Così, giusto un anno fa, il nostro premier, dalle colonne del " Giornale" attaccava i media, accusandoli di spargere " catastrofismo". Poco dopo avrebbe escluso categoricamente l'ipotesi di una manovra di largo respiro mentre l'antitetica realtà dei fatti di questi giorni è sotto gli occhi di tutti, almeno di quelli che le cose vogliono vederle.
Parlando della crisi Berlusconi ha ribadito che dietro la diminuzione della crescita ci sono soprattutto "fattori psicologici". Per risollevare i consumi, ha aggiunto, "bisogna far sì che prima di tutto il governo, e in secondo luogo tutte le organizzazioni internazionali" contribuiscano a rilanciare la fiducia. Organizzazioni internazionali, ha proseguito il presidente del Consiglio, che "un giorno sì e uno no escono e dicono che il deficit è al 5%, meno consumi del 5%, crisi di qui, crisi di là, la crisi ci sarà per fino al 2010, la crisi si chiuderà nel 2011... Un disastro: dovremmo veramente chiudere la bocca a tutti questi signori che parlano, magari perché di cose che i loro uffici studi gli dicono possono verificarsi, ma che così facendo distruggono la fiducia dei cittadini dell’Europa e del mondo".
I commenti li lascio ha chi ha maggior voglia e capacità di spiegare cose che, in un paese normale, non ne avrebbero bisogno e dovrebbero suscitare unanime dissenso e disapprovazione, specie se confrontate a manovre, come lo scudo fiscale piuttosto che al prossimo condono, che agevolano i soliti noti: un solo suggerimento mi sento di dare: ai lavoratori dipendenti pubblici iscritti ai sindacati della Cisl e della Uil , i quali sindacati hanno sostanzialmente condiviso l'impianto della manovra che esplica i suoi effetti quasi totalmente sui lavoratori dipendenti, consiglierei di ritirare l'adesione alle suddette sigle in modo che il risparmio della quota associativa, che consente a queste persone di asservire il potente padrone, potrà attutire il danno derivante dal blocco degli aumenti contrattuale e dalle altre misure punitive consumate ai danni del " Bancomat" dello Stato e cioè i lavoratori dipendenti.
Così, giusto un anno fa, il nostro premier, dalle colonne del " Giornale" attaccava i media, accusandoli di spargere " catastrofismo". Poco dopo avrebbe escluso categoricamente l'ipotesi di una manovra di largo respiro mentre l'antitetica realtà dei fatti di questi giorni è sotto gli occhi di tutti, almeno di quelli che le cose vogliono vederle.
Parlando della crisi Berlusconi ha ribadito che dietro la diminuzione della crescita ci sono soprattutto "fattori psicologici". Per risollevare i consumi, ha aggiunto, "bisogna far sì che prima di tutto il governo, e in secondo luogo tutte le organizzazioni internazionali" contribuiscano a rilanciare la fiducia. Organizzazioni internazionali, ha proseguito il presidente del Consiglio, che "un giorno sì e uno no escono e dicono che il deficit è al 5%, meno consumi del 5%, crisi di qui, crisi di là, la crisi ci sarà per fino al 2010, la crisi si chiuderà nel 2011... Un disastro: dovremmo veramente chiudere la bocca a tutti questi signori che parlano, magari perché di cose che i loro uffici studi gli dicono possono verificarsi, ma che così facendo distruggono la fiducia dei cittadini dell’Europa e del mondo".
I commenti li lascio ha chi ha maggior voglia e capacità di spiegare cose che, in un paese normale, non ne avrebbero bisogno e dovrebbero suscitare unanime dissenso e disapprovazione, specie se confrontate a manovre, come lo scudo fiscale piuttosto che al prossimo condono, che agevolano i soliti noti: un solo suggerimento mi sento di dare: ai lavoratori dipendenti pubblici iscritti ai sindacati della Cisl e della Uil , i quali sindacati hanno sostanzialmente condiviso l'impianto della manovra che esplica i suoi effetti quasi totalmente sui lavoratori dipendenti, consiglierei di ritirare l'adesione alle suddette sigle in modo che il risparmio della quota associativa, che consente a queste persone di asservire il potente padrone, potrà attutire il danno derivante dal blocco degli aumenti contrattuale e dalle altre misure punitive consumate ai danni del " Bancomat" dello Stato e cioè i lavoratori dipendenti.
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