giovedì 5 aprile 2012

Lega ladrona.


Umberto Bossi ha rassegnato le dimissioni irrevocabili da segretario della Lega Nord...... salvo poi essere nominato presidente del movimento leghista! «Chi sbaglia paga qualunque sia il cognome che eventualmente porti», avrebbe detto il Senatur durante il consiglio federale.
Dalla cassaforte di Francesco Belsito, il tesoriere della Lega indagato per truffa, appropriazione indebita e riciclaggio, spuntano una serie di documenti, alcune fatture e soprattutto una cartella denominata «Family». «è materiale utile ai fini investigativi» sottolineano gli inquirenti napoletani che questa mattina hanno esaminato il materiale sequestrato. E ci sarebbe anche Roberto Calderoli tra i destinatari dei fondi sottratti dalle casse della Lega, utilizzati per i bisogni della famiglia Bossi. In una telefonata la responsabile amministrativa della Lega, Nadia Dagrada tranquillizza al telefono Belsito riguardo a somme di denaro consegnate a Calderoli. «Come giustifico i soldi di Calderoli?», domanda Belsito. «Quello non è un grosso problema - risponde Dagrada - nell'arco di un anno, non è un problema». Secondo gli investigatori dalle casse della Lega sono stati sottratti i soldi per pagare 3 lauree, i soldi per il diploma di Renzo Bossi, auto affittate da Riccardo Bossi tra cui una Porsche, le somme per pagare i decreti ingiuntivi di pagamento di Riccardo Bossi, le fatture per l'avvocato di Riccardo Bossi.
Tra le «elargizioni e spartizioni che avvengono all’interno del partito ed in particolar modo per la famiglia Bossi», gli investigatori riportano negli atti dell’inchiesta milanese anche «un mutuo da un milione e mezzo di euro fatto con la Pontidafin (Pontida finsrl, società finanziaria della Lega Nord con sede in via Bellerio) per la scuola Bosina» della moglie del leader. E poi si parla anche di «200-300 mila euro dati ogni anno al Sinpa (Sindacato Padano della RosyMauro) e dei bilanci truccati al Sinpa».
In particolare ci sarebbe documentazione contabile che attesterebbe la distrazione di alcune somme destinate alle spese dei familiari del leader della Lega, Umberto Bossi. Tra i documenti sequestrati ieri a Roma nella cassaforte del tesoriere della Lega Francesco Belsito vi è un carnet di assegni che reca la scritta «Umberto Bossi». Il carnet, che è relativo al conto corrente della banca sul quale vengono versati i contributi per il Carroccio, è ora all'esame dei pm di Napoli e di Milano. L'inchiesta napoletana è coordinata dal procuratore aggiunto Francesco Greco e affidata ai pm Henry John Woodcock, Francesco Curcio e Vincenzo Piscitelli. A Milano nel frattempo viene interrogato Paolo Scala, consulente della Lega e anche lui indagato con l'accusa di appropriazione indebita. Scala era già stato sentito ieri, ma il colloquio con i pm titolari dell'inchiesta era stato interrotto per un lieve malore del consulente.
In un'altra intercettazione, dello scorso 8 febbraio, Nadia Degrada, responsabile amministrativo della sede di via Bellario dice: «Il figlio di lui (di Bossi, ndr) che ha certe frequentazioni... altro che Cosentino, poi, ragazzo!».
Dagli atti nell'inchiesta sui conti della Lega Nord spunta un riferimento a tangenti che sarebbero state pagate da Fincantieri. Francesco Belsito, l'ex tesoriere, era anche nel consiglio di amministrazione della società. In una intercettazione telefonica, Stefano Bonet (uno degli indagati) parla di una «denuncia contro Belsito per le tangenti prese da Fincantieri»


Umberto Bossi ha rassegnato le dimissioni irrevocabili da segretario della Lega Nord...... salvo poi essere nominato presidente del movimento leghista! «Chi sbaglia paga qualunque sia il cognome che eventualmente porti», avrebbe detto il Senatur durante il consiglio federale.
Dalla cassaforte di Francesco Belsito, il tesoriere della Lega indagato per truffa, appropriazione indebita e riciclaggio, spuntano una serie di documenti, alcune fatture e soprattutto una cartella denominata «Family». «è materiale utile ai fini investigativi» sottolineano gli inquirenti napoletani che questa mattina hanno esaminato il materiale sequestrato. E ci sarebbe anche Roberto Calderoli tra i destinatari dei fondi sottratti dalle casse della Lega, utilizzati per i bisogni della famiglia Bossi. In una telefonata la responsabile amministrativa della Lega, Nadia Dagrada tranquillizza al telefono Belsito riguardo a somme di denaro consegnate a Calderoli. «Come giustifico i soldi di Calderoli?», domanda Belsito. «Quello non è un grosso problema - risponde Dagrada - nell'arco di un anno, non è un problema». Secondo gli investigatori dalle casse della Lega sono stati sottratti i soldi per pagare 3 lauree, i soldi per il diploma di Renzo Bossi, auto affittate da Riccardo Bossi tra cui una Porsche, le somme per pagare i decreti ingiuntivi di pagamento di Riccardo Bossi, le fatture per l'avvocato di Riccardo Bossi.
Tra le «elargizioni e spartizioni che avvengono all’interno del partito ed in particolar modo per la famiglia Bossi», gli investigatori riportano negli atti dell’inchiesta milanese anche «un mutuo da un milione e mezzo di euro fatto con la Pontidafin (Pontida finsrl, società finanziaria della Lega Nord con sede in via Bellerio) per la scuola Bosina» della moglie del leader. E poi si parla anche di «200-300 mila euro dati ogni anno al Sinpa (Sindacato Padano della RosyMauro) e dei bilanci truccati al Sinpa».
In particolare ci sarebbe documentazione contabile che attesterebbe la distrazione di alcune somme destinate alle spese dei familiari del leader della Lega, Umberto Bossi. Tra i documenti sequestrati ieri a Roma nella cassaforte del tesoriere della Lega Francesco Belsito vi è un carnet di assegni che reca la scritta «Umberto Bossi». Il carnet, che è relativo al conto corrente della banca sul quale vengono versati i contributi per il Carroccio, è ora all'esame dei pm di Napoli e di Milano. L'inchiesta napoletana è coordinata dal procuratore aggiunto Francesco Greco e affidata ai pm Henry John Woodcock, Francesco Curcio e Vincenzo Piscitelli. A Milano nel frattempo viene interrogato Paolo Scala, consulente della Lega e anche lui indagato con l'accusa di appropriazione indebita. Scala era già stato sentito ieri, ma il colloquio con i pm titolari dell'inchiesta era stato interrotto per un lieve malore del consulente.
In un'altra intercettazione, dello scorso 8 febbraio, Nadia Degrada, responsabile amministrativo della sede di via Bellario dice: «Il figlio di lui (di Bossi, ndr) che ha certe frequentazioni... altro che Cosentino, poi, ragazzo!».
Dagli atti nell'inchiesta sui conti della Lega Nord spunta un riferimento a tangenti che sarebbero state pagate da Fincantieri. Francesco Belsito, l'ex tesoriere, era anche nel consiglio di amministrazione della società. In una intercettazione telefonica, Stefano Bonet (uno degli indagati) parla di una «denuncia contro Belsito per le tangenti prese da Fincantieri»

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