mercoledì 9 dicembre 2009

La pizza,made in Italy,è Sgt

La "Pizza napoletana prodotta seconda la tradizione napoletana", ha ottenuto il riconoscimento europeo di specialità tradizionale garantita (Sgt) e verrà protetta dall'Ue contro imitazioni e falsi.
L'Europa ha finalmente premiato il lavoro dei napoletani che vedono aggiudicarsi il marchio Stg,di un prodotto della tradizione napoletana,che per anni è stato imitato in tutto il mondo.
Il marchio Sgt, istituito dall’Unione Europea (una specie di bollino blu con una corona circolare gialla dentata),ha lo scopo di difendere i prodotti alimentari con una specificità legata al metodo di produzione e alla tradizione di una zona.
Gli ingredienti dell'ottima pizza napoletana sono:
Farina doppio zero di grano tenero, rinforzata a volte con grano tipo 0 (Manitoba); lievito biologico; sale.
Importantissime sono le due fasi di lievitazione:
la prima di due ore; poi, in piccoli panetti di circa 200 grammi, altre 4-6 ore.
La vera pizza napoletana dopo la cottura risulta morbida, elastica, facilmente piegabile a libretto e con il classico «cornicione» dal sapore di pane.
Cotta esclusivamente in forno a legna: dove il disco di pasta deve essere posizionato direttamente sul piano e non in teglie. La temperatura non deve superare i 485° C nel piano, e i 430° C nella volta. E il tempo di cottura deve stare tra i sessanta e i novanta secondi.
Le origini della pizza sono remote perché l’utilizzo del grano per l’alimentazione è millenario.
Tuttavia si è a conoscenza che nel settecento comparve nella cucina prima napoletana e poi internazionale, in diverse versioni.
A Napoli,inizialmente le pizze venivano preparate all’aperto su banconi posti nei vicoli.
Nel 1830 a Port'Alba,vicino all’arco tra piazza Dante e via Costantinopoli, nacque una pizzeria vera e propria.

Con un forno costruito in mattoni refrattari e il fuoco alimentato dalla legna , in seguito fu modificato e rivestito all’interno con i lapilli vesuviani, più adatti all’alta temperatura e per ottenere pizze migliori
Nel XIX secolo la pizza entrò a far parte integrante della tradizione culinaria napoletana.
La pizzeria Port'Alba divenne nel tempo un ritrovo di artisti e scrittori famosi; Salvatore Di Giacomo e forse là D'Annunzio, scrisse i versi di una delle più stupende canzoni napoletane: A vucchella.

La "Pizza napoletana prodotta seconda la tradizione napoletana", ha ottenuto il riconoscimento europeo di specialità tradizionale garantita (Sgt) e verrà protetta dall'Ue contro imitazioni e falsi.
L'Europa ha finalmente premiato il lavoro dei napoletani che vedono aggiudicarsi il marchio Stg,di un prodotto della tradizione napoletana,che per anni è stato imitato in tutto il mondo.
Il marchio Sgt, istituito dall’Unione Europea (una specie di bollino blu con una corona circolare gialla dentata),ha lo scopo di difendere i prodotti alimentari con una specificità legata al metodo di produzione e alla tradizione di una zona.
Gli ingredienti dell'ottima pizza napoletana sono:
Farina doppio zero di grano tenero, rinforzata a volte con grano tipo 0 (Manitoba); lievito biologico; sale.
Importantissime sono le due fasi di lievitazione:
la prima di due ore; poi, in piccoli panetti di circa 200 grammi, altre 4-6 ore.
La vera pizza napoletana dopo la cottura risulta morbida, elastica, facilmente piegabile a libretto e con il classico «cornicione» dal sapore di pane.
Cotta esclusivamente in forno a legna: dove il disco di pasta deve essere posizionato direttamente sul piano e non in teglie. La temperatura non deve superare i 485° C nel piano, e i 430° C nella volta. E il tempo di cottura deve stare tra i sessanta e i novanta secondi.
Le origini della pizza sono remote perché l’utilizzo del grano per l’alimentazione è millenario.
Tuttavia si è a conoscenza che nel settecento comparve nella cucina prima napoletana e poi internazionale, in diverse versioni.
A Napoli,inizialmente le pizze venivano preparate all’aperto su banconi posti nei vicoli.
Nel 1830 a Port'Alba,vicino all’arco tra piazza Dante e via Costantinopoli, nacque una pizzeria vera e propria.
Con un forno costruito in mattoni refrattari e il fuoco alimentato dalla legna , in seguito fu modificato e rivestito all’interno con i lapilli vesuviani, più adatti all’alta temperatura e per ottenere pizze migliori
Nel XIX secolo la pizza entrò a far parte integrante della tradizione culinaria napoletana.
La pizzeria Port'Alba divenne nel tempo un ritrovo di artisti e scrittori famosi; Salvatore Di Giacomo e forse là D'Annunzio, scrisse i versi di una delle più stupende canzoni napoletane: A vucchella.

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3 Comments:

mario dice...

cara mascia
cosi pero non va.
tu fai questo commento, metti in bella mostra questa pizza e poi'?
come minimo dovresti ora preparala, perche io non so farlo e non per altro, e offrirla.
scherzi a parte.
la pizza napoletana quella con pasta lievitata e consumata rapidamente,
non quegli intrugli congelati, che in tanti, purtropo, usano,
e' qualche cosa di eccezionale.
saluti
mario

mascia dice...

Caro Mario,dopo tanti dissapori,ho pensato di creare un post per far placare gli animi con la deliziosa pizza napoletana.
Finalmente Napoli,al centro dell'attenzione per qualcosa che non ce la faccia ricordare sempre per le malefatte e per l'insensibilità.
Città piena di storia e cultura,che è nel cuore del mondo,oltre per le sue canzoni anche per la tipicità della sua pizza.
Un vecchio detto diceva:
"Vedi Napoli e muori",
nonostante tutti i problemi rimane sempre una delle città più belle,e,caratteristiche......il tutto arricchito dal buon profumo della pizza!
Una pizza tutti insieme nel periodo natalizio non sarebbe un'idea malvagia!!

mario dice...

saluti
cara mascia
la pizza e' entrata oggi nel nostro modo di vivere.
dire" andiamo a mangiare una pizza insieme" significa, lasciamo stare i dissapori, i problemi del lavoro che ci affliggono, e per un attimo condividere un momento di gioia.
si, perche gustare una vera pizza napoletana e' una gioia.
saluti
mario

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