martedì 10 novembre 2009

Cattolico? No, Giovanardi!

Per vedere la foto, la cui visione sconsiglio, occorre cliccare sulla stessa.

Rabbia, ma soprattutto pena, sono i sentimenti che suscitano le parole del sottosegretario Giovanardi .

“Era uno spacciatore abituale","un anoressico che era stato pure in una comunità", "ed era persino sieropositivo ( cosa non vera)". "diventano larve, zombie", e finiscono tutti cosi, come se l’essere tossicodipendente, lungi dall’essere in sé già una punizione, sia un peccato da pagare con la vita.Si è"meritato", in sintesi, la fine che ha fatto.

Giovanardi, al quale è stata affidata dal governo "la lotta alle tossicodipendenze" e la "tutela della famiglia", ovviamente sa bene che tanti italiani fanno uso di droga.

Ci sono, tra i drogati d'Italia, "i viziati e i capricciosi", e ci sono ovviamente i disadattati come era Stefano, "ragazzi che non ce la fanno" e che per questo meritano più aiuto degli altri, più assistenza, più amore dicono i cattolici che non "spacciano", come fa abitualmente Giovanardi, demagogia politica. E non ammiccano e non occhieggiano come lui alla violenza contro "gli scarti della società", alla voglia matta di sterminare i poveracci; non scambiano l'umanità dolente, della quale siamo tutti impastati e che fa male solo a se stessa, con l'arroganza dei banditi e dei malfattori, dei mafiosi e dei teppisti veri che insanguinano l'Italia. Ecco: con le sue orribili parole di ieri mattina Giovanardi si fa complice, politico e morale, di chi ha negato a Stefano un avvocato, un medico misericordioso, un poliziotto vero e che adesso vorrebbe pure evitare il processo a chi lo ha massacrato, a chi ha violato il suo diritto alla vita.

Anche Cucchi avrebbe meritato di incontrare, il giorno del suo arresto, un vero poliziotto piuttosto che la sua caricatura, uno dei tanti poliziotti italiani che provano compassione per i ragazzi dotati di una luce particolare, per questi adolescenti del disastro, uno dei tantissimi nostri poliziotti che si lasciano guidare dalla comprensione intuitiva, e certo lo avrebbe arrestato, perché così voleva la legge, ma molto civilmente avrebbe subito pensato a come garantirgli una difesa legale e un conforto civile, a come evitargli di finire nella trappola di disumanità dalla quale non è più uscito. Perché la verità, caro Giovanardi, è che gli zombie e le larve non sono i drogati, ma i poliziotti che non l'hanno protetto, i medici che non l'hanno curato, e ora i politici come lei che sputano sulla sua memoria.

Certo: bisogna arrestare, controllare, ritirare patenti, impedire per prevenire e prevenire per impedire. Ma cosa c'entrano le botte e la violazione dei diritti? E davvero le oltranze giovanili si reprimono negando all'arrestato un avvocato e le cure mediche? E forse per essere rigorosi bisogna profanare i morti e dare alimento all'intolleranza dei giovani, svegliare la loro parte più selvaggia?

Ma questo non è lo stesso Giovanardi che straparlava dell'aborto e del peccato di omosessualità? Non è quello che difendeva la vita dell'embrione? È proprio diverso il Dio di Giovanardi dal Cristo addolorato di cui si professa devoto! Con la mano sul mento, il gomito sul ginocchio e due occhi rassegnati, il Cristo degli italiani è ben più turbato dai Giovanardi che dai Cucchi.

Caro Giovanardi: avevo fame e mi hai rifiutato un pezzo di pane, avevo freddo e mi hai lasciato nudo sotto la neve, ero malato, drogato, e non mi hai prestato alcuna cura. Ogni volta che ho implorato il tuo aiuto, ti sei girato dall’altra parte. Alla fine mi hanno picchiato fino a uccidermi e tu hai assolto i miei assassini e mi hai umiliato anche da morto ... È vero la domenica mattina sei venuto quasi sempre a messa, a spulciarti l’anima nel confessionale... . Sei saltato da un partito all’altro dichiarando che lo facevi per onestà ... . Lo vedi dov’è Stefano? È qui con me, adesso è sereno finalmente. E ora dimmi Giovanardi, quale credi sarà il tuo posto in questa nuova vita?

Per vedere la foto, la cui visione sconsiglio, occorre cliccare sulla stessa.

