perché considerate un diritto alla difesa ed in ultimo vi sono i ritardi attribuibili all’Autorità Giudiziaria( il protrarsi dell’inerzia nell’attività investigativa in una fase antecedente al dibattimento; le lungaggini inerenti alle operazioni peritali; i tempi morti registratisi nel passaggio da una fase all’altra, tra la chiusura dell’istruzione e il rinvio a giudizio ovvero tra la richiesta di rinvio a giudizio e la data dell’udienza preliminare o ancora tra la data del provvedimento di rinvio a giudizio e l’inizio del dibattimento; le vistose eccezioni al principio di continuità dibattimentale;le stasi ingiustificate del processo nei gradi successivi; il sensibile ritardo nel comunicare alle parti una decisione; la intempestiva richiesta di rimessione del procedimento ed infine la deplorevole lentezza nel redigere la motivazione della sentenza).

E pur tuttavia, nella assoluta e sentita necessità di assicurare che ogni procedimento giudiziario abbia a svolgersi entro tempi “ ragionevoli” , specie nell’interesse dell’imputato innocente, il proposto rimedio, che rischia di mandare assolti migliaia di truffatori, corruttori e finanche omicidi, seppur volontari, rischia seriamente di essere peggiore del male.

Infatti i sigg. onorevoli firmatari del ddl si sono chiesti quali potrebbero essere i costi sociali che tutti noi potremmo essere chiamati a sostenere, anche in termini di efficacia di lotta al crimine, derivanti da prescrizioni di processi che hanno generato un giustificato e diffuso allarme sociale? Secondo una stima dell’Anm una quota tra il 40% ed il 50% sarebbero i processi che potrebbero concludersi con la prescrizione, mentre il Ministro Alfano ha calcolato che tale quota non supererà l’1% del totale. Io non so chi abbia ragione: il tempo ce lo dirà; riflettendo, però, sulle parole del guardasigilli, ho dedotto che, forse, di questo ddl non v’era gran che bisogno, dato che oltre il 99% dei processi già si svolge entro il termine previsto dal ddl.

E se, come suggerisce qualcuno, la previsione di Alfano si rivelasse esatta ed in quel 1% capitassero tutti i procedimenti del premier ( praticamente l’1% del totale) avrebbe ragione chi coglie in questo ddl, non la volontà di garantire la ragionevole durata dei processi, ma una legge ad personam per la risoluzione dei problemi giudiziari di Berlusconi dopo il naufragio del lodo Alfano? A pensar male si fa peccato, suggeriva il saggio G. Andreotti, ma spesso si indovina!

lunedì 23 novembre 2009

Omofobia o pregiudizio?



Sulle varie reti televisive nazionali viene proposto il primo spot contro l'omofobia realizzato da un Governo in Italia,a cura del ministero per le pari opportunità,come mai e perchè ora....................
L' omofobia , può essere definita come una paura e un'avversione di sentimenti,pensieri e comportamenti irrazionali nei confronti dell'omosessualità e di gay, lesbiche, bisessuali e transessuali (GLBT), basata sul pregiudizio e analoga al razzismo, alla xenofobia, all'antisemitismo e al sessismo omosessuali.
Un problema che da tempo investe la nostra società,aumentato da quando le coppie omosessuali hanno iniziato a voler ufficializzare la loro unione con il matrimonio.
La società si dimostra diffidente nei confronti delle diversità, fino al punto di considerarle pericolose,soprattutto quando sono portatrici di concetti diversi, tendenti a minacciare quelli convenzionali.
Il pregiudizio anti-gay, è rinforzato dall’ignoranza e dalla mancanza di contatti con la comunità omosessuale,basato su un'idea astratta su ciò che hanno sentito dire dagli altri,mentre noi tutti tendiamo ad agire in modo coerente con ciò che viene ritenuto desiderabile e giusto in base alle convinzioni sociali dominanti.
La "Legge Concia" sull'omofobia è stata bocciata dalla camera:
la maggioranza ha votato l’incostituzionalità del provvedimento dopo essere stata sconfitta sul tentativo di rinviare tutto in commissione. La pregiudiziale di incostituzionalità, sollevata dall’Udc, ha ricevuto 285 voti favorevoli, 222 contrari e 13 astenuti. Decisione che ha aperto una scia di polemiche tra maggioranza e opposizione, ma anche nello stesso Pd.
Durissimo il commento di Paola Corcia:
“Mi vergogno di far parte di questo Parlamento. Il Pdl ha detto bugie, mentre il mio gruppo senza avvertirmi ha cambiato idea e ha votato contro la possibilità di tenere in vita questa legge con il suo ritorno in commissione”.
Gli omosessuali continuano la battaglia per farsi riconoscere i propri diritti mentre le violenze contro di loro continuano ad oltranza.
Avere tendenze sessuali omosessuali può essere un motivo valido per essere derisi,additati,picchiati,sfruttati da chi si ritiene "normale" e per questo migliore?



