venerdì 15 giugno 2012

Confindustria, il pizzo e Berlusconi: viva la mafia!

Berlusconi pagò il pizzo alla mafia ed il fatto che Confindustria dovrebbe adottare provvedimenti contro la Fininvest ( ora Mediaset) non è diffamazione:  è stato stabilito dal gip del Tribunale di Roma Maurizio Caivano, che il 31 maggio ha accolto la richiesta di archiviazione di una querela presentata da Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset, contro ilfattoquotidiano.it. In un articolo del noto sito il giornalista Lillo, nell'evidenziare la sbandierata linea della fermezza manifestata dall’associazione degli industriali nei confronti dei membri che subiscono le estorsioni in silenzio, si meravigliava della mancata adozione di punizioni nei confronti dell'azienda condotta da Confalonieri. Addirittura l'espulsione dalla Confindustria aveva preannunciato l’allora presidente Emma Marcegaglia. 
Emma Marcegaglia ha un problema”, scriveva Lillo. “Anzi due. Il padrone del gruppo più importante della sua associazione di categoria, Silvio Berlusconi, e il vicepresidente di Confindustria Fedele Confalonieri. La coppia ha pagato il pizzo per venti anni e soprattutto non racconta a chi l’ha versato e perché”. Dato che il fatto era scritto nero su bianco nelle motivazioni della sentenza d’appello contro Marcello Dell’Utri, che condannava il braccio destro di Berlusconi a sette anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa, “che cosa farà dunque Confindustria?”, si domandava il giornalista. La risposta ora è chiara : nulla!

Berlusconi pagò il pizzo alla mafia ed il fatto che Confindustria dovrebbe adottare provvedimenti contro la Fininvest ( ora Mediaset) non è diffamazione:  è stato stabilito dal gip del Tribunale di Roma Maurizio Caivano, che il 31 maggio ha accolto la richiesta di archiviazione di una querela presentata da Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset, contro ilfattoquotidiano.it. In un articolo del noto sito il giornalista Lillo, nell'evidenziare la sbandierata linea della fermezza manifestata dall’associazione degli industriali nei confronti dei membri che subiscono le estorsioni in silenzio, si meravigliava della mancata adozione di punizioni nei confronti dell'azienda condotta da Confalonieri. Addirittura l'espulsione dalla Confindustria aveva preannunciato l’allora presidente Emma Marcegaglia. 
Emma Marcegaglia ha un problema”, scriveva Lillo. “Anzi due. Il padrone del gruppo più importante della sua associazione di categoria, Silvio Berlusconi, e il vicepresidente di Confindustria Fedele Confalonieri. La coppia ha pagato il pizzo per venti anni e soprattutto non racconta a chi l’ha versato e perché”. Dato che il fatto era scritto nero su bianco nelle motivazioni della sentenza d’appello contro Marcello Dell’Utri, che condannava il braccio destro di Berlusconi a sette anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa, “che cosa farà dunque Confindustria?”, si domandava il giornalista. La risposta ora è chiara : nulla!


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