martedì 30 marzo 2010

Elezioni regionali: riflessioni sul voto.


E' tempo di bilanci, è tempo di valutare, anche se ancora a caldo, i risultati delle elezioni amministrative appena conclusesi.
Il primo dato che, sommariamente, si offre alla vista del lettore è l'incontrovertibile conquista, da parte della coalizione di centrodestra,di 4 regioni in aggiunta a quelle già detenute e poi confermate.
Il raffronto, per il centrosinistra, dei risultati appena conseguiti con quelli delle politiche del 2008 anziché con le regionali del 2005 mitiga appena l'amarezza della sconfitta, specie se confrontati con i dati previsionali di qualche mese addietro.
Pur tuttavia il non aver saputo gestire al meglio l'irripetibile situazione ( con l'approvazione della legge sulle intercettazioni telefoniche non sapremo più nulla) che ha consentito al popolo italiano di conoscere inconfutabilmente la vera e segreta natura del Cavaliere impone una serie di immediate riflessioni.
Vero è che il 70% degli elettori fonda la sua idea politica attingendo esclusivamente al potente mezzo televisivo, vera fabbrica di consensi, che sappiamo bene essere in mano ad una sola persona, ma è altrettanto vero che l'alternativa a Berlusconi è risultata poco credibile al punto da indurre il 35% della popolazione a disertare le urne.
La bassa statura politica dei dirigenti del PD è data, ad esempio, dal fatto che, anziché interrogarsi sulle cause della perdita di regioni come il Piemonte, dove pure la sinistra aveva ben amministrato, essi rimarcano il dato che li vuole allo stesso livello delle regionali del 2005!
Per contro si assiste ad una forte crescita della Lega che sta via via occupando il posto una volta occupato da AN: credo infatti che buona parte di questi voti possano definirsi di protesta e derivino da elettori di destra stanchi e delusi dalle chiacchiere del cavaliere.
Il danno che questo voto di protesta può portare agli Italiani, se ribadito in sede politica, è di gran lunga superiore a quello di un "allegro" malgoverno di Berlusconi; le prime avvisaglie si sono viste nelle dichiarazioni arroganti e maleducate del neo-governatore Cota.
Saluto, invece, con una qualche sofferta soddisfazione il dato relativo alla Campania: chi disamministra o, comunque, dimostra di non saper amministrare dovrebbe essere sottoposto alla severa censura degli elettori.
Churchill diceva che ogni popolo ha il governo ( e l'opposizione aggiungo io) che si merita.
E' proprio vero, diciamocelo una volta per tutte, l'Italia è la cartina al tornasole della validità della massima citata.
Questo attuale stato della nostra povera Italia, alla maggior parte degli italioti piace, forse il potersi sempre lamentare è ormai una condizione a cui siamo così tanto abituati da aver paura di doverne fare a meno.
Se solo vivessimo in un paese normale... se solo esistessero ancora termini come 'indignazione popolare', 'etica', 'legalità', 'giustizia'...
Ormai il popolo italiano non si rende nemmeno conto del livello in cui è stato costretto a vegetare... .
Come siamo arrivati così in basso?
E' facile... si porta ogni anno, l'asticella dell'etica e della dignità un millimetro più in basso, si aggiunge sempre più naftalina ai nostri cervelli attraverso il bombardamento televisivo ed il gioco è fatto.
D'altronde in un paese le cui ragazze sognano di diventare veline ( qualcuna magari anche escort) ed i giovanotti aspirano a far parte di trasmissioni quali " Uomini e donne" " Grande Fratello" piuttosto che " L'isola dei famosi" non sarà gran che difficile mantenere una videocrazia.






E' tempo di bilanci, è tempo di valutare, anche se ancora a caldo, i risultati delle elezioni amministrative appena conclusesi.
Il primo dato che, sommariamente, si offre alla vista del lettore è l'incontrovertibile conquista, da parte della coalizione di centrodestra,di 4 regioni in aggiunta a quelle già detenute e poi confermate.
Il raffronto, per il centrosinistra, dei risultati appena conseguiti con quelli delle politiche del 2008 anziché con le regionali del 2005 mitiga appena l'amarezza della sconfitta, specie se confrontati con i dati previsionali di qualche mese addietro.
Pur tuttavia il non aver saputo gestire al meglio l'irripetibile situazione ( con l'approvazione della legge sulle intercettazioni telefoniche non sapremo più nulla) che ha consentito al popolo italiano di conoscere inconfutabilmente la vera e segreta natura del Cavaliere impone una serie di immediate riflessioni.
Vero è che il 70% degli elettori fonda la sua idea politica attingendo esclusivamente al potente mezzo televisivo, vera fabbrica di consensi, che sappiamo bene essere in mano ad una sola persona, ma è altrettanto vero che l'alternativa a Berlusconi è risultata poco credibile al punto da indurre il 35% della popolazione a disertare le urne.
La bassa statura politica dei dirigenti del PD è data, ad esempio, dal fatto che, anziché interrogarsi sulle cause della perdita di regioni come il Piemonte, dove pure la sinistra aveva ben amministrato, essi rimarcano il dato che li vuole allo stesso livello delle regionali del 2005!
Per contro si assiste ad una forte crescita della Lega che sta via via occupando il posto una volta occupato da AN: credo infatti che buona parte di questi voti possano definirsi di protesta e derivino da elettori di destra stanchi e delusi dalle chiacchiere del cavaliere.
Il danno che questo voto di protesta può portare agli Italiani, se ribadito in sede politica, è di gran lunga superiore a quello di un "allegro" malgoverno di Berlusconi; le prime avvisaglie si sono viste nelle dichiarazioni arroganti e maleducate del neo-governatore Cota.
Saluto, invece, con una qualche sofferta soddisfazione il dato relativo alla Campania: chi disamministra o, comunque, dimostra di non saper amministrare dovrebbe essere sottoposto alla severa censura degli elettori.
Churchill diceva che ogni popolo ha il governo ( e l'opposizione aggiungo io) che si merita.
E' proprio vero, diciamocelo una volta per tutte, l'Italia è la cartina al tornasole della validità della massima citata.
Questo attuale stato della nostra povera Italia, alla maggior parte degli italioti piace, forse il potersi sempre lamentare è ormai una condizione a cui siamo così tanto abituati da aver paura di doverne fare a meno.
Se solo vivessimo in un paese normale... se solo esistessero ancora termini come 'indignazione popolare', 'etica', 'legalità', 'giustizia'...
Ormai il popolo italiano non si rende nemmeno conto del livello in cui è stato costretto a vegetare... .
Come siamo arrivati così in basso?
E' facile... si porta ogni anno, l'asticella dell'etica e della dignità un millimetro più in basso, si aggiunge sempre più naftalina ai nostri cervelli attraverso il bombardamento televisivo ed il gioco è fatto.
D'altronde in un paese le cui ragazze sognano di diventare veline ( qualcuna magari anche escort) ed i giovanotti aspirano a far parte di trasmissioni quali " Uomini e donne" " Grande Fratello" piuttosto che " L'isola dei famosi" non sarà gran che difficile mantenere una videocrazia.






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