giovedì 12 marzo 2009

Corsi e ricorsi storici.


Giovan Battista Vico, autore tenuto in scarsa considerazione dal nostro sistema scolastico, fu un grande filosofo napoletano vissuto a cavallo tra il 17° ed il 18° secolo.Tra le dottrine da egli enunciate e frutto del suo pensiero di particolare importanza credo sia quella denominata " Corsi e ricorsi storici".
Il ricorso, secondo il Vico, ha luogo quando il dominio della ragione cade nell’astrattezza, quando si ha l’inaridimento del sapere, quando,cioè, si verifica la perdita della memoria del passato. Quando ciò avviene, l’uomo è senza radici e si crede artefice arbitrario della propria storia. Per Vico la storia non è una sorta di sviluppo unilineare e progressivo dove non c’è errore o decadenza o male; per questo la storia non giustifica, ma giudica.
La storia è caratterizzata, secondo Vico, da un andamento progressivo:ma per Vico non è progressivo nel senso che tutto quello che viene dopo sia migliore di quello che viene prima, ma solo nel senso che la storia procede in un modo non meccanico né uniforme verso l’idealità. Secondo Vico, ogni civiltà ha un suo corso fondamentalmente progressivo, il quale, giunto al suo apice, si arresta ed entra in crisi. Principi e stili di vita si indeboliscono e si corrompono. Davanti ad una umanità incapace di crescere e di rinnovarsi, si profila la drammatica prospettiva in quella che Vico chiama la barbarie seconda, che è un regresso (=un ricorso), nel quale si riproducono in larga misura le forme di vita e di comportamento proprie dell’età primitiva. La storia, dunque, per Vico, non è uno sviluppo unilineare, dove non c’è errore, male o decadenza; non è una galoppata senza involuzioni; né la ragione è destinata per forza a trionfare. La dottrina vichiana è così un severo monito rivolto a chi inclina verso una visione troppo ottimistica dell’umanità e del suo cammino.
Non credete voi che l'applicazione di questa dottrina sia incredibilmente attuale e che si stia vivendo, nel Paese ed a S. Maria C.V., un periodo di regredimento (ricorso)?
Il divieto di utlizzare cellule staminali ( di cui al post di Veneziano) e la recente querelle sul caso Englaro sono emblematici da questo punto di vista: il periodo storico più prossimo al nostro è il Medioevo.


Giovan Battista Vico, autore tenuto in scarsa considerazione dal nostro sistema scolastico, fu un grande filosofo napoletano vissuto a cavallo tra il 17° ed il 18° secolo.Tra le dottrine da egli enunciate e frutto del suo pensiero di particolare importanza credo sia quella denominata " Corsi e ricorsi storici".
Il ricorso, secondo il Vico, ha luogo quando il dominio della ragione cade nell’astrattezza, quando si ha l’inaridimento del sapere, quando,cioè, si verifica la perdita della memoria del passato. Quando ciò avviene, l’uomo è senza radici e si crede artefice arbitrario della propria storia. Per Vico la storia non è una sorta di sviluppo unilineare e progressivo dove non c’è errore o decadenza o male; per questo la storia non giustifica, ma giudica.
La storia è caratterizzata, secondo Vico, da un andamento progressivo:ma per Vico non è progressivo nel senso che tutto quello che viene dopo sia migliore di quello che viene prima, ma solo nel senso che la storia procede in un modo non meccanico né uniforme verso l’idealità. Secondo Vico, ogni civiltà ha un suo corso fondamentalmente progressivo, il quale, giunto al suo apice, si arresta ed entra in crisi. Principi e stili di vita si indeboliscono e si corrompono. Davanti ad una umanità incapace di crescere e di rinnovarsi, si profila la drammatica prospettiva in quella che Vico chiama la barbarie seconda, che è un regresso (=un ricorso), nel quale si riproducono in larga misura le forme di vita e di comportamento proprie dell’età primitiva. La storia, dunque, per Vico, non è uno sviluppo unilineare, dove non c’è errore, male o decadenza; non è una galoppata senza involuzioni; né la ragione è destinata per forza a trionfare. La dottrina vichiana è così un severo monito rivolto a chi inclina verso una visione troppo ottimistica dell’umanità e del suo cammino.
Non credete voi che l'applicazione di questa dottrina sia incredibilmente attuale e che si stia vivendo, nel Paese ed a S. Maria C.V., un periodo di regredimento (ricorso)?
Il divieto di utlizzare cellule staminali ( di cui al post di Veneziano) e la recente querelle sul caso Englaro sono emblematici da questo punto di vista: il periodo storico più prossimo al nostro è il Medioevo.

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2 Comments:

Anonimo dice...

Come ci hai ragione!

Settimio Severissimo.

Anonimo dice...

Secondo il pricipio del Vico :non si conosce veramente se non cio' che si e' fatto,ne consegue che l'uomo non puo' conoscere la natura,che e' fatta da DIO, ma, puo' conoscere la storia che e' opera sua.Conoscere la storia non vuol dire sapere piu' fatti storici possibili ma intenderne il perche' e spiegarli.
La legge della storia e' che l'umanita' ripercorre sempre le stesse fasi e, cosi' anche il genere umano: passando dall'eta' dell'infanzia a quella della giovinezza e della maturita' ma giacche' l'umanita',a differenza dei singoli uomini, non puo' morire il ciclo si riapre all'infinito.

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