lunedì 28 dicembre 2009

Ricorso Giudice di Pace : in arrivo tassazione!


Dal 1° gennaio 2010 colui che intende ricorrere, avanti al Giudice di Pace, contro un verbale o una cartella esattoriale dovrà versare il contributo unificato minimo di € 30 ed una marca da € 8 per il rimborso forfettario dei diritti di cancelleria, per un totale di € 38: è quanto previsto dal comma 202 dell’art 2 del “Disegno di legge Camera 2936-A” ( Finanziaria 2010).Il Pagamento del contributo unificato (introdotto dalla Legge n° 115 del 2002) viene, cioè, esteso alle cause in materia di lavoro, famiglia e sanzioni amministrative; in altre parole, la proposizione dei ricorsi innanzi al Giudice di Pace cesserà di essere totalmente gratuita per divenire , di fatto, a titolo oneroso.Sbaglia chi parla di una riproposizione della cauzione poi cancellata dalla Consulta nel 2004: in questo caso ci troviamo di fronte ad una vera e propria tassa, benché mascherata, poiché, anche in caso di vittoria, il cittadino che presenta un ricorso senza l’ausilio di un legale non avrebbe diritto al rimborso delle spese in quanto non iscritto all’albo forense.Cosa succederà adesso? Se non interverranno correttivi richiesti anche dagli stessi Giudici di Pace, verosimilmente si verificherà un consistente aumento di ricorsi amministrativi ( quelli proposti al Prefetto), che compenserà il prevedibile decremento di quelli giudiziari, cui conseguirà l’altrettanto prevedibile conseguenza di mandare in tilt quegli uffici, con buona pace di coloro, non saranno pochi, che preferiranno pagare una multa, ancorché ingiusta, piuttosto che pagare, anche in caso di vittoria, una “tassa” dell’importo maggiore della stessa multa.Se l’intento, condivisile, era quello di deflazionare gli uffici dei giudici di pace senza sacrificare il diritto alla difesa del cittadino, bisogna dire chiaramente che lo strumento utilizzato sembra essere peggiore dello stesso male che si intende combattere; se invece l’obiettivo è quello di fare cassa a tutti i costi e dimostrare di aver snellito le procedure, senza curarsi di aver ingolfato in egual misura gli uffici territoriali del governo né, quel che è peggio, di aver contrato significativamente il diritto, costituzionalmente riconosciuto, alla difesa dei cittadini, allora si è sulla buona, anzi ottima, strada. Speriamo solo che, nel deprecabile caso la politica non vi ponga già autonomo rimedio, non ululino troppo quelli che si lamentano della magistratura quando la Corte Costituzionale, quando sarà il momento, casserà questo ignobile balzello.


Dal 1° gennaio 2010 colui che intende ricorrere, avanti al Giudice di Pace, contro un verbale o una cartella esattoriale dovrà versare il contributo unificato minimo di € 30 ed una marca da € 8 per il rimborso forfettario dei diritti di cancelleria, per un totale di € 38: è quanto previsto dal comma 202 dell’art 2 del “Disegno di legge Camera 2936-A” ( Finanziaria 2010).Il Pagamento del contributo unificato (introdotto dalla Legge n° 115 del 2002) viene, cioè, esteso alle cause in materia di lavoro, famiglia e sanzioni amministrative; in altre parole, la proposizione dei ricorsi innanzi al Giudice di Pace cesserà di essere totalmente gratuita per divenire , di fatto, a titolo oneroso.Sbaglia chi parla di una riproposizione della cauzione poi cancellata dalla Consulta nel 2004: in questo caso ci troviamo di fronte ad una vera e propria tassa, benché mascherata, poiché, anche in caso di vittoria, il cittadino che presenta un ricorso senza l’ausilio di un legale non avrebbe diritto al rimborso delle spese in quanto non iscritto all’albo forense.Cosa succederà adesso? Se non interverranno correttivi richiesti anche dagli stessi Giudici di Pace, verosimilmente si verificherà un consistente aumento di ricorsi amministrativi ( quelli proposti al Prefetto), che compenserà il prevedibile decremento di quelli giudiziari, cui conseguirà l’altrettanto prevedibile conseguenza di mandare in tilt quegli uffici, con buona pace di coloro, non saranno pochi, che preferiranno pagare una multa, ancorché ingiusta, piuttosto che pagare, anche in caso di vittoria, una “tassa” dell’importo maggiore della stessa multa.Se l’intento, condivisile, era quello di deflazionare gli uffici dei giudici di pace senza sacrificare il diritto alla difesa del cittadino, bisogna dire chiaramente che lo strumento utilizzato sembra essere peggiore dello stesso male che si intende combattere; se invece l’obiettivo è quello di fare cassa a tutti i costi e dimostrare di aver snellito le procedure, senza curarsi di aver ingolfato in egual misura gli uffici territoriali del governo né, quel che è peggio, di aver contrato significativamente il diritto, costituzionalmente riconosciuto, alla difesa dei cittadini, allora si è sulla buona, anzi ottima, strada. Speriamo solo che, nel deprecabile caso la politica non vi ponga già autonomo rimedio, non ululino troppo quelli che si lamentano della magistratura quando la Corte Costituzionale, quando sarà il momento, casserà questo ignobile balzello.

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3 Comments:

Anonimo dice...

Condivisibile con te Farina. Oltre al danno pure la beffa.
Per impugnare dinanzi al giudice di pace una multa per violazione al Codice della strada, meglio una bella tassa.. di 30 euro.. più la marca da 8 euro.
E se qualcuno agirà in prima persona senza servirsi dell'ausilio di un avvocato e vincerà il ricorso non potrà neanche ottenere il rimborso dei 38 euro.
Calpestato il diritto dei cittadini di agire in giudizio per la tutela dei propri diritti nel rispetto dell'articolo 24 della Carta costituzionale.
Questo provvedimento è stato studiato per rimpinguare le casse dei Comuni.
SOLDI, SOLDI, TANTI SOLDI, SOLDI PER TUTTI.
Ghino di Tacco

Anonimo dice...

E' come dire non fate ricorso perchè tanto o pagere le spese o pagare la multa non cambia niene.
Bravi fate così che i Comuni continueranno a spillarci soldi a mo' di tangente.
Vaff........ ehm, scusate per poco mi scappava la ..va be finiamola qui.
El Castigamatti.

Anonimo dice...

Forse questo commento non è nel posto giusto, ma voglio farlo qui perchè è l'ultimo post in ordine di pubblicazione.
Considerazioni:
Una volta c'erano 4 ordini di uomini; gli Uomini in quanto tali, gli ommenicchi, che volevano emulare gli uomini ma non ci riuscivano; gli uomini di merda che erano l'antitesi e dulcis in fundo i quaqquaraqquà, che erano al di sotto della merda perchè senza nessuna dignità.
Oggi con sommo stupore apprendo che all'orizzonte si pone prepotentemente un'altra categoria i "senzaneutroni", esseri che vegetano cosi detti per la totale assenza nel cervello di energia positiva.

Per non dimenticarli!

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