Aste per i beni confiscati alle MAFIE


Se e quando la camera dei deputati, con la centesima votazione di fiducia, darà il via libera alla finanziaria che, incredibilmente, contiene una norma che prevede la possibilità di mettere all’asta i beni e i terreni sequestrati a mafiosi e camorristi,questi, magari attraverso un presta nome, potranno riacquistare i beni che poliziotti e magistrati erano riusciti a sequestrare e a restituire all’uso pubblico? Sì, potranno farlo! Ciò potrà avvenire, però, solo per i beni ai quali non sarà data destinazione entro tre o sei mesi.

E' facile immaginare, grazie alle note capacità delle organizzazioni mafiose di mascherare la loro presenza, chi si farà avanti per comprare ville, case e terreni appartenuti ai boss e che rappresentavano altrettanti simboli del loro potere, costruito con la violenza, il sangue, i soprusi, fino all'intervento dello Stato. La vendita di quei beni significherà una cosa soltanto: che lo Stato si arrende di fronte alle difficoltà del loro pieno ed effettivo riutilizzo sociale, come prevede la legge. E il ritorno di quei beni nelle disponibilità dei clan a cui erano stati sottratti, grazie al lavoro delle forze dell'ordine e della magistratura, avrà un effetto dirompente sulla stessa credibilità delle istituzioni. Per queste ragioni Libera chiede al Governo e al Parlamento di ritirare l'emendamento sulla vendita dei beni confiscati.Non occorre essere un esperto del ramo per comprendere come e in quali condizioni potrebbero svolgersi tali aste in territori letteralmente dominati dalle organizzazioni criminali e dai loro protettori nelle istituzioni. Non a caso la legge fortemente voluta da Pio La Torre, il dirigente comunista ammazzato dai mafiosi, disponeva non solo il sequestro, ma anche la possibilità di assegnare i beni alle cooperative giovanili, a quelle associazioni che si battono per la legalità, a quanti non si sono mai arresi di fronte alle minacce e alle intimidazioni; in questo modo le terre di “cosa nostra” sono tornate ad essere “cosa nostra”, cioè un bene pubblico da amare, da proteggere, da coltivare, da far fruttare, nel senso pieno del termine.

L’appello di Libera

Tredici anni fa, oltre un milione di cittadini firmarono la petizione che chiedeva al Parlamento di approvare la legge per l’uso sociale dei beni confiscati alle mafie. Un appello raccolto da tutte le forze politiche, che votarono all’unanimità le legge 109/96. Si coronava, così, il sogno di chi, a cominciare da Pio La Torre, aveva pagato con la propria vita l’impegno per sottrarre ai clan le ricchezze accumulate illegalmente. Oggi quell’impegno rischia di essere tradito. Un emendamento introdotto in Senato alla legge finanziaria, infatti, prevede la vendita dei beni confiscati che non si riescono a destinare entro tre o sei mesi. E’ facile immaginare, grazie alle note capacità delle organizzazioni mafiose di mascherare la loro presenza, chi si farà avanti per comprare ville, case e terreni appartenuti ai boss e che rappresentavano altrettanti simboli del loro potere, costruito con la violenza, il sangue, i soprusi, fino all’intervento dello Stato. La vendita di quei beni significherà una cosa soltanto: che lo Stato si arrende di fronte alle difficoltà del loro pieno ed effettivo riutilizzo sociale, come prevede la legge. E il ritorno di quei beni nelle disponibilità dei clan a cui erano stati sottratti, grazie al lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura, avrà un effetto dirompente sulla stessa credibilità delle istituzioni. Per queste ragioni chiediamo al governo e al Parlamento di ripensarci e di ritirare l’emendamento sulla vendita dei beni confiscati. Si rafforzi, piuttosto, l’azione di chi indaga per individuare le ricchezze dei clan. S’introducano norme che facilitano il riutilizzo sociale dei beni e venga data concreta attuazione alla norma che stabilisce la confisca di beni ai corrotti. E vengano destinate innanzitutto ai familiari delle vittime di mafia e ai testimoni di giustizia i soldi e le risorse finanziarie sottratte alle mafie. Ma non vendiamo quei beni confiscati che rappresentano il segno del riscatto di un’Italia civile, onesta e coraggiosa. Perché quei beni sono davvero tutti “cosa nostra”.

FIRMA L’APPELLO

sabato 21 novembre 2009

Donatella Papi: cronaca di uno sciacallaggio.