Rabbia, ma soprattutto pena, sono i sentimenti che suscitano le parole del sottosegretario Giovanardi .

“Era uno spacciatore abituale","un anoressico che era stato pure in una comunità", "ed era persino sieropositivo ( cosa non vera)". "diventano larve, zombie", e finiscono tutti cosi, come se l’essere tossicodipendente, lungi dall’essere in sé già una punizione, sia un peccato da pagare con la vita.Si è"meritato", in sintesi, la fine che ha fatto.

Giovanardi, al quale è stata affidata dal governo "la lotta alle tossicodipendenze" e la "tutela della famiglia", ovviamente sa bene che tanti italiani fanno uso di droga.

Ci sono, tra i drogati d'Italia, "i viziati e i capricciosi", e ci sono ovviamente i disadattati come era Stefano, "ragazzi che non ce la fanno" e che per questo meritano più aiuto degli altri, più assistenza, più amore dicono i cattolici che non "spacciano", come fa abitualmente Giovanardi, demagogia politica. E non ammiccano e non occhieggiano come lui alla violenza contro "gli scarti della società", alla voglia matta di sterminare i poveracci; non scambiano l'umanità dolente, della quale siamo tutti impastati e che fa male solo a se stessa, con l'arroganza dei banditi e dei malfattori, dei mafiosi e dei teppisti veri che insanguinano l'Italia. Ecco: con le sue orribili parole di ieri mattina Giovanardi si fa complice, politico e morale, di chi ha negato a Stefano un avvocato, un medico misericordioso, un poliziotto vero e che adesso vorrebbe pure evitare il processo a chi lo ha massacrato, a chi ha violato il suo diritto alla vita.

Anche Cucchi avrebbe meritato di incontrare, il giorno del suo arresto, un vero poliziotto piuttosto che la sua caricatura, uno dei tanti poliziotti italiani che provano compassione per i ragazzi dotati di una luce particolare, per questi adolescenti del disastro, uno dei tantissimi nostri poliziotti che si lasciano guidare dalla comprensione intuitiva, e certo lo avrebbe arrestato, perché così voleva la legge, ma molto civilmente avrebbe subito pensato a come garantirgli una difesa legale e un conforto civile, a come evitargli di finire nella trappola di disumanità dalla quale non è più uscito. Perché la verità, caro Giovanardi, è che gli zombie e le larve non sono i drogati, ma i poliziotti che non l'hanno protetto, i medici che non l'hanno curato, e ora i politici come lei che sputano sulla sua memoria.

Certo: bisogna arrestare, controllare, ritirare patenti, impedire per prevenire e prevenire per impedire. Ma cosa c'entrano le botte e la violazione dei diritti? E davvero le oltranze giovanili si reprimono negando all'arrestato un avvocato e le cure mediche? E forse per essere rigorosi bisogna profanare i morti e dare alimento all'intolleranza dei giovani, svegliare la loro parte più selvaggia?

Ma questo non è lo stesso Giovanardi che straparlava dell'aborto e del peccato di omosessualità? Non è quello che difendeva la vita dell'embrione? È proprio diverso il Dio di Giovanardi dal Cristo addolorato di cui si professa devoto! Con la mano sul mento, il gomito sul ginocchio e due occhi rassegnati, il Cristo degli italiani è ben più turbato dai Giovanardi che dai Cucchi.

Caro Giovanardi: avevo fame e mi hai rifiutato un pezzo di pane, avevo freddo e mi hai lasciato nudo sotto la neve, ero malato, drogato, e non mi hai prestato alcuna cura. Ogni volta che ho implorato il tuo aiuto, ti sei girato dall’altra parte. Alla fine mi hanno picchiato fino a uccidermi e tu hai assolto i miei assassini e mi hai umiliato anche da morto ... È vero la domenica mattina sei venuto quasi sempre a messa, a spulciarti l’anima nel confessionale... . Sei saltato da un partito all’altro dichiarando che lo facevi per onestà ... . Lo vedi dov’è Stefano? È qui con me, adesso è sereno finalmente. E ora dimmi Giovanardi, quale credi sarà il tuo posto in questa nuova vita?


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8 Comments:

mascia dice...

