venerdì 2 marzo 2012

La diaspora archeologica.

I rinvenimenti archeologici sul territorio di questa meravigliosa città sono sempre stati copiosi, Tombe straordinarie ricche di corredi formati da molteplici oggetti di pregevole fattura.
Ma lo scempio e la diaspora di questi ritrovamenti trova riscontro già nei secoli scorsi, città sfortunata Capua Vetere, che oggi avrebbe potuto vantare un museo unico al mondo per l’importanza dei reperti se solo un terzo di ciò che è stato disperso fosse presente in città.
In questo post pubblichiamo delle memorie dell’archeologo W. Helbig dell’anno 1880 riguardo a dei ritrovamenti del 1874.
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Il Sig. Simmaco Doria nell'anno 1874 scoprì presso S. Maria di Capua due fosse quadrate scavate nella terra vergine, le quali ambedue contenevano gran quantità di oggetti arcaici in bronzo e di vasi dipinti di stile corinzio. Pubblicai sopra tale scoperta una relazione nel Bollettino dell'anno 1874 p. 242-240, la quale però riuscì molto incompleta. Diverse circostanze cioè che avrebbero dovuto notarsi innanzi allo scavo, erano state trascurate, e molti degli oggetti in bronzo allora non potevano descriversi esattamente, sia a cagione dell'ossido che li copriva, sia perchè non erano ancora stati ricomposti. Oltre a ciò debbo confessare che, quando scrissi quella relazione, non aveva un idea chiara dell'importanza propria all'insieme di quegli oggetti. Altrimenti mi sarei impegnato a mandare a S. Maria di Capua un disegnatore ed a farli riprodurre tutti - ciò che più tardi non fu possibile, essendo stati gli oggetti dispersi poco tempo dopo la loro scoperta. In tali circostanze debbo contentarmi di pubblicare sulle nostre tavv. d'agg. V ed U soltanto quei pochi che furono portati a Roma e rimasero in potere del sig. Alessandro Castellani, salvo il manico inciso sulla tav. d'agg. V n.3, 3a, 3b, che fu acquistato dalla direzione del Museo di Berlino. I quali oggetti, benchè non rappresentino tutti i tipi scoperti negli scavi intrapresi dal sig. Doria, danno almeno un'idea del loro carattere stilistico.


I rinvenimenti archeologici sul territorio di questa meravigliosa città sono sempre stati copiosi, Tombe straordinarie ricche di corredi formati da molteplici oggetti di pregevole fattura.
Ma lo scempio e la diaspora di questi ritrovamenti trova riscontro già nei secoli scorsi, città sfortunata Capua Vetere, che oggi avrebbe potuto vantare un museo unico al mondo per l’importanza dei reperti se solo un terzo di ciò che è stato disperso fosse presente in città.
In questo post pubblichiamo delle memorie dell’archeologo W. Helbig dell’anno 1880 riguardo a dei ritrovamenti del 1874.
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Il Sig. Simmaco Doria nell'anno 1874 scoprì presso S. Maria di Capua due fosse quadrate scavate nella terra vergine, le quali ambedue contenevano gran quantità di oggetti arcaici in bronzo e di vasi dipinti di stile corinzio. Pubblicai sopra tale scoperta una relazione nel Bollettino dell'anno 1874 p. 242-240, la quale però riuscì molto incompleta. Diverse circostanze cioè che avrebbero dovuto notarsi innanzi allo scavo, erano state trascurate, e molti degli oggetti in bronzo allora non potevano descriversi esattamente, sia a cagione dell'ossido che li copriva, sia perchè non erano ancora stati ricomposti. Oltre a ciò debbo confessare che, quando scrissi quella relazione, non aveva un idea chiara dell'importanza propria all'insieme di quegli oggetti. Altrimenti mi sarei impegnato a mandare a S. Maria di Capua un disegnatore ed a farli riprodurre tutti - ciò che più tardi non fu possibile, essendo stati gli oggetti dispersi poco tempo dopo la loro scoperta. In tali circostanze debbo contentarmi di pubblicare sulle nostre tavv. d'agg. V ed U soltanto quei pochi che furono portati a Roma e rimasero in potere del sig. Alessandro Castellani, salvo il manico inciso sulla tav. d'agg. V n.3, 3a, 3b, che fu acquistato dalla direzione del Museo di Berlino. I quali oggetti, benchè non rappresentino tutti i tipi scoperti negli scavi intrapresi dal sig. Doria, danno almeno un'idea del loro carattere stilistico.



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