Donatella Papi sposerà Angelo Izzo per «dimostrare la sua innocenza», farà riaprire - garantisce - il processo sul delitto Ferrazzano e porterà nuove prove sulla strage del Circeo. La giornalista era stata invitata all'Italia sul due, il programma condotto da Lorenza Bianchetti e Milo Infante, per parlare del tema della puntata, "innamorarsi di un criminale'. Ma ha preferito leggere un comunicato - spiazzando tutti, conduttori e ospiti - nel quale ha difeso Izzo, condannato a suo giudizio «a una pena ingiusta». E in studio è scoppiata la bagarre. Dalle dichiarazioni della Papi hanno preso le distanze sia i conduttori, sia gli ospiti: in studio a Roma, con la Bianchetti, l'avvocato Nino Marazzita e l'avvocato di Izzo, Filomena Fusco, che ha ricordato come l'uomo si sia sempre dichiarato colpevole; in collegamento da Milano, con Infante, Silvana Giacobini, Lella Costa e la criminologa Roberta Bruzzone. In particolare Costa e Bruzzone hanno lasciato lo studio in segno di protesta. Poi è arrivata la telefonata in studio di Letizia Lopez, sorella della vittima del massacro del Circeo. Lopez ha accusato la Papi di farsi pubblicità e ha gridato allo scandalo per le affermazioni rilasciate dalla giornalista che, alle orecchie dei familiari delle vittime, risuonano come un vero e proprio insulto.
Ma chi è Donatella Papi? Non è una pinco pallina qualsiasi,ma una giornalista che scrive e collabora con " Il Giornale " di Milano! Vi rendete conto? Una giornalista professionista che si permette di avere queste trovate che definire "stomachevoli" è poco. Adesso vedremo quale sarà la condotta che adotterà Vittorio Feltri direttore del quotidiano in questione.
Volete conoscere qualche altro articolo della pseudo-giornalista? Qualche tempo fa sul sito cominicialitalia.net ( che vi sconsiglio di visitare perchè attenterebbe alla salute del vostro pc) girava questo suo commento : Saviano è uno dei quei giovanotti rampanti della nostra disinformazione che non rischiano un baffo, sono stati costruiti nei retrobottega dei giornali e di certi partiti, fanno torcere i parenti di tanti giornalisti caduti ’ oppure ’ Il caso Saviano e’ un immenso tappo alla verita’.
C'è bisogno di aggiungere altro? Non credo, se non il rammarico di vedere giornalisti e testate televisive che, in nome dell'audience, non esitano ad invitare persone così squallide che si dimostrano disposte a tutte pur di assicurarsi notorietà.
P.S. Speriamo che in Rai qualcuno chieda conto di ciò agli autori del programma incriminato.

venerdì 20 novembre 2009

Orari visite fiscali: circolare del Ministro Brunetta del 11 Novembre 2009.


Il ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione, Renato Brunetta, con circolare dell’11 novembre ha dettato alle amministrazioni opportune indicazioni in merito ai controlli sulle assenze per malattia degli impiegati pubblici, alla luce delle recenti novità introdotte con il d.lgs. 27 ottobre 2009, n. 150, pubblicato in G.U. del 31 ottobre 2009.La circolare richiama l’attenzione in modo particolare sull’art. 69 del citato ultimo decreto, il quale nell’introdurre nel d.lgs. n. 165 del 2001 (testo unico del pubblico impiego) l’art. 55 , detta in tema di controllo per malattia due importanti disposizioni:1) l’obbligo per l'Amministrazione di disporre il controllo in ordine alla sussistenza della malattia del dipendente anche nel caso di assenza di un solo giorno, tenuto conto delle esigenze funzionali e organizzative;2) la titolarità in capo al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione di stabilire con decreto le fasce orarie di reperibilità del lavoratore ammalato entro le quali devono essere effettuate le visite mediche di controllo.Riguardo al primo punto si ribadisce quanto già disposto in precedenti circolari e, cioè, che il dovere di effettuare la visita fiscale da parte dell’amministrazione anche per un solo giorno va osservato nei limiti delle esigenze funzionali ed organizzative e, comunque tenendo conto delle particolari situazioni che possono verificarsi.Invero – si precisa – eventuali situazioni, quali per esempio, gli accertamenti diagnostici e le visite specialistiche, che comportano l’assenza del dipendente dal domicilio, ma anche eccezionali impedimenti del servizio del personale derivanti ad esempio da un imprevedibile carico di lavoro o urgenze della giornata, possono giustificare un certo margine di flessibilità nel disporre il controllo.
Per il secondo aspetto, concernente le fasce di reperibilità, la circolare, ricostruendo l’iter delle modifiche normative intervenute nel recente periodo, sottolinea che allo stato le fasce orarie da osservare per l’effettuazione delle visite fiscali sono dalle ore 10 alle ore 12 e dalle ore 17 alle ore 19. Il Ministro, tuttavia, anticipa la volontà di intervenire ancora su quest’ultimo punto, intendendo ampliare le fasce orarie di reperibilità ( leggi questo post) e introducendo delle deroghe all’obbligo di reperibilità in considerazione di specifiche situazioni anche in relazione a stati patologici particolari. Nella circolare, infine, si richiamano i dirigenti e i responsabili della gestione del personale di osservare le disposizioni relative alle assenze per malattia, impartite nel d.lgs. 150 del 2009, entrato in vigore il 15 novembre 2009, al fine di prevenire e contrastare, nell’interesse della funzionalità dell’ufficio, le condotte assenteistiche.Al riguardo, si sottolinea che l’inadempimento colposo di tale dovere di vigilanza, come anche la decadenza dell’azione disciplinare per omissioni del dirigente, sono puniti con sanzioni a carico di quest’ultimo che vanno dalla decurtazione della retribuzione di risultato alla sospensione dal servizio con privazione della retribuzione.
Conclusioni? Caos assoluto! Della serie: la strada dell'inferno è lastricata di buone intenzioni!
Se il Ministro è convinto che l'ampliamento dell'orario di reperibilità del dipendente in malattia contrasti il fenomeno dell'assenteismo, perchè questi continui allungamenti ed accorciamenti, preceduti, peraltro, da annunci, conferenze stampa e circolari? Che disponga subito per il massimo ampliamento possibile ed il tempo dirà se la sua misura sarà stata efficace o meno!



