sabato 26 dicembre 2009

Don Tonino Bello- Lettera a un marocchino


Lettera al "fratello marocchino"

Fratello marocchino. Perdonami se ti chiamo così, anche se col Marocco non hai nulla da spartire. Ma tu sai che qui da noi, verniciandolo di disprezzo, diamo il nome di marocchino a tutti gli infelici come te, che vanno in giro per le strade, coperti di stuoie e di tappeti, lanciando ogni tanto quel grido, non si sa bene se di richiamo o di sofferenza: tapis!
La gente non conosce nulla della tua terra. Poco le importa se sei della Somalia o dell'Eritrea, dell'Etiopia o di Capo Verde. A che serve? Il mondo ti è indifferente.
Dimmi marocchino. Ma sotto quella pelle scura hai un'anima pure tu? Quando rannicchiato nella tua macchina consumi un pasto veloce, qualche volta versi anche tu lacrime amare nella scodella? Conti anche tu i soldi la sera come facevano un tempo i nostri emigranti? E a fine mese mandi a casa pure tu i poveri risparmi, immaginandoti la gioia di chi li riceverà? E' viva tua madre? La sera dice anche lei le orazioni per il figlio lontano e invoca Allah, guardando i minareti del villaggio addormentato? Scrivi anche tu lettere d'amore? Dici anche tu alla tua donna che sei stanco, ma che un giorno tornerai e le costruirai un tukul tutto per lei, ai margini del deserto o a ridosso della brugheria?
Mio caro fratello, perdonaci. Anche a nome di tutti gli emigrati clandestini come te, che sono penetrati in Italia, con le astuzie della disperazione, e ora sopravvivono adattandosi ai lavori più umili. Sfruttati, sottopagati, ricattati, sono costretti al silenzio sotto la minaccia di improvvise denunce, che farebbero immediatamente scattare il "foglio di via" obbligatorio.
Perdonaci, fratello marocchino, se noi cristiani non ti diamo neppure l'ospitalità della soglia. Se nei giorni di festa, non ti abbiamo braccato per condurti a mensa con noi. Se a mezzogiorno ti abbiamo lasciato sulla piazza, deserta dopo la fiera, a mangiare in solitudine le olive nere della tua miseria.
Perdona soprattutto me che non ti ho fermato per chiederti come stai. Se leggi fedelmente il Corano. Se osservi scrupolosamente le norme di Maometto. Se hai bisogno di un luogo dove poter riassaporare, con i tuoi fratelli di fede e di sventura, i silenzi misteriosi della tua moschea. Perdonaci, fratello marocchino. Un giorno, quando nel cielo incontreremo il nostro Dio, questo infaticabile viandante sulle strade della terra, ci accorgeremo con sorpresa che egli ha... il colore della tua pelle.
Don Tonino Bello (Alessano 1935-Molfetta 1993)Vescovo di Molfetta, Terlizzi, Ruvo e Giovinazzo.
La riproposizione di questa lettera, vecchia di qualche anno e sconosciuta ai più, si pone l'obiettivo di contribuire a diffondere il pensiero di un Santo, (almeno per me, lo è gia) ,qual'era Don Tonino Bello che affronta, non senza evidenti e laceranti sofferenze interiori, il tema dell'immigrazione. Se qualcuno che si professa cristiano cattolico e che dichiara di avere a cuore la difesa della nostra "cultura", si leggesse coll'animo aperto questo scritto, che mi emoziona di più ad ogni rilettura, di questo Santo Vescovo, credo che in qualche modo potrebbe migliorare il nostro porci nei confronti di questi derelitti che vengono nel nostro paese col solo sogno di raggranellare qualche spicciolo da mandare alle loro famiglie costrette alla più bieca povertà.
Concludo, ricordando che il 27 Novembre 2007 la Congregazione per le Cause dei Santi ha avviato il processo di beatificazione di Don Tonino Bello


Lettera al "fratello marocchino"

