lunedì 27 aprile 2009

Immigrazione: tra pietà ed indifferenza.


Cambiano le leggi, gli schieramenti politici che le leggi le fanno, ma gli “immigrati” continuano ad arrivare in Italia, come e più di prima.

Quelli che vengono dal Sud lo fanno soprattutto per mare con ogni mezzo: barche, barchini, gommoni, carrette del mare, ogni mezzo è buono per approdare nella terra “promessa”.

Partono in tanti, in troppi. Uomini, donne e bambini ed in molti non arrivano mai. Quel piccolo pezzo di mare che separa l'Africa dalla Sicilia è un cimitero dove giacciono un numero imprecisato di imbarcazioni e migliaia di persone.

Persone? Per definirle così, dovremmo percepirle tali. Invece non esistono. Sono "clandestini" quando si mettono in viaggio e quando riescono ad entrare nei paesi di destinazione. Clandestini senza alcun diritto, se non quello di rimanere sempre tali. Migranti perenni. Molte volte non riescono a trovare una nuova sistemazione , ma non possono neppure tornare indietro.

Come i 140 stranieri raccolti e trasportati dal cargo Pinar. Rimpallati fra l'Italia - che alla fine li ha accettati - e Malta. Da gennaio ad oggi: oltre seimila gli sbarchi nel nostro paese in barba alla politica di tolleranza zero. Il doppio rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, il quale già aveva segnato il livello più alto della nostra storia di immigrazione. Nel 2008 erano sbarcati sulle nostre coste 37mila stranieri. Quasi il doppio del 2007. Difficile non nutrire dubbi sulla produttività delle misure di contenimento del fenomeno dell’immigrazione. Anche se l'attuale maggioranza di governo ha vinto le elezioni promettendo di fermare gli stranieri,di bloccare l'invasione, con le buone, ma soprattutto con le cattive.

Questa emigrazione è una tragedia senza fine,che, tuttavia, non ci commuove. Anzi, suscita perlopiù distacco e ripulsa. Difficile non cogliere la differenza con l'onda emotiva e la solidarietà sollevate dalla catastrofe in Abruzzo. Ma noi riusciamo a provare pietà e solidarietà solo quando le tragedie accadono sotto i nostri occhi. Quando i media le illuminano, minuto per minuto, luogo per luogo, in modo quasi compiaciuto. Quando la politica le accompagna e le segue da vicino. Perché si tratta della "nostra" gente: allora ci emozioniamo.

Gli "altri", invece, non hanno volto. Le loro tragedie non hanno quasi mai le aperture dei tigì. Gli sbarchi vengono raccontati come una calamità. Ma per noi! E a nessuno, comunque, verrebbe in mente di organizzare un G8 a Lampedusa. Non solo per ragioni logistiche.

La politica non riesce a difenderci ma neppure a spiegarci ciò che avviene. E rinuncia a contrastare le nostre paure. Anzi, complici i media, le enfatizza. Inventa muri e confini che non esistono. Promette di chiudere i nostri mari, di sbarrare le frontiere. Promette di difenderci, a casa nostra, dagli stranieri che si insinuano nei nostri quartieri. Ricorrendo a iniziative a bassa efficacia pratica e a elevato impatto simbolico. Come le ronde:i volontari della sicurezza locale. Dovrebbero esercitare il controllo sul territorio un tempo affidato alle reti di vicinato, alla vita di quartiere, alla presenza quotidiana delle persone. Rimpiazzando una società locale che non c'è più. La politica. Promette di difendere la nostra identità, la nostra religione, la nostra cultura, la nostra cucina. E per questo combatte contro la costruzione di moschee. Oppure lancia battaglie gastroculturali. Contro i cibi consumati per strada. Anzitutto e soprattutto: contro il kebab. Insieme alle moschee: icona dell'islamizzazione presunta del nostro paesaggio e della nostra vita quotidiana.

Di tutto abbiamo bisogno per superare la crisi fuorchè di nuove tensioni sociali all’insegna della guerra tra poveri. Sarebbe il sintomo di un regresso civile che il disagio economico non deve in alcun modo giustificare” sono le parole usate dal Presidente della camera G. Fini,che ha aggiunto : “È mio auspicio che le istituzioni sappiano intervenire per impedire che il difficile momento economico favorisca forme di xenofobia, di intolleranza, di avversione nei confronti dell’altro delle quali cominciano ad arrivare segnali preoccupanti da altre parti d’Europa e che rischia di caratterizzare l’immediato futuro, in molte circostanze questo sentimento xenofobo caratterizza fasce della popolazione italiana nei confronti di chi viene a cercare lavoro».