mercoledì 18 novembre 2009

Vaccinazioni influenza H1N1: le critiche del Ministro Polacco.


Torno sull'argomento " Influenza H1N1" o A per segnalare la posizione presa dalla sig.a Kopacz,Ministro della Sanità della Polonia.
Il governo polacco non si fida dei vaccini contro il virus H1N1, ufficializza al riguardo i proprio dubbi - «una ventina di punti poco chiari» - e accusa i colleghi che invitano alla vaccinazione di fare gli interessi delle case farmaceutiche. È stato il ministro della Sanità di Varsavia, la signora Eva Kopacz, a prendere posizione sul vaccino in distribuzione in molti Paesi europei: «per me non è abbastanza sicuro», dice, in un intervento davanti al Senato che sta facendo il giro del mondo sul web. Una vera e propria invettiva contro i tre vaccini disponibili, che - fa notare - vengono trattati tutti alla stessa stregua, malgrado siano basati su diverse sostanze attive, non hanno controindicazioni dichiarate e sono passati attraverso controlli decisamente brevi.
«Non esiste un solo effetto collaterale: hanno inventato il farmaco perfetto - eclama la Kopacz - e visto che il farmaco è così miracoloso, come mai le società che lo producono non vogliono introdurlo nel mercato libero e assumersene la completa responsabilità?». La responsabile della Sanità avanza dubbi sia sull’efficacia che sulle eventuali controindicazioni. E si chiede come mai la nuova influenza sia stata "promossa" a pandemia, quando «un milione di persone muoiono ogni anno, sempre per l'influenza stagionale, su scala mondiale».
Insomma, più dubbi che certezze, secondo il ministro polacco. «A quelli che mi spingono a comprare il vaccino voglio chiedere: come mai non avete gridato e sbraitato l'anno scorso, due anni fa e nel 2003? Nel 2003 abbiamo avuto 1 milione e 200mila polacchi con l'influenza stagionale». Quindi per ora il governo di Varsavia non intende sposare la strategia del vaccino con il virus H1N1. «Lo Stato polacco è molto saggio, i polacchi sanno distinguere la verità dalle balle con molta precisione. Sono anche in grado di distinguere una situazione oggettiva da una truffa» conclude Kopacz.
Cosa aggiungere? Che le parola della Ministro sono dettate da assoluto buon senso e gettano più di un ombra sinistra sull'operazione di vaccinazione che, per la verità, non è MAI stata chiara fin dall'inizio. Per ulteriori approfondimenti invito a rileggere il post del 7 Novembre.