Fratello marocchino. Perdonami se ti chiamo così, anche se col Marocco non hai nulla da spartire. Ma tu sai che qui da noi, verniciandolo di disprezzo, diamo il nome di marocchino a tutti gli infelici come te, che vanno in giro per le strade, coperti di stuoie e di tappeti, lanciando ogni tanto quel grido, non si sa bene se di richiamo o di sofferenza: tapis!
La gente non conosce nulla della tua terra. Poco le importa se sei della Somalia o dell'Eritrea, dell'Etiopia o di Capo Verde. A che serve? Il mondo ti è indifferente.
Dimmi marocchino. Ma sotto quella pelle scura hai un'anima pure tu? Quando rannicchiato nella tua macchina consumi un pasto veloce, qualche volta versi anche tu lacrime amare nella scodella? Conti anche tu i soldi la sera come facevano un tempo i nostri emigranti? E a fine mese mandi a casa pure tu i poveri risparmi, immaginandoti la gioia di chi li riceverà? E' viva tua madre? La sera dice anche lei le orazioni per il figlio lontano e invoca Allah, guardando i minareti del villaggio addormentato? Scrivi anche tu lettere d'amore? Dici anche tu alla tua donna che sei stanco, ma che un giorno tornerai e le costruirai un tukul tutto per lei, ai margini del deserto o a ridosso della brugheria?
Mio caro fratello, perdonaci. Anche a nome di tutti gli emigrati clandestini come te, che sono penetrati in Italia, con le astuzie della disperazione, e ora sopravvivono adattandosi ai lavori più umili. Sfruttati, sottopagati, ricattati, sono costretti al silenzio sotto la minaccia di improvvise denunce, che farebbero immediatamente scattare il "foglio di via" obbligatorio.
Perdonaci, fratello marocchino, se noi cristiani non ti diamo neppure l'ospitalità della soglia. Se nei giorni di festa, non ti abbiamo braccato per condurti a mensa con noi. Se a mezzogiorno ti abbiamo lasciato sulla piazza, deserta dopo la fiera, a mangiare in solitudine le olive nere della tua miseria.
Perdona soprattutto me che non ti ho fermato per chiederti come stai. Se leggi fedelmente il Corano. Se osservi scrupolosamente le norme di Maometto. Se hai bisogno di un luogo dove poter riassaporare, con i tuoi fratelli di fede e di sventura, i silenzi misteriosi della tua moschea. Perdonaci, fratello marocchino. Un giorno, quando nel cielo incontreremo il nostro Dio, questo infaticabile viandante sulle strade della terra, ci accorgeremo con sorpresa che egli ha... il colore della tua pelle.
Don Tonino Bello (Alessano 1935-Molfetta 1993)Vescovo di Molfetta, Terlizzi, Ruvo e Giovinazzo.
La riproposizione di questa lettera, vecchia di qualche anno e sconosciuta ai più, si pone l'obiettivo di contribuire a diffondere il pensiero di un Santo, (almeno per me, lo è gia) ,qual'era Don Tonino Bello che affronta, non senza evidenti e laceranti sofferenze interiori, il tema dell'immigrazione. Se qualcuno che si professa cristiano cattolico e che dichiara di avere a cuore la difesa della nostra "cultura", si leggesse coll'animo aperto questo scritto, che mi emoziona di più ad ogni rilettura, di questo Santo Vescovo, credo che in qualche modo potrebbe migliorare il nostro porci nei confronti di questi derelitti che vengono nel nostro paese col solo sogno di raggranellare qualche spicciolo da mandare alle loro famiglie costrette alla più bieca povertà.
Concludo, ricordando che il 27 Novembre 2007 la Congregazione per le Cause dei Santi ha avviato il processo di beatificazione di Don Tonino Bello


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4 Comments:

mario dice...

