martedì 4 gennaio 2011

Federalismo fiscale. Perchè piace alla lega?


Vi siete davvero mai chiesti perché il federalismo fiscale piace così tanto alla lega che raccoglie voti e consensi solo al Nord? Possibile che Voi, gente del Sud siate davvero così ingenui?
Il federalismo fiscale municipale – che la Lega e (con enfasi minore) il Pdl, esaltano come una conquista salvifica per il Nord – comporterà un radicale cambiamento nei meccanismi che regolano le entrate dei Comuni, con gravi squilibri a favore dei comuni del Nord e radicali penalizzazioni a sfavore di quelli del Sud.
Il decreto legislativo 292, in discussione alla Commissione bicamerale, prevede la devoluzione, a favore delle amministrazioni comunali, della fiscalità immobiliare e del gettito derivante della nuova cedolare secca sugli affitti. In altri termini: dal 2011 i tradizionali trasferimenti ai Comuni non arriveranno più dai capitoli di spesa che il ministero dell’Interno riserva agli enti locali, ma da un nuovo fondo alimentato dalle imposte di registro, di bollo, dell’imposta ipotecaria e catastale, dei tributi catastali speciali, dell’Irpef relativa i redditi fondiari e della cedolare secca sugli affitti. L’erogazione diventerà effettiva a partire dal 2014 e avrà un ammontare complessivo stimato in 15 miliardi di euro, cifra simile a quello che lo Stato destina tuttora. Ma l’autentica autonomia finanziaria, che dovrebbe garantire agli enti locali risorse più adeguate ai bisogni, si chiama Imu, è l’imposta comunale unica che raggrupperà le attuali tasse comunali (Ici, addizionale Irpef, etc); ad essa si sommerà l’imposta municipale secondaria (facoltativa) che sostituirà le preesistenti Tosap, Cosap, Pubblicità e via di seguito. Ma quale è la morale della favola? Cosa cambierà davvero per le casse, spesso esangui, dei municipi?
Chi ci perde?
Sicuramente i comuni che hanno un fisco immobiliare particolarmente debole ed una dipendenza accentuata dai fondi statali. E’ il caso di Napoli, caratterizzata da un’ampia evasione fiscale in campo immobiliare e da un mercato del mattone poco vivace.
Un recente studio Astrid ha infatti dimostrato che i cespiti immobiliari producono un’entrata molto disomogenea da Comune a Comune, rendendo necessario un Fondo perequativo. Per ogni singolo Comune è stata calcolata la differenza fra il presunto gettito e l’attuale trasferimento, l’incidenza per abitante dell’attuale trasferimento e il calcolo presunto, sempre per abitante,del gettito dei tributi devoluti. In particolare, il Comune dell'Aquila perderà 26.294.732 euro pari al 66% delle risorse, quello di Napoli non avrà 392.969.715 euro, pari al 61% dei trasferimenti. Napoli ora è il Comune che riceve i trasferimenti statali più alti: 668 euro per abitante di fronte a una media di 387. I cittadini aquilani dal 2014 pagheranno, infatti 188 euro di Imu (Imposta municipale unica), mentre attualmente per ognuno di loro vengono dati al Comune 548 euro. Tutto il Sud sarà penalizzato: Messina perderà il 59%, Potenza il 56%, Palermo e Cosenza il 55%, Taranto il 50%, Roma il 10%.
Come reagiranno questi Comuni? Facile: nuove tasse e nuovi ticket!
E la solidarietà? Ed il sentirsi tutti popolo dello stesso Stato? Ed i valori cristiani? Ed ancora, le battaglie per il crocifisso che dovrebbe significare, per noi cristiani, che siamo tutti uguali davanti a Dio?
Qualcuno dirà che al Sud c'è spreco, corruzione e ladrocinio! E' vero! Ma è davvero questo dei minori trasferimenti il modo per obbligarci ad un modo più virtuoso di spendere il danaro pubblico? Non credo proprio! Spero solo che noi tutti del sud ci ricorderemo di chi ha propugnato, al di là della lega, l'adozione di questo diverso modo di incamerare le entrate per gli enti locali.