Piano traffico : lettera aperta ai cittadini



Carissimi Associati/ Carissimi Amici.
Con la presente vogliamo aggiornarVi sulla nostra attività dopo circa otto mesi dalla nascita del Comitato di Quartiere. In questo periodo, pur essendo riusciti a raggiungere dei risultati importanti, sicuramente riteniamo che avremmo potuto fare di più da quel 18 Marzo scorso, in cui all’improvviso la nostra vita, le nostre abitudini e soprattutto quelle dei nostri clienti sono state stravolte dall’adozione di un nuovo “scellerato” dispositivo di traffico nel quartiere (ricordate che non si poteva arrivare a SMCV dall’autostrada da via Galatina, e addirittura avrebbero voluto un senso unico fino a piazza S. Francesco).
Da allora abbiamo avuto tanti incontri e scontri con le persone chiave di questo scempio. All’inizio sembrava difficilissimo anche solo sperare di confrontarsi, poi pian piano, tenacemente, siamo riusciti ad aprire una breccia nella persona del Sindaco dott. Giancarlo Giudicianni, che ha avocato a se il problema, comprendendone la gravità. Nelle settimane successive siamo così riusciti a raggiungere delle modifiche sostanziali che hanno impedito soprattutto il tracollo commerciale delle attività ubicate nel secondo tratto di Via Galatina verso l’autostrada:
Apertura della rotatoria autostradale verso via Galatina;
Raggiungimento di Via Dei Romani da Via Galatina provenendo dall’Autostrada;
Doppio Senso su tutta Via Gran Bretagna;
Ingresso su Via Bretagna provenendo da Via Italia/Via degli Spiriti;
Immediata apertura circumvallazione Via Galatina-San Prisco.
Negli incontri seguenti (ai quali abbiamo fatto partecipare tutti coloro fossero interessati) abbiamo analizzato le problematiche del quartiere, avvalendoci della consulenza di esperti, e giungendo alla presentazione di un Accordo di Programma sottoscritto dall’amministrazione comunale su queste basi:
a) Sistemazione del quartiere con passaggi pedonali sopraelevati, arredo urbano, segnaletica opportuna,…;
b) Immediata realizzazione della bretella stradale tra Via Galatina e Via Spartaco: Strada che consentirà di poter dirottare il traffico lungo la direttrice Capua - Svincolo Autostrada (in modo particolare quello pesante evitando di congestionare il centro del quartiere Giovanni Paolo I);
c) Immediata riapertura a doppio senso del tratto di Via Consiglio d’Europa tra via Olanda e Via Danimarca: Tale intervento andrà ad evitare la circumvallazione del Parco Giochi che notevoli problemi ha provocato al traffico e soprattutto alla sicurezza dei bambini con diversi incidenti e tragedie evitate;
d)Con l’apertura della Nuova Bretella Via Galatina-Via Spartaco, riapertura al doppio senso in Via Galatina e Viale Consiglio d’Europa nei tratti ora a senso unico, con inserimento di n° 3 rotatorie (una all’incrocio Via dei Romani-Via Spartaco, una all’incrocio tra Via Galatina-Via Consiglio d’Europa-Via Dei Romani con opportuno allargamento dell’incrocio, una all’incrocio tra Via Danimarca-Via Consiglio d’Europa-Via Martiri del Dissenso);
e) Convocazione della conferenza dei servizi per prevedere una rotatoria al termine della variante ANAS/Via Pimpinella alfine di poter accedere a tale variante, all’autostrada e alla provinciale per Sant.Angelo in F. anche dal cimitero e farsi che il piazzale del cimitero possa essere attrezzato come parcheggio di interscambio;
f) Realizzazione di n°3 parcheggi (con tariffe agevolate per i residenti e commercianti): il primo in Via Caduti di Nassirya, il secondo in Via Irlanda, il terzo alle spalle di Via Danimarca e Via Gran Bretagna;
Dobbiamo, nostro malgrado, sottolineare come nel corso delle nostre trattative abbiamo avuto una contrapposizione netta da parte del Comandante della Polizia Municipale dott. Francesco De Rosa e dall’assessore alla Viabilità avv. Nicola Leone, che da sempre sono stati convinti che il dispositivo di traffico attuato, fosse il migliore applicabile. Contrapposizione che è culminata nelle problematiche emerse per la realizzazione della Prima Festa di Quartiere “Giovanni Paolo I” del 27 Settembre 2009, allorchè siamo stati costretti a ridimensionare e modificare la programmazione degli eventi (solo due giorni prima), nonostante la richiesta di autorizzazione fosse stata inoltrata con notevole anticipo.
Come Comitato di Quartiere “SMCV NORD” ci impegniamo a pressare ancora più l’Amministrazione Comunale ad attivarsi velocemente per il raggiungimento di tutti i punti dell’accordo promessi, alfine di poter ripristinare al più presto dei soddisfacenti standard di vivibilità per il quartiere.
Vi informiamo, inoltre, che stiamo cercando di ottenere dei contributi dagli enti preposti (C.C.I.A.A, Cumune di SMCV, Provincia, EPT) con la collaborazione delle associazioni di categoria ASCOM-Confcommmercio e Confesercenti per la realizzazione di abbellimenti e iniziative nel periodo natalizio, alfine di rendere più gradevole il godimento del quartiere.
Auspichiamo la collaborazione di tutti coloro abbiamo delle idee, suggerimenti, critiche, segnalazioni, ecc… alfine di poter migliorare l’operato del comitato e rendere sempre migliore il nostro quartiere “GIOVANNI PAOLO I”.

Tratto dal quotidiano on line " Interno 18"

domenica 15 novembre 2009

21/12/2012 : l'inizio o la fine?