saluti
Don tonino bello e' certamente un esempio di dedizione per il prossimo, per gli stranieri nord africani in particolare.
la provincia di caserta e' purtroppo una della aree del centro sud a maggior presenza di stranieri.
usati nella prostituzione, nelle attivita criminose, ma soprattutto nei campi anche della nostra citta'.
malpagati e' sfruttati si.
ma cosa c'entra l'essere cattolico e la difesa della cultura con l'essere altruisti verso queste persone?
io provo a dire la mia, in modo molto spicciolo ma anche molto efficace.
in provincia di caserta, ed in particolare a castelvolturno, ci sta un Centro" il Fernandes" gestito dalla Cura di Capua, che si interessa di aiutare tanti immigrati.
Il Vescovo di Capua Schettino e' Presidente della Commissione episcopale per le migrazioni,
organismo che all'interno della chiesa cattolica italiana si interessa di aiutare gli stranieri in italia.
di esempi di persone, CATTOLICI, che ogni giorno si impegnano per gli stranieri, con molteplici attivita, te ne potrei fare tantissimi, ma non voglio.
Vorrei farti una domanda semplice e secca.
tutti quelli che non sono cattolici
sono altruisti e rispettosi per il prossimo, povero, fruttato e caso mai di colore?
saluti

mario dice...

saluti
Don tonino bello e' certamente un esempio di dedizione per il prossimo, per gli stranieri nord africani in particolare.
la provincia di caserta e' purtroppo una della aree del centro sud a maggior presenza di stranieri.
usati nella prostituzione, nelle attivita criminose, ma soprattutto nei campi anche della nostra citta'.
malpagati e' sfruttati si.
ma cosa c'entra l'essere cattolico e la difesa della cultura con l'essere altruisti verso queste persone?
io provo a dire la mia, in modo molto spicciolo ma anche molto efficace.
in provincia di caserta, ed in particolare a castelvolturno, ci sta un Centro" il Fernandes" gestito dalla Cura di Capua, che si interessa di aiutare tanti immigrati.
Il Vescovo di Capua Schettino e' Presidente della Commissione episcopale per le migrazioni,
organismo che all'interno della chiesa cattolica italiana si interessa di aiutare gli stranieri in italia.
di esempi di persone, CATTOLICI, che ogni giorno si impegnano per gli stranieri, con molteplici attivita, te ne potrei fare tantissimi, ma non voglio.
Vorrei farti una domanda semplice e secca.
tutti quelli che non sono cattolici
sono altruisti e rispettosi per il prossimo, povero, fruttato e caso mai di colore?
saluti

Michele Farina dice...

No, ma è un problema che riguarda loro anzitutto. Io, da cristiano cattolico, dovrei guardare in casa mia censurando i comportamenti negativi ed additando quali esempi da seguire quelli lodevoli quali quelli di don Tonino Bello.
Hai notato come Egli, in qualità di Vescovo, si dolga per non aver domandato al povero immigrato se legge il Corano e se ha bisogno di un luogo dove riunirsi e professare la propria religione. Queste sono le parole che potevano uscire solo da un GRANDE! Ma come non capire che Dio, comunque lo si voglia chiamare, non può volere le lotte dell'uomo contro l'altro uomo?

mario dice...

buongiorno
caro michele, mi scuso per il doppio commento, mi e' partito e non riesco ad eliminarlo.
ritornando all'argomento,
a dispetto di tanti che dicono :
" io sono, io dico",
sto imparando a dire "io faccio, io ho fatto".
l'altruismo, il dono di se stessi per gli altri e' qualche cosa che si ha dentro e che non si puo' acquistare od imparare a scuola.
certo si puo' migliorare ascoltando parole belle come quelle di don toino bello.
Ti chiedo, sfruttando al massimo la tua pazienza, un'altra cosa.
Perche in Italia ci sta tanta aggressione contro la chiesa Cattolica?
Chiesa cattolica che non ha mai avversato altre religioni come quella musulmana.
Chiesa che negli ultimi decenni ha avviato un profondo dialogo interreligioso.
Perche tanti italiani avversano in tutti i modi il Credo cattolico e contemporaneamente guardano in modo benevlolo all'islam?
Tuti musulmani?
saluti
mario

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