venerdì 14 febbraio 2014

Codice comportamento dipendenti pubblici. D.P.R. 62/13

Articolo 13
 .... omissis....
4.Il dirigente assume atteggiamenti leali e trasparenti e adotta un comportamento esemplare e imparziale nei rapporti con i colleghi, i collaboratori e i destinatari dell'azione amministrativa. Il dirigente cura, altresi', che le risorse assegnate al suo ufficio siano utilizzate per finalita' esclusivamente istituzionali e, in nessun caso, per esigenze personali.
5. Il dirigente cura, compatibilmente con le risorse disponibili, il benessere organizzativo nella struttura a cui e' preposto, favorendo l'instaurarsi di rapporti cordiali e rispettosi tra i collaboratori, assume iniziative finalizzate alla circolazione delle informazioni, alla formazione e all'aggiornamento del personale, all'inclusione e alla valorizzazione delle differenze di genere, di eta' e di condizioni personali.
6. Il dirigente assegna l'istruttoria delle pratiche sulla base di un'equa ripartizione del carico di lavoro, tenendo conto delle capacita', delle attitudini e della professionalita' del personale a sua disposizione. Il dirigente affida gli incarichi aggiuntivi in base alla professionalita' e, per quanto possibile, secondo criteri di rotazione.
7. Il dirigente svolge la valutazione del personale assegnato alla struttura cui e' preposto con imparzialita' e rispettando le indicazioni ed i tempi prescritti.

Buoni propositi, solo buoni propositi. Mi sorge però un dubbio: che il riferimento alla professionalità sia stato interpretato nel senso di una spiccata attitudine ad un comportamento tanto in voga nei giorni nostri e che tanto paga?
Voglio dire: non è che è stato suggerito ai dirigenti di premiare i cd. leccac**o , professionisti nell'arte del ruffianamento, della delazione e della denigrazione? No, perchè nel mio ambito lavorativo di professionisti della lecca**laggine  ce ne sono di espertissimi, dotati, per di più, della non rara capacità di galleggiare sempre e comunque, a prescindere  da qualsivoglia situazione anche potenzialmente avversa.
E' questa spiccata connotazione che rende queste persone simili agli avanzi della digestione, dato che notoriamente questi ultimi, volgarmente detti stro*zi, hanno la capacità di galleggiare anche in acque agitate e, nel caso, anche di riemergere.
Se così non fosse, non si spiegherebbe come possano taluni dirigenti, a fronte di enunciazione di principi tanto chiari ed inequivocabili, comportarsi in maniera diametralmente opposta.
A voi le considerazioni.
 

Articolo 13
 .... omissis....
4.Il dirigente assume atteggiamenti leali e trasparenti e adotta un comportamento esemplare e imparziale nei rapporti con i colleghi, i collaboratori e i destinatari dell'azione amministrativa. Il dirigente cura, altresi', che le risorse assegnate al suo ufficio siano utilizzate per finalita' esclusivamente istituzionali e, in nessun caso, per esigenze personali.
5. Il dirigente cura, compatibilmente con le risorse disponibili, il benessere organizzativo nella struttura a cui e' preposto, favorendo l'instaurarsi di rapporti cordiali e rispettosi tra i collaboratori, assume iniziative finalizzate alla circolazione delle informazioni, alla formazione e all'aggiornamento del personale, all'inclusione e alla valorizzazione delle differenze di genere, di eta' e di condizioni personali.
6. Il dirigente assegna l'istruttoria delle pratiche sulla base di un'equa ripartizione del carico di lavoro, tenendo conto delle capacita', delle attitudini e della professionalita' del personale a sua disposizione. Il dirigente affida gli incarichi aggiuntivi in base alla professionalita' e, per quanto possibile, secondo criteri di rotazione.
7. Il dirigente svolge la valutazione del personale assegnato alla struttura cui e' preposto con imparzialita' e rispettando le indicazioni ed i tempi prescritti.

Buoni propositi, solo buoni propositi. Mi sorge però un dubbio: che il riferimento alla professionalità sia stato interpretato nel senso di una spiccata attitudine ad un comportamento tanto in voga nei giorni nostri e che tanto paga?
Voglio dire: non è che è stato suggerito ai dirigenti di premiare i cd. leccac**o , professionisti nell'arte del ruffianamento, della delazione e della denigrazione? No, perchè nel mio ambito lavorativo di professionisti della lecca**laggine  ce ne sono di espertissimi, dotati, per di più, della non rara capacità di galleggiare sempre e comunque, a prescindere  da qualsivoglia situazione anche potenzialmente avversa.
E' questa spiccata connotazione che rende queste persone simili agli avanzi della digestione, dato che notoriamente questi ultimi, volgarmente detti stro*zi, hanno la capacità di galleggiare anche in acque agitate e, nel caso, anche di riemergere.
Se così non fosse, non si spiegherebbe come possano taluni dirigenti, a fronte di enunciazione di principi tanto chiari ed inequivocabili, comportarsi in maniera diametralmente opposta.
A voi le considerazioni.
 


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1 Comment:

mascia dice...

è risaputo che i cosiddetti lecchini sono e saranno sempre i preferiti...ma!!! esiste sempre un ma.....nella vita è naturale commettere errori ed allora succederà che chi ne ha goduto ne sarà privato! beh!!! chi è abituato a non averne ne resterà indifferente ma chi ha vissuto e goduto in base agli introiti elargiti penso che ne pagherà le spese!!!Caro Filosofo,ritengo che con pochi soldi si possa cmq vivere dignitosamente ma senza dignità non si lo potrà mai !!!!Potreste pensare che è una magra consolazione......sinceramente preferisco camminare a testa alta per le strade e non sentirmi dietro quel vocio" Hei!!quello là..è...."lascio alla vostra immaginazione riempire i puntini,gli appellativi sono numerosi e sinceramente mi dispiace anche esprimerli....meglio avere scarpe rotte ma viso pulito!!ciao ciao dalla vostra Mascia

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