La data del 12/12/ 2012 in questo periodo é esplosa calorosamente, i mass-media del mondo intero parlano della profezia dei Maya.
I Maya, parlarono di cinque Ere cosmiche,corrispondenti ad altrettante civilta'.
Le precedenti quattro Ere (dell'Acqua,Aria,Fuoco e Terra) sarebbero tutte terminate con degli sconvolgimenti ambientali catastrofici.
L'attuale Eta' dell'Oro (la quinta), secondo il calendario Maya, avrà fine nel 2012, profezia emersa dallo studio del Codice di Dresda, l'unico dei tre codici Maya sopravvissuti alla furia della conquista spagnola, che come sappiamo fece terra bruciata dell'intera cultura Maya.
Per cui il mondo ,sarebbe destinato a finire fra disastrose inondazioni,terremoti,incendi ecc..
In effetti questi avvenimenti avvengono tutti i giorni sotto i nostri occhi,senza dimenticarci dell'abbondante razione di contaminazione che quotidianamente diamo alla nostra Terra.
Voi,cosa ne pensate e cosa vi aspettate?

venerdì 13 novembre 2009

Acqua bene supremo dell'umanità

Come ogni anno, da quasi vent’anni, qualcuno prova a mettere le mani sull’acqua, per definizione bene comune e diritto universale. Ma anche un affare da più di 8 miliardi di euro che in una riga contenuta in un decreto (135/2009), approvato al Senato il 4 novembre scorso, viene offerto ai privati e il cui varo definitivo (entro il 24 novembre prossimo) spetta ora alla Camera. Il vero obiettivo è far diventare l’acqua una merce redditizia per pochi e cara per molti, senza il consenso dei cittadini. Se il decreto dovesse passare alla Camera, l'oro blu diventerebbe un bene privato. Un'altra picconata ai nostri diritti!

giovedì 12 novembre 2009

La nuova segnaletica.


Apprendo, con vivo interesse ed una qualche soddisfazione, che il Comune ha deciso finalmente di affidare, ad una ditta specializzata nel settore, la manutenzione ordinaria e straordinaria della segnaletica stradale cittadina.
Se le cose andranno nel senso che noi tutti auspichiamo, la nostra città potrà finalmente dotarsi di una segnaletica non più equivoca, quando non concontraddittoria o addirittura non conforme al Codice della Strada, ed assumere, anche visivamente, l'aspetto di una città ordinata e ben organizzata.
L'erogazione di un servizio professionalmente adeguato relativo alla installazione della segnaletica stradale orizzontale e verticale potrà senz'altro concorrere ad un generale miglioramento della circolazione veicolare e pedonale con benefici influssi anche sul settore commerciale, eliminando così pericolose forme di dilettantismo "allo sbaraglio" e consentendo, altresì, di liberare, per altri e più consoni uffici e compiti, anche unità lavorative impropriamente utilizzate allo scopo nel recente passato.

mercoledì 11 novembre 2009

Cremazione: il si dei vescovi.


I vescovi italiani hanno approvato il testo del nuovo rito delle esequie, che recepisce il "sì" alla cremazione già stabilito dal Codice di Diritto Canonico. Con un'unica raccomandazione: le ceneri del defunto devono essere conservate in un luogo sacro, inumate o versate in terra benedetta.
Il nodo che ha suscitato maggiori perplessità è stato quello della dispersione delle ceneri del caro estinto. Disperderle o conservarle, a casa o, eventualmente, in apposite sezioni dei cimiteri? Alla fine, una votazione non unanime ha sancito che la chiesa sconsiglia la dispersione delle ceneri. La soluzione adottata sarebbe quella di prevedere un luogo nei cimiteri dedicato alla conservazione delle ceneri. La prassi di spargere le ceneri in natura, oppure di conservarle in luoghi diversi dal cimitero, come, ad esempio, nelle abitazioni private, è vietata. Sono scelte basate su «concezioni panteistiche o naturalistiche».Lo spargimento delle ceneri o le sepolture anonime «impediscono la possibilità di esprimere con riferimento a un luogo preciso il dolore personale e comunitario». Inoltre rendono «più difficile il ricordo dei morti, estinguendolo anzitempo». E per le generazioni successive la vita di coloro che le hanno precedute scompare. Se il defunto ha espresso la chiara volontà di far disperdere le ceneri o conservare l’urna in un luogo diverso dal cimitero, si dovrà appurare il disprezzo della fede cristiana.In questo caso, non si potranno concedere le esequie ecclesiastiche.
L'ultima parola ora passa alla santa Sede, che dovrà promuovere o bocciare il documento votato oggi.

martedì 10 novembre 2009

Cattolico? No, Giovanardi!

Per vedere la foto, la cui visione sconsiglio, occorre cliccare sulla stessa.

Rabbia, ma soprattutto pena, sono i sentimenti che suscitano le parole del sottosegretario Giovanardi .