Cambiano le leggi, gli schieramenti politici che le leggi le fanno, ma gli “immigrati” continuano ad arrivare in Italia, come e più di prima.

Quelli che vengono dal Sud lo fanno soprattutto per mare con ogni mezzo: barche, barchini, gommoni, carrette del mare, ogni mezzo è buono per approdare nella terra “promessa”.

Partono in tanti, in troppi. Uomini, donne e bambini ed in molti non arrivano mai. Quel piccolo pezzo di mare che separa l'Africa dalla Sicilia è un cimitero dove giacciono un numero imprecisato di imbarcazioni e migliaia di persone.

Persone? Per definirle così, dovremmo percepirle tali. Invece non esistono. Sono "clandestini" quando si mettono in viaggio e quando riescono ad entrare nei paesi di destinazione. Clandestini senza alcun diritto, se non quello di rimanere sempre tali. Migranti perenni. Molte volte non riescono a trovare una nuova sistemazione , ma non possono neppure tornare indietro.

Come i 140 stranieri raccolti e trasportati dal cargo Pinar. Rimpallati fra l'Italia - che alla fine li ha accettati - e Malta. Da gennaio ad oggi: oltre seimila gli sbarchi nel nostro paese in barba alla politica di tolleranza zero. Il doppio rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, il quale già aveva segnato il livello più alto della nostra storia di immigrazione. Nel 2008 erano sbarcati sulle nostre coste 37mila stranieri. Quasi il doppio del 2007. Difficile non nutrire dubbi sulla produttività delle misure di contenimento del fenomeno dell’immigrazione. Anche se l'attuale maggioranza di governo ha vinto le elezioni promettendo di fermare gli stranieri,di bloccare l'invasione, con le buone, ma soprattutto con le cattive.

Questa emigrazione è una tragedia senza fine,che, tuttavia, non ci commuove. Anzi, suscita perlopiù distacco e ripulsa. Difficile non cogliere la differenza con l'onda emotiva e la solidarietà sollevate dalla catastrofe in Abruzzo. Ma noi riusciamo a provare pietà e solidarietà solo quando le tragedie accadono sotto i nostri occhi. Quando i media le illuminano, minuto per minuto, luogo per luogo, in modo quasi compiaciuto. Quando la politica le accompagna e le segue da vicino. Perché si tratta della "nostra" gente: allora ci emozioniamo.

Gli "altri", invece, non hanno volto. Le loro tragedie non hanno quasi mai le aperture dei tigì. Gli sbarchi vengono raccontati come una calamità. Ma per noi! E a nessuno, comunque, verrebbe in mente di organizzare un G8 a Lampedusa. Non solo per ragioni logistiche.

La politica non riesce a difenderci ma neppure a spiegarci ciò che avviene. E rinuncia a contrastare le nostre paure. Anzi, complici i media, le enfatizza. Inventa muri e confini che non esistono. Promette di chiudere i nostri mari, di sbarrare le frontiere. Promette di difenderci, a casa nostra, dagli stranieri che si insinuano nei nostri quartieri. Ricorrendo a iniziative a bassa efficacia pratica e a elevato impatto simbolico. Come le ronde:i volontari della sicurezza locale. Dovrebbero esercitare il controllo sul territorio un tempo affidato alle reti di vicinato, alla vita di quartiere, alla presenza quotidiana delle persone. Rimpiazzando una società locale che non c'è più. La politica. Promette di difendere la nostra identità, la nostra religione, la nostra cultura, la nostra cucina. E per questo combatte contro la costruzione di moschee. Oppure lancia battaglie gastroculturali. Contro i cibi consumati per strada. Anzitutto e soprattutto: contro il kebab. Insieme alle moschee: icona dell'islamizzazione presunta del nostro paesaggio e della nostra vita quotidiana.

Di tutto abbiamo bisogno per superare la crisi fuorchè di nuove tensioni sociali all’insegna della guerra tra poveri. Sarebbe il sintomo di un regresso civile che il disagio economico non deve in alcun modo giustificare” sono le parole usate dal Presidente della camera G. Fini,che ha aggiunto : “È mio auspicio che le istituzioni sappiano intervenire per impedire che il difficile momento economico favorisca forme di xenofobia, di intolleranza, di avversione nei confronti dell’altro delle quali cominciano ad arrivare segnali preoccupanti da altre parti d’Europa e che rischia di caratterizzare l’immediato futuro, in molte circostanze questo sentimento xenofobo caratterizza fasce della popolazione italiana nei confronti di chi viene a cercare lavoro».


