mercoledì 4 gennaio 2012

L'ingrato.

"Molti anni orsono, quando ero ancora giovane, rimasi colpito da una frase che campeggiava da un quadretto appeso alla parete di una sala d'attesa e che grosso modo così recitava: “l'ingratitudine umana è più grande della misericordia divina”.
Da un punto di vista materiale l'ingratitudine è il mancato riconoscimento a chi ha fatto del bene in modo tangibile, ma è anche il mancato riconoscimento morale a chi ha posto fiducia in noi.
L'ingratitudine può essere meglio così definita: quel sordo, ingiustificato sentimento che coglie come una autentica malattia chi ha ricevuto un beneficio, poiché tale condizione lo pone in evidente "debito di riconoscenza" nei confronti del suo benefattore. Un beneficio che egli "dovrebbe" spontaneamente riconoscere ma che non vuole accettare di aver ricevuto. Al punto di arrivare, perfino, a dimenticarlo o a negarlo o a sminuirlo o, addirittura, a trasformarlo in un peso dal quale liberarsi e a trasformare il benefattore stesso in una persona da dimenticare se non, addirittura, da penalizzare.
Meditate gente meditate.

"Molti anni orsono, quando ero ancora giovane, rimasi colpito da una frase che campeggiava da un quadretto appeso alla parete di una sala d'attesa e che grosso modo così recitava: “l'ingratitudine umana è più grande della misericordia divina”.
Da un punto di vista materiale l'ingratitudine è il mancato riconoscimento a chi ha fatto del bene in modo tangibile, ma è anche il mancato riconoscimento morale a chi ha posto fiducia in noi.
L'ingratitudine può essere meglio così definita: quel sordo, ingiustificato sentimento che coglie come una autentica malattia chi ha ricevuto un beneficio, poiché tale condizione lo pone in evidente "debito di riconoscenza" nei confronti del suo benefattore. Un beneficio che egli "dovrebbe" spontaneamente riconoscere ma che non vuole accettare di aver ricevuto. Al punto di arrivare, perfino, a dimenticarlo o a negarlo o a sminuirlo o, addirittura, a trasformarlo in un peso dal quale liberarsi e a trasformare il benefattore stesso in una persona da dimenticare se non, addirittura, da penalizzare.
Meditate gente meditate.

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