mercoledì 3 febbraio 2010

Influenza H1N1: la grande bufala.


Il Ministero della Salute non vuole dare le cifre, ma fonti non ufficiali parlano di almeno 200 milioni di euro scuciti a Big Pharma per 48 milioni di dosi.Finora si sono vaccinate appena 890.333 persone, cioè è stata utilizzata solo una dose di vaccino ogni 70. La vaccinazione delle categorie poi è stata un vero flop: solo il 15% dei medici e operatori sanitari, l’11% delle donne incinte e l'1,7% dei portatori di almeno una delle condizioni di rischio di età superiore ai 65 anni. Persino il ministro Gelmini in gravidanza ha detto che non la farà.
Ora che il picco pare sia stato superato e i primi dati statistici analizzati prospettano un’epidemia che potrebbe rivelarsi la più mite della storia, il Ministro Sacconi per smaltire le eccedenze ha firmato precipitosamente l’ordine di estendere il vaccino a tutti, quindi anche alle persone sane e non a rischio. Sarà difficile però fugare la ragionevole diffidenza verso un vaccino talmente poco sicuro che le stesse case farmaceutiche hanno declinato ogni responsabilità per danni ed effetti collaterali, scaricandole sui governi.
Per di più sul sito dell’Aifa si registrano, nella settimana dal 30 novembre al 6 dicembre, 134 segnalazioni di sospette reazioni avverse al vaccino, di cui 12 gravi.

Ci si aspetta quindi che resteranno milioni di dosi di antinfluenzale inutilizzabili. A meno che non provino a fare come la Germania che, trovandosi in analoga situazione, sta tentando di rifilarli ai paesi dell'Est.

Neanche si può parlare del senno di poi, poiché sia medici che importanti farmacologi ed epidemiologi a suo tempo avevano avvisato che si trattava di un'influenza meno grave delle altre, che il vaccino non dava sufficienti garanzie di affidablità e serviva solo ad arricchire le case farmaceutiche.

Del resto quale altro poteva essere l'obiettivo di una così intensa campagna mediatica sulla suina? Governi più saggi e previdenti come quelli di Polonia e Finlandia non si sono fidati e non hanno comprato i vaccini.

P. S. Maurizio Sacconi, Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali all'epoca della campagna di vaccinazione, è sposato con Enrica Giorgetti, direttore generale di Farmindustria!

Per inciso, il Ministro Sacconi decise di affidare al suo vice Fazio, attuale Ministro, la gestione dell'affaire dell'influenza suina, rilevando, incontestabilmente, un conflitto di interesse, irrisolto secondo il mio parere.


Il Ministero della Salute non vuole dare le cifre, ma fonti non ufficiali parlano di almeno 200 milioni di euro scuciti a Big Pharma per 48 milioni di dosi.Finora si sono vaccinate appena 890.333 persone, cioè è stata utilizzata solo una dose di vaccino ogni 70. La vaccinazione delle categorie poi è stata un vero flop: solo il 15% dei medici e operatori sanitari, l’11% delle donne incinte e l'1,7% dei portatori di almeno una delle condizioni di rischio di età superiore ai 65 anni. Persino il ministro Gelmini in gravidanza ha detto che non la farà.
Ora che il picco pare sia stato superato e i primi dati statistici analizzati prospettano un’epidemia che potrebbe rivelarsi la più mite della storia, il Ministro Sacconi per smaltire le eccedenze ha firmato precipitosamente l’ordine di estendere il vaccino a tutti, quindi anche alle persone sane e non a rischio. Sarà difficile però fugare la ragionevole diffidenza verso un vaccino talmente poco sicuro che le stesse case farmaceutiche hanno declinato ogni responsabilità per danni ed effetti collaterali, scaricandole sui governi.
Per di più sul sito dell’Aifa si registrano, nella settimana dal 30 novembre al 6 dicembre, 134 segnalazioni di sospette reazioni avverse al vaccino, di cui 12 gravi.

Ci si aspetta quindi che resteranno milioni di dosi di antinfluenzale inutilizzabili. A meno che non provino a fare come la Germania che, trovandosi in analoga situazione, sta tentando di rifilarli ai paesi dell'Est.

Neanche si può parlare del senno di poi, poiché sia medici che importanti farmacologi ed epidemiologi a suo tempo avevano avvisato che si trattava di un'influenza meno grave delle altre, che il vaccino non dava sufficienti garanzie di affidablità e serviva solo ad arricchire le case farmaceutiche.

Del resto quale altro poteva essere l'obiettivo di una così intensa campagna mediatica sulla suina? Governi più saggi e previdenti come quelli di Polonia e Finlandia non si sono fidati e non hanno comprato i vaccini.

P. S. Maurizio Sacconi, Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali all'epoca della campagna di vaccinazione, è sposato con Enrica Giorgetti, direttore generale di Farmindustria!

Per inciso, il Ministro Sacconi decise di affidare al suo vice Fazio, attuale Ministro, la gestione dell'affaire dell'influenza suina, rilevando, incontestabilmente, un conflitto di interesse, irrisolto secondo il mio parere.


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