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23 Comments:

Anonimo dice...

Si parla tanto di pietà e di tolleranza, ma qui gli unici tolleranti e pietosi in Europa siamo rimasti noi!
Provate ad entrare in Germania Svizzera Austria Olanda Belgio Svezia ecc. abusivamente, vedete cosa vi succede.

Anonimo dice...

Chi pensa di fermare l'immigrazione nelle nostre città a colpi di cannone si sbaglia di grosso. Lo dimostrano i continui sbarchi delle nostre coste. Il fenomeno dell'immigrazione è inarrestabile: l'Europa è una regione ricca e in quanto tale è soggetta ad essere "invasa". Se non ci attrezziamo a governare questa fase, come dice il post, dobbiamo aspettarci una feroce guerra tra poveri con conseguenze catastrofiche.
Sammartino Documenta

Anonimo dice...

Non intendevo dire che li vorrei prendere a cannonate, ma volevo dire che non potranno certo venire tutti quì se gli altri sono così attenti da non volerli! Forse quando saranno diventati così tanti da potersi organizzare e incominceranno a trattarci come se noi fossimo gli ospiti cacciandoci dalle nostre case, allora puo darsi che ti sarai convinto, ma allore potrà essere anche troppo tardi.

Sammaritano e Italiano doc.

Anonimo dice...

Giusto la questione sta nei numeri!

Anonimo dice...

Integrazione vuol dire che non c'è più differenza tra l'ospite e l'ospitante: tocca all'ospitante imporre le regole ed all'ospite adeguarsi.
Non accettare questa semplice regola significa ostacolare un processo che, comunque, non potrà fermarsi.
X Sammaritano ed Italiano: il doc lascialo ai cibi ed ai vini.

Anonimo dice...

Se questo è quello che sta bene a te non vuol dire che debba stare bene anche a me, ne che le tue tesi o idee siano giuste e debbano essere condivise e valide per tutti.
Prova ad andare in Libia e fare quello che vuoi e vedi cosa ti capita. Per il doc ci tenfgo a precisarti che ne vado fiero!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Sammaritano ed Italiano doc.

mascia dice...

Scusate se cerco di mediare ma penso che ci sia del vero in tutte e due le vostre affermazioni!!
L'immigrazione e' un fenomeno inarrestabile ma e' pur vero che gli ospitanti non rispettano le leggi.
La vostra diatriba e' la dimostrazione di quanto sia difficile la convivenza e la tolleranza tra persone della stessa cultura e provenienza figuriamo quella con persone totalmente diverse per razza,lingua,usi e costumi.

Anonimo dice...

Gli abusivi a casa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Anonimo dice...

Si dice etnia. Etnia e non razza. La razza umana non esite. Se questo fosse chiaro a tutti faremmo altri tipi di ragionamenti!
Sammartino Documenta

mascia dice...

Il termine razza si differenzia da quello di "etnia" in quanto si riferisce ad una classificazione dell'uomo in base ai tratti fisici e genetici tipici di un gruppo etnico in cui i membri si identificano in un comune ramo genealogico o in una stessa stirpe.In sintesi l'etnia si basa sulla storia in comune di una determinata popolazione,resa piu' forte da una stessa religione,una stessa lingua e cultura,mentre la razza si basa solo sui comuni tratti fisici e genetici.
Spero di essere stata piu' che chiara anche se perplessa dalla tua ostilita' a sottolineare questo termine e contro chi non la pensa come te(es: sammaritano ed italiano doc).
Ti cito volentieri una frase di Voltaire:
"Io combatto la tua idea che e' diversa dalla mia,ma sono pronto a combattere fino al prezzo della mia vita,perche' tu,la tua idea,la possa esprimere liberamente!"
Spero che almeno questa l'abbia capita e non fraintesa,non e' difficile!!

Anonimo dice...

Mi meraviglia il fatto che Mascia sia convinta che le razze umane esistano. Cito una famosa frase di Albert Einstein quando la polizia politica gli chiese a che razza appartenesse, lui rispose alla razza umana. La questione delle razze sono state inventate dai nazisti e abbiamo visto cosa hanno combinato!
Sammartino Documenta

Anonimo dice...