Vi siete davvero mai chiesti perché il federalismo fiscale piace così tanto alla lega che raccoglie voti e consensi solo al Nord? Possibile che Voi, gente del Sud siate davvero così ingenui?
Il federalismo fiscale municipale – che la Lega e (con enfasi minore) il Pdl, esaltano come una conquista salvifica per il Nord – comporterà un radicale cambiamento nei meccanismi che regolano le entrate dei Comuni, con gravi squilibri a favore dei comuni del Nord e radicali penalizzazioni a sfavore di quelli del Sud.
Il decreto legislativo 292, in discussione alla Commissione bicamerale, prevede la devoluzione, a favore delle amministrazioni comunali, della fiscalità immobiliare e del gettito derivante della nuova cedolare secca sugli affitti. In altri termini: dal 2011 i tradizionali trasferimenti ai Comuni non arriveranno più dai capitoli di spesa che il ministero dell’Interno riserva agli enti locali, ma da un nuovo fondo alimentato dalle imposte di registro, di bollo, dell’imposta ipotecaria e catastale, dei tributi catastali speciali, dell’Irpef relativa i redditi fondiari e della cedolare secca sugli affitti. L’erogazione diventerà effettiva a partire dal 2014 e avrà un ammontare complessivo stimato in 15 miliardi di euro, cifra simile a quello che lo Stato destina tuttora. Ma l’autentica autonomia finanziaria, che dovrebbe garantire agli enti locali risorse più adeguate ai bisogni, si chiama Imu, è l’imposta comunale unica che raggrupperà le attuali tasse comunali (Ici, addizionale Irpef, etc); ad essa si sommerà l’imposta municipale secondaria (facoltativa) che sostituirà le preesistenti Tosap, Cosap, Pubblicità e via di seguito. Ma quale è la morale della favola? Cosa cambierà davvero per le casse, spesso esangui, dei municipi?
Chi ci perde?
Sicuramente i comuni che hanno un fisco immobiliare particolarmente debole ed una dipendenza accentuata dai fondi statali. E’ il caso di Napoli, caratterizzata da un’ampia evasione fiscale in campo immobiliare e da un mercato del mattone poco vivace.
Un recente studio Astrid ha infatti dimostrato che i cespiti immobiliari producono un’entrata molto disomogenea da Comune a Comune, rendendo necessario un Fondo perequativo. Per ogni singolo Comune è stata calcolata la differenza fra il presunto gettito e l’attuale trasferimento, l’incidenza per abitante dell’attuale trasferimento e il calcolo presunto, sempre per abitante,del gettito dei tributi devoluti. In particolare, il Comune dell'Aquila perderà 26.294.732 euro pari al 66% delle risorse, quello di Napoli non avrà 392.969.715 euro, pari al 61% dei trasferimenti. Napoli ora è il Comune che riceve i trasferimenti statali più alti: 668 euro per abitante di fronte a una media di 387. I cittadini aquilani dal 2014 pagheranno, infatti 188 euro di Imu (Imposta municipale unica), mentre attualmente per ognuno di loro vengono dati al Comune 548 euro. Tutto il Sud sarà penalizzato: Messina perderà il 59%, Potenza il 56%, Palermo e Cosenza il 55%, Taranto il 50%, Roma il 10%.
Come reagiranno questi Comuni? Facile: nuove tasse e nuovi ticket!
E la solidarietà? Ed il sentirsi tutti popolo dello stesso Stato? Ed i valori cristiani? Ed ancora, le battaglie per il crocifisso che dovrebbe significare, per noi cristiani, che siamo tutti uguali davanti a Dio?
Qualcuno dirà che al Sud c'è spreco, corruzione e ladrocinio! E' vero! Ma è davvero questo dei minori trasferimenti il modo per obbligarci ad un modo più virtuoso di spendere il danaro pubblico? Non credo proprio! Spero solo che noi tutti del sud ci ricorderemo di chi ha propugnato, al di là della lega, l'adozione di questo diverso modo di incamerare le entrate per gli enti locali.



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1 Comment:

Anonimo dice...

Caro Farina, sono d'accordo con te. Però poi si dovrà trovare un modo per mettere mano veramente all'evasione fiscale al ladrocinio e a tutte le altre cose che assillano il sud. Le Regioni, le Provincie e i Comuni secondo te stanno veramente facendo qualcosa? Oppure come io credo, stanno continuando a scialacquare?

Per non dimenticarli!

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