“Era uno spacciatore abituale","un anoressico che era stato pure in una comunità", "ed era persino sieropositivo ( cosa non vera)". "diventano larve, zombie", e finiscono tutti cosi, come se l’essere tossicodipendente, lungi dall’essere in sé già una punizione, sia un peccato da pagare con la vita.Si è"meritato", in sintesi, la fine che ha fatto.

Giovanardi, al quale è stata affidata dal governo "la lotta alle tossicodipendenze" e la "tutela della famiglia", ovviamente sa bene che tanti italiani fanno uso di droga.

Ci sono, tra i drogati d'Italia, "i viziati e i capricciosi", e ci sono ovviamente i disadattati come era Stefano, "ragazzi che non ce la fanno" e che per questo meritano più aiuto degli altri, più assistenza, più amore dicono i cattolici che non "spacciano", come fa abitualmente Giovanardi, demagogia politica. E non ammiccano e non occhieggiano come lui alla violenza contro "gli scarti della società", alla voglia matta di sterminare i poveracci; non scambiano l'umanità dolente, della quale siamo tutti impastati e che fa male solo a se stessa, con l'arroganza dei banditi e dei malfattori, dei mafiosi e dei teppisti veri che insanguinano l'Italia. Ecco: con le sue orribili parole di ieri mattina Giovanardi si fa complice, politico e morale, di chi ha negato a Stefano un avvocato, un medico misericordioso, un poliziotto vero e che adesso vorrebbe pure evitare il processo a chi lo ha massacrato, a chi ha violato il suo diritto alla vita.

Anche Cucchi avrebbe meritato di incontrare, il giorno del suo arresto, un vero poliziotto piuttosto che la sua caricatura, uno dei tanti poliziotti italiani che provano compassione per i ragazzi dotati di una luce particolare, per questi adolescenti del disastro, uno dei tantissimi nostri poliziotti che si lasciano guidare dalla comprensione intuitiva, e certo lo avrebbe arrestato, perché così voleva la legge, ma molto civilmente avrebbe subito pensato a come garantirgli una difesa legale e un conforto civile, a come evitargli di finire nella trappola di disumanità dalla quale non è più uscito. Perché la verità, caro Giovanardi, è che gli zombie e le larve non sono i drogati, ma i poliziotti che non l'hanno protetto, i medici che non l'hanno curato, e ora i politici come lei che sputano sulla sua memoria.

Certo: bisogna arrestare, controllare, ritirare patenti, impedire per prevenire e prevenire per impedire. Ma cosa c'entrano le botte e la violazione dei diritti? E davvero le oltranze giovanili si reprimono negando all'arrestato un avvocato e le cure mediche? E forse per essere rigorosi bisogna profanare i morti e dare alimento all'intolleranza dei giovani, svegliare la loro parte più selvaggia?

Ma questo non è lo stesso Giovanardi che straparlava dell'aborto e del peccato di omosessualità? Non è quello che difendeva la vita dell'embrione? È proprio diverso il Dio di Giovanardi dal Cristo addolorato di cui si professa devoto! Con la mano sul mento, il gomito sul ginocchio e due occhi rassegnati, il Cristo degli italiani è ben più turbato dai Giovanardi che dai Cucchi.

Caro Giovanardi: avevo fame e mi hai rifiutato un pezzo di pane, avevo freddo e mi hai lasciato nudo sotto la neve, ero malato, drogato, e non mi hai prestato alcuna cura. Ogni volta che ho implorato il tuo aiuto, ti sei girato dall’altra parte. Alla fine mi hanno picchiato fino a uccidermi e tu hai assolto i miei assassini e mi hai umiliato anche da morto ... È vero la domenica mattina sei venuto quasi sempre a messa, a spulciarti l’anima nel confessionale... . Sei saltato da un partito all’altro dichiarando che lo facevi per onestà ... . Lo vedi dov’è Stefano? È qui con me, adesso è sereno finalmente. E ora dimmi Giovanardi, quale credi sarà il tuo posto in questa nuova vita?