"Oggi il termine razza è confinato quasi esclusivamente all'ambito della zootecnia, quando si fa riferimento a popolazioni selezionate di animali domestici (per es.: razze equine, bovine, ovine, suine, canine, feline, avicole) per indicare varietà che sono prodotte artificialmente e devono conservare determinati standard." Questo in ambito scientifico. In ambito religioso i cattolici sanno che l'uomo, come anche la donna, sono stati creati da Dio. E non si può fare confusione. Ha ragione quindi il mio amico Sammartino Documenta.
Plinio il Vecchissimo

Anonimo dice...

Qui non è un problema di razze, bensì di culture. Un popolo ha la sua cultura ,le sue tradizioni , la sua identità e abita nei confini di una terra dove si svolge la sua vita con la sua cultura e le sue tradizioni. Tutto ciò va difeso con tutte le nostre forze perche un popolo che perde la sua identità culturale e un popolo che va annoverato tra quelli estinti come gli Etruschi!
Mentre noi togliamo i crocifissi dalle scuole per non disturbare la sensibilità di chi è ospite in casa nostra, sacrificando la nostra tradizione religiosa, negli U.S.A. la nazione più multietnica del mondo lo stato stampan sul denaro corrente la frasa "noi confidiamo in Dio" suggellando la fede di un popolo.

Sammaritano e Italiano doc.

Anonimo dice...

Le divisioni, così come ci insegna la storia, hanno sempre costituito la base ed il substrato sul quale si sono sviluppati successivamente conflitti di ogni tipo.
Le differenziazioni di razze, religioni o di altro tipo, peraltro bandite dalla costituzione degli Italiani, questi sì DOC, generano sempre odio ed ostilità, diversamente dall'integrazione e dall'accoglienza.
Se anche non volessimo accettare questo concetto basilare, dovremmo riflettere che a noi Italiani DOC conviene avere dalla nostra stranieri che si integrano perefettamente nella nostra nazione, pagano le tasse, rispettano le leggi piuttosto che costituiscano delle enclavi o, peggio, ghetti, questi si pericolosi per noi e per loro.
Se invece si ragiona come sammaritano doc si dovrà necessariamente dare ragione ai sigg. leghisti oltranzisti secondo i quali noi siamo dell'Africa del Nord e non dovremmo mettere piede al Nord, specie nel Veneto.

mascia dice...

Generalmente non mi inquieto mai ma quello che non sopporto nelle persone e' quando mi vogliono attribuire parole e cose che non penso,non ho mai detto e non ho
scritto.
Ho fatto la distinzione tra etnia e razza in quanto Sammartino documenta mi aveva fatto un appunto su cio' che avevo scritto ma nonostante avessi scritto in italiano mi rendo conto che lo stesso non conosce minimamente il significato delle parole in quanto le sue risposte continuano ad essere prive di significato e qui mi sorge il dubbio che sia effettivamente di un'altra razza,quella asinina pero'.
La parola razza,per me non ha mai avuto un senso dispreggiativo,quello glielo state dando voi,con la vs malizia,infatti ho spiegato che per razza si intendono coloro che hanno determinati tratti fisici e genetici,CAPITO?
Mamma mia,una semplice parola l'avete cosi' travisata da arrivare ai nazisti.
Scusatemi una domanda:"Ma state bene?",oppure vi attaccate a tutto pur di fare polemica.
Cmq che Plinio il vecchissimo fosse stato pienamente d'accordo con il suo amico era piu' che immaginabile ma che anche lui dall'alto della sua cultura non capisse quello che avevo scritto e' stata realmente una delusione.
A volte nn bisogna dare ragione per il semplice gusto di farlo ma bisogna anche ragionare su quello che si dice!
Pertanto prima di rispondere vi consiglio di rileggere bene i miei commenti.GRAZIE!

Anonimo dice...

Il Signore del commento 14, travisa il pensiero altrui confondendo la difesa dell'identità culturale in casa propria con il non accettare persone di altre razze.
Caro amico per il passato sono state le interpretazioni forzate di parte così come le fai tu adesso che hanno generato i conflitti.
Per il resto visto che ti ergi a difensore dell'integrazione tra culture, puoi sempre portare a casa tua tutti i clandestini che riuscirai ad ospitare, cosi dimostrerai con i fatti quello che tanto bene professi. Viceversa fai solo demagogia.