La morte di Stefano e' la conferma del grande degrado ed incivilta'in cui sta precipitando la nostra societa'.
Le parole di Giovanardi(che avrebbe fatto meglio a tacere!) dovrebbero aiutare a riflettere ed a mettere sulla difensiva tutti gli italiani che si vedono defraudare dei diritti umani e civili.
Entrare in merito ai motivi del decesso del ragazzo non spetta a noi,ma,spero che la giustizia faccia il suo corso e riesca a stabilire cosa sia veramente successo.
Giovanardi definito Terminetor come religioso, ha disprezzato la vita umana,in qualsiasi forma e modo sia vissuta,ha ritrattato ed abiurato quella che e' la fede cattolica,ha rinnegato quelli che sono gli insegnamenti fondamentali che Gesu' ci ha lasciato:l'Amore,la Carita',la Pieta',la Compassione e la Misericordia!
Come uomo, con responsabilita' governative ha affermato delle cose inconcepibili, di elevatissima gravita', di scarsa intelligenza e di tristezza intellettuale.

mascia dice...

Il Terminator!

mascia dice...

Una famiglia sta rivivendo le stesse angosce della famiglia Cucchi,anche se è presto per fare analo­gie.
Un 32enne,Giuseppe Saladino, è morto 24 ore dopo il suo arresto. La procura di Parma ha ora aperto un’inchiesta per omicidio colposo contro ignoti.
Il ragazzo era stato arrestato per aver rubato dai parchimetri,poco distanti dalla sua abitazione,e, condannato ad un anno e due mesi.
Venerdì scorso,di nuovo in carcere per aver violato gli arresti domiciliari ma durante la notte avrebbe avvertito un malore, dopo il quale è morto.
C'è da chiedersi:
"Ma cosa sta succedendo?"

il pungiglione dice...

Quel che scandalizza oltre misura sono le parole indegne di un politico italiano che si professa cattolico praticante.
Le eventuali responsabilità penali saranno accertate nelle sedi naturali; speriamo che chi avuto la responsabilità di governare e di scegliere, in conseguenza,la propria squadra governativa tragga le logiche conseguenze che derivano dall'infame ed indegno comportamento tenuto dal proprio ministro e lo mandi via al più presto.

mario dice...

caro pungiglione e cara mascia.
il comportamento di giovanardi e' inqualificabile.
un comportamento " indegno" per qualsia cattolico praticante.
la chiesa sono si permette in sessun modo di condannare chi purtroppo cade nella spirale della droga e della anoressia.
anzi aiuta chi ha questi problemi.
terminatoro? io avrei in mente altri termini e mi astengo dal pronunciarli.
farebbero bene qualli del governo a prenderlo a calci e buttarlo fuori dal parlamento perche' chi offende in questo modo la vita umana, e una sua condizione temporanea, non e' degno di rappresentare nessuno.
saluti
mario

mascia dice...

Mario,tu affermi che:
"il comportamento di giovanardi e' inqualificabile.
un comportamento " indegno" per qualsia cattolico praticante.",
io dico che il comportamento di Giovanardi e' inqualificabile per ogni essere umano in quanto tale, cattolico o meno.
Il rispetto per la vita presuppone il rispetto per i propri simili,non e' un accessorio ma parte integrante della vita stessa.
Giovanardi valuta l'importanza della morte,usando un suo metro di misura,legato ai comportamenti avuti in vita,e,divide le persone in classe A e B;in quest'ultima rientrano i tossicodipendenti che essendo destinati a diventare larve umane,devono espiare la loro colpa con la morte, anche non naturale, senza necessariamente
avere giustizia perche' sono "scarti della società".

il pungiglione dice...

"Quando ci sono dei fraintendimenti, soprattutto se offendono la sensibilità di una famiglia, è giusto chiedere scusa". Così il sottosegretario Carlo Giovanardi, intervistato da Barbara Palombelli nel corso della trasmissione "28 minuti" su RadioDue, ha risposto alla domanda se volesse chiedere scusa alla famiglia di Stefano Cucchi.
"Cucchi è morto perché era drogato e anoressico", aveva detto il sottosegretario, suscitando l'ira della famiglia e l'indignazione di molti esponenti del mondo della politica e delle istituzioni.
Le scuse, specie se sincere, sono sempre un bel gesto che ripagano l'offeso ed onorano chi le fa, ma in questo caso credo proprio che l'errore sia di quelli irrimediabili con semplici scuse e solo le dimissioni potrebbero salvare l'onore di questo ministro molto poco " sensibile", per non dire altro.

Anonimo dice...

Non sono scuse sentite ma obbligate,per paura di doversi dimettere.

Per non dimenticarli!

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