giovedì 23 agosto 2012

Si alla patrimoniale, subito!


Finalmente ci si comincia ad accorgere che la patrimoniale non è una parolaccia e, meno che mai, è una parola che dovrebbe incutere terrore al ceto medio. Già, perché è bene che si sappia una volta per tutte, per patrimoni si deve intendere la somma delle ricchezze possedute da un nucleo familiare superiore al MILIONE di Euro. Stiamo parlando, cioè, degli straricchi, l’8% circa della popolazione italiana che detiene oltre il 90% delle ricchezze del Bel paese. Tempo addietro, anche  Squinzi, leader della Confindustria e che non è di certo un bolscevico, in un convegno nel pistoiese, fianco a fianco con il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, ebbe a dirsi disponibile alla sua introduzione. Patrimoniale vuol dire una più equa distribuzione della ricchezza. E far contribuire anche chi, in questi anni, in questi decenni, ha assistito con un sorriso beffardo e senza versare un euro di tasse , alla macelleria sociale nei confronti dei soliti noti: dipendenti pubblici e privati, onesti seppur rari liberi professionisti che pagano le imposte fino all’ultimo euro, pensionati. Loro, i ricchi furbi, no. Con artifici degni di miglior causa hanno sempre evitato di aprire il borsellino,nascondendo ben bene i patrimoni accumulati chissà come. E già che ci siamo, sarebbe interessante metter mano anche  allo scudo fiscale, quell’ideona partorita  dall’ex Ministro dell’ Economia del Giulio Tremonti. In cambio di una sanatoria che li avrebbe messi al riparo da guai con lo Stato italiano,  per far rientrare puliti e stirati i capitali,  gli ‘scudati’ versarono poco più di un obolo del 5 per cento. Facendola franca come sempre.Certo, la lotta per introdurre  e far versare la patrimoniale, sarebbe dura: tra società di comodo e soldi dirottati nei paradisi fiscali, difficile scovare i veri ricchi. Il piatto rischierebbe  di piangere. Ma ci si può e ci si deve provare. Per ridare agli italiani quel senso di giustizia perduto. Altrimenti continueranno a pagare sempre gli stessi. E non è detto che costoro  siano più disposti a farlo, senza arrabbiarsi per davvero.


Finalmente ci si comincia ad accorgere che la patrimoniale non è una parolaccia e, meno che mai, è una parola che dovrebbe incutere terrore al ceto medio. Già, perché è bene che si sappia una volta per tutte, per patrimoni si deve intendere la somma delle ricchezze possedute da un nucleo familiare superiore al MILIONE di Euro. Stiamo parlando, cioè, degli straricchi, l’8% circa della popolazione italiana che detiene oltre il 90% delle ricchezze del Bel paese. Tempo addietro, anche  Squinzi, leader della Confindustria e che non è di certo un bolscevico, in un convegno nel pistoiese, fianco a fianco con il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, ebbe a dirsi disponibile alla sua introduzione. Patrimoniale vuol dire una più equa distribuzione della ricchezza. E far contribuire anche chi, in questi anni, in questi decenni, ha assistito con un sorriso beffardo e senza versare un euro di tasse , alla macelleria sociale nei confronti dei soliti noti: dipendenti pubblici e privati, onesti seppur rari liberi professionisti che pagano le imposte fino all’ultimo euro, pensionati. Loro, i ricchi furbi, no. Con artifici degni di miglior causa hanno sempre evitato di aprire il borsellino,nascondendo ben bene i patrimoni accumulati chissà come. E già che ci siamo, sarebbe interessante metter mano anche  allo scudo fiscale, quell’ideona partorita  dall’ex Ministro dell’ Economia del Giulio Tremonti. In cambio di una sanatoria che li avrebbe messi al riparo da guai con lo Stato italiano,  per far rientrare puliti e stirati i capitali,  gli ‘scudati’ versarono poco più di un obolo del 5 per cento. Facendola franca come sempre.Certo, la lotta per introdurre  e far versare la patrimoniale, sarebbe dura: tra società di comodo e soldi dirottati nei paradisi fiscali, difficile scovare i veri ricchi. Il piatto rischierebbe  di piangere. Ma ci si può e ci si deve provare. Per ridare agli italiani quel senso di giustizia perduto. Altrimenti continueranno a pagare sempre gli stessi. E non è detto che costoro  siano più disposti a farlo, senza arrabbiarsi per davvero.

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