Con orgoglio Sammaritano e Italiano doc.

Anonimo dice...

Tenere o togliere un crocifisso è difendere un identità culturale?
O non è piuttosto affermare la supremazia di una stato confessionale su di uno stato laico?
Francamente non sapevo che gli etruschi si fossero estinti per aver perso la loro identità culturale.
Per il resto mi auguro che tu o i tuoi figli possiate essere trattati in terra straniera come tu vorresti trattare gli immigrati clandestini!
Mai sentito non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te?
Questa è la carità cristiana?
Orgoglioso di essere Italiano, ma non tuo connazionale.
Il 14° commentatore.

Anonimo dice...

Continui a farmi dire quello che non ho detto per cui non vale piàù la pena continuare il discorso. Chiarisco ancora e chiudoi definitivamente. Ho detto che chi perde l'identità culturale è come un popolo estinto, e ho fatto l'esempio degli Etruschi in quanto estinti ma non perchè abbiano perso la loro identità culturale! claro

Sammaritano e Italiano Doc.

mascia dice...

La religione piu' diffusa in Italia e' il Cristianesimo,il 97,67 della popolazione e' battezzata secondo il rito della Chiesa cattolica.
Il crocifisso prima di essere un patrimonio della chiesa romana,e' l'icona rappresentativa della fede cristiana e molte famiglie riconoscono in essa la propria identita'.
Aggiungo, che alla mia generazione,veniva data la possibilita' di scegliere se partecipare alla religione cattolica in classe e questo significa che la liberta' di religione veniva garantita gia' da tempo.
Un crocifisso,simbolo del grande amore del Cristo,per tutti gli uomini della terra senza distinzioni di etnia.Un Uomo che ha sacrificato la sua vita per gli altri,che si e' preso tutte le nostre colpe per salvarci,perche' fa tanta paura?
Si parla di carita' cristiana,si citano frasi importanti e poi si tende ad offendere impunemente solo perche' una persona la pensa diversamente?
Cmq il post del pungiglione aveva uno scopo diverso da quello di parlare di religione ma mi sono resa conto che, per alcuni di voi, sembra che tutti i mali derivino solo ed esclusivamente da essa.
Detto cio' non voglio assolutamente creare un polemica sul crocifisso perche' state sicuri che sarebbe solo ed esclusivamente una polemica sterile.

Anonimo dice...

Se le parole hanno un significato, allora dico e ripeto che "RAZZA" non è applicabile all'umano. Al massimo possiamo parlare di etnie. Questa parola è stata storicamente usata per dimostrare la superiorità di un tipo di essere umano su un altro essere umano. E allora bisogna stare attenti quando la usiamo a sproposito. Senza malizia
Plinio il Vecchissimo

mascia dice...

Caro Plinio,mi dispiace molto quello che tu dici,soprattutto perche' oserei quasi dire che tu "per forza" vuoi far passare un messaggio che assolutamente non mi appartiene.
Ho cercato di spiegarti piu' volte la differenza tra etnia e razza ma soprattutto quello che intendevo dire,se pretendi che debba chiedere scusa per questo ti dico che non lo faro' mai perche' nel termine che ho usato non c'era assolutamente malafede, intento di offendere qualcuno o addirittura la volonta' di voler parlare di supremazia di un essere umano sull'altro.
Sono una persona che ama gli altri per quello che sono e che li rispetta per le loro idee anche se in contrasto con le mie,tra le mie amicizie,in confidenza,ce ne sono di diverse ETNIE,e anche con tendenze sessuali diverse della mie,e sinceramente non ho mai avuto problemi a relazionarmi e a confrontarmi.
Se per una parola vuoi "crocifiggermi" fallo ma e' solo un tuo preconcetto e non il mio.
Considerato che spesso ci siamo scontrati su problemi religiosi,avresti sapere che il Signore mi ha insegnato che siamo tutti fratelli.
Se anche questa volta non sono stata chiara e capace di farmi comprendere non e' importante, continuero' lo stesso a rispettarti ed accettarti per quello che pensi,senza "per forza" cercare di trovare malizia nelle tue parole.
Con affetto Mascia

mascia dice...

Correggo l'errore palese di battitura "avresti" con dovresti.

Anonimo dice...

naturalmente non mi sfiora mai l'idea che Mascia parli in mala fede. Con affet
Plinio Il Vecchissimo

Per non dimenticarli!

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