giovedì 13 dicembre 2012

Grillo e la democrazia : il ducetto del web

Strano concetto di democrazia quello sbandierato, anzi urlato senza interlocutori, da Beppe Grillo dominus incontrastato del M5S.  Mentre in un qualunque altro partito o formazione politica, ognuno può farsi benvolere da più o meno persone che più o meno possono contare nell'adottare le decisioni che contano , nel Movimento 5 Stelle l'unico che conta è Beppe Grillo. A dispetto del cosiddetto "non statuto", dove c'è scritto che "uno vale uno", si è visto chiaramente che gli attivisti sono tutti uguali, ma ce n'è uno che è più uguale degli altri. Si chiama Beppe Grillo ed è il proprietario del marchio. Che quindi può cacciare chi vuole. Perchè in questo movimento così "democratico", si usa un linguaggio commerciale: il marchio è mio e quindi tu lo puoi usare in franchising, finchè io non decido di togliertelo. Il tutto ovviamente senza preavviso nè altro. 
E' un potere monocratico ed assoluto, oltre che discrezionale... insomma, un potere tirannico. Grillo autentico campione di esempio antitetico alla democrazia.
Basta osservare anche soltanto i commenti sul blog di Grillo:  c'è maggiore rilevanza per i commenti di sostegno su quelli, pur numerosi, di critica e condanna. Ciò fa capire come anche il web ( oltre alla Tv ed ai giornali) sia manipolabile, volendo. Un grillino, sul blog,  ha avuto l'ardire di chiedere:  "Come si fa ad espellere Grillo?".La risposta sarebbe ( perchè non è arrivata) : non si può! Se tutti i grillini fossero contro Grillo e ne volessero l'espulsione, non potrebbero comunque cacciarlo. E' questa la differenza tra democrazia e dittatura: in democrazia non esiste l'intoccabile, colui che è "legibus solutus" (sciolto, libero dalle leggi, in latino). Chiunque assume una carica, può esserne sbalzato via, a certe condizioni. Anche all'interno degli stessi partiti,con l'eccezione del Pdl e della defunta Forza Italia oltre che dei partiti personali, il segretario può essere sostituito;ma non all'interno del Movimento 5 Stelle.
 Ciò è abbastanza grave per un movimento cha fa della democrazia diretta la sua bandiera. Ma c'è di più e peggio: il populismo ed il " pecoronismo"  ( passatemi il termine) che pervadono e condizionano  gli attivisti 5 Stelle che appoggiano incondizionatamente le decisioni del loro leader mi fanno seriamente paura e mi preoccupano non poco. Insomma, come il fascismo aveva i suoi fascisti, come il berlusconismo ha avuto i suoi berluscones, Grillo ha i suoi grillini. Tutti caratterizzati dallo stesso comportamento: una difesa a spada tratta delle parole del loro capo, indipendentemente da quanto siano aderenti alla realtà; una approvazione incondizionata a qualsiasi scelta arrivi... insomma, un comportamento da servi senza catene: Il capo è il capo ed ha sempre ragione" ( Il Berlusconi di questi giorni docet). Ed allora, viene da chiedersi come ed in che modo potranno differenziarsi da coloro i quali si sono distinti per aver rovinato questo paese? Basta proclamarsi rottamatore per essere considerato migliore di quello che si vuole rottamare, specie se quel che si fa è anche peggio?
Il dna democratico di una qualsiasi formazione politica ne qualifica l’origine e ne determina, nel bene o nel male, l’avvenire.Proprio coloro che vorrebbero una classe dirigente meno corrotta dovrebbero, a maggiore ragione, porsi da subito regole certe di un funzionamento trasparente e democratico. 
A maggiore ragione quando un movimento, come quello di Grillo, raccoglie pulsioni, idee, emozioni e riflessioni politiche disomogenee proprio perché provenienti da esperienze e esistenze profondamente diverse, unite, per il momento, dal solo e comprensibile sentimento di fare pulizia di tutto.

Strano concetto di democrazia quello sbandierato, anzi urlato senza interlocutori, da Beppe Grillo dominus incontrastato del M5S.  Mentre in un qualunque altro partito o formazione politica, ognuno può farsi benvolere da più o meno persone che più o meno possono contare nell'adottare le decisioni che contano , nel Movimento 5 Stelle l'unico che conta è Beppe Grillo. A dispetto del cosiddetto "non statuto", dove c'è scritto che "uno vale uno", si è visto chiaramente che gli attivisti sono tutti uguali, ma ce n'è uno che è più uguale degli altri. Si chiama Beppe Grillo ed è il proprietario del marchio. Che quindi può cacciare chi vuole. Perchè in questo movimento così "democratico", si usa un linguaggio commerciale: il marchio è mio e quindi tu lo puoi usare in franchising, finchè io non decido di togliertelo. Il tutto ovviamente senza preavviso nè altro. 
E' un potere monocratico ed assoluto, oltre che discrezionale... insomma, un potere tirannico. Grillo autentico campione di esempio antitetico alla democrazia.
Basta osservare anche soltanto i commenti sul blog di Grillo:  c'è maggiore rilevanza per i commenti di sostegno su quelli, pur numerosi, di critica e condanna. Ciò fa capire come anche il web ( oltre alla Tv ed ai giornali) sia manipolabile, volendo. Un grillino, sul blog,  ha avuto l'ardire di chiedere:  "Come si fa ad espellere Grillo?".La risposta sarebbe ( perchè non è arrivata) : non si può! Se tutti i grillini fossero contro Grillo e ne volessero l'espulsione, non potrebbero comunque cacciarlo. E' questa la differenza tra democrazia e dittatura: in democrazia non esiste l'intoccabile, colui che è "legibus solutus" (sciolto, libero dalle leggi, in latino). Chiunque assume una carica, può esserne sbalzato via, a certe condizioni. Anche all'interno degli stessi partiti,con l'eccezione del Pdl e della defunta Forza Italia oltre che dei partiti personali, il segretario può essere sostituito;ma non all'interno del Movimento 5 Stelle.
 Ciò è abbastanza grave per un movimento cha fa della democrazia diretta la sua bandiera. Ma c'è di più e peggio: il populismo ed il " pecoronismo"  ( passatemi il termine) che pervadono e condizionano  gli attivisti 5 Stelle che appoggiano incondizionatamente le decisioni del loro leader mi fanno seriamente paura e mi preoccupano non poco. Insomma, come il fascismo aveva i suoi fascisti, come il berlusconismo ha avuto i suoi berluscones, Grillo ha i suoi grillini. Tutti caratterizzati dallo stesso comportamento: una difesa a spada tratta delle parole del loro capo, indipendentemente da quanto siano aderenti alla realtà; una approvazione incondizionata a qualsiasi scelta arrivi... insomma, un comportamento da servi senza catene: Il capo è il capo ed ha sempre ragione" ( Il Berlusconi di questi giorni docet). Ed allora, viene da chiedersi come ed in che modo potranno differenziarsi da coloro i quali si sono distinti per aver rovinato questo paese? Basta proclamarsi