"L'Anglicanorum coetibus" unisce gli anglicani ed i cattolici




Benedetto XVI sana lo scisma di 500 mila anglicani tradizionalisti: anche i pastori sposati potranno diventare preti.
Il Papa apre ai matrimoni per i ministri della religione anglicana e prevede ora di ammettere anche preti che siano sposati.
.Il Vaticano, dunque, apre ai matrimoni dei vescovi, dei sacerdoti e dei diaconi anglicani.
Papa Benedetto XVI ha pubblicato la Costituzione ApostolicaAnglicanorum coetibus“, nella quale si legge:
l’Ordinario in piena osservanza della disciplina sul celibato clericale nella Chiesa Latina, di regola ammettera’ all’ordine del presbiterato solo uomini celibi“.
L’apertura alle nozze per i ministri del culto anglicano arriva in questa frase:
potra’ rivolgere petizione al Romano Pontefice, in deroga al can. 277, di ammettere caso per caso all’Ordine Sacro del presbiterato anche uomini coniugati, secondo i criteri oggettivi approvati dalla Santa Sede“.
Il documento pontificio indica le linee per il presente e il futuro e non è una semplice sanatoria per le situazioni di fatto. Si verrà dunque a creare, anche nei Paesi di lingua inglese e di tradizione anglicana, uno scenario simile a quello molto diffuso nell'Europa dell'Est e nel Medio Oriente, dove preti cattolici celibi di rito latino si affiancano a preti cattolici sposati di rito orientale. La Chiesa cattolica impone il celibato obbligatorio a tutti i sacerdoti di rito latino. Non però ai preti, ugualmente cattolici, appartenenti ad altre tradizioni: melchiti, uniati ucraini, siriaci, solo per fare qualche esempio.La costituzione, ufficializzata ieri in Vaticano, prevede «la possibilità dell'ordinazione di chierici cattolici sposati, già anglicani, come sacerdoti cattolici». I vescovi anglicani ammogliati dovranno invece accettare di essere retrocessi a semplici sacerdoti.
Per evitare problemi e confusioni tra i fedeli, la Cei ha chiesto ai preti sposati orientali di non esercitare il loro sacramento in Italia. Se nell'Est europeo e in Medio Oriente, è normale per i cattolici avere un parroco con moglie e figli al seguito, ciò non è altrettanto scontato in Occidente.
La Costituzione apostolica, viene spiegato nella nota della sala stampa vaticana, “apre una nuova strada per la promozione dell’unità dei cristiani, riconoscendo nel contempo la legittima diversità nell’espressione della nostra fede comune”.

lunedì 9 novembre 2009

Sulle tracce di Berlino:abbattiamo tutti i muri!!!





9 novembre 1989,vent'anni dopo
“Questo giorno ha cambiato la vita di molta gente, inclusa la mia vita.La riunificazione tedesca e l’Unione europea sono sempre state, e lo saranno sempre, due facce della stessa medaglia. Noi tedeschi , non dimenticheremo i nostri vicini e i nostri alleati, che hanno reso possibile la strada verso la riunificazione”"parole pronunciate dalla cancelliera tedesca,Angela Merkel.
Per questo, la Merkel ha invitato nella capitale decine di capi di Stato e di governo di tutto il mondo e il governo tedesco ci tiene affinché tutti i governi dell’Ue siano rappresentati.
Il 9 novembre 1989, vent'anni esatti fa, dopo diverse settimane di disordini pubblici, il governo della Germania Est annunciò che le visite nella parte Ovest del paese (e della stessa Berlino) sarebbero state permesse: nella notte tra il 9 e il 10 novembre una moltitudine di cittadini dell'Est si arrampicò sul muro, costruito nel 1961, e lo superò, in un'atmosfera festosa che avrebbe segnato l'abbattimento definitivo della frontiera verso la Germania Ovest, e sarebbe diventata simbolo dell'apertura del blocco comunista all'Occidente.
« L’obiettivo del muro: evitare che il popolo della Germania
socialista potesse scappare nel mondo normale. Il muro fu
costantemente perfezionato e rinforzato, trasformato
da un normale muro in un sistema insormontabile
di ostacoli, trappole, segnali elaborati, bunker, torri di
guardia, tetraedri anti carro e armi a sparo automatico
che uccidevano i fuggitivi senza bisogno di intervento
da parte delle guardie di confine.

Ma più lavoro, ingegnosità, denaro e acciaio
i comunisti mettevano per migliorare il muro,
più chiaro diventava un concetto: gli esseri umani possono
essere mantenuti in una società comunista solo
con costruzioni impenetrabili, filo spinato, cani e
sparandogli alle spalle. Il muro significava che
il sistema che i comunisti avevano costruito
non attraeva ma repelleva.




domenica 8 novembre 2009

Come eravamo

Cari amici aspettando l'amico Sabbione, che spero torni al più presto a postare, vi propongo "La Cupa dei Quattordici Ponti". Il nome è del 1844 quando Caserta e Capua furono unite dalla ferrovia e si eliminò il dislivello con il viadotto che poggia su 14 arcate o ponti, in precedenza la strada si diceva "Cupa" o "Cupa grande". Forse non tutti conoscono questo posto di Santa Maria dove tutto è cambiato eccetto i 14 ponti (ora 13 perchè negli anni sessanta i primi due ponti furono unificati per una migliore viabilità). La campagna ha lasciato posto a un'urbanizzazione senza regole che ha prodotto lo scempio di oggi.

Per non dimenticarli!

Punteggio sito web istituzionale Comune di Santa Maria Capua Vetere

Scorri sotto ( senza cliccare qui!) le valutazioni del sito sammaritano a cura della Presidenza del Consiglio.

Santa Maria Capua Vetere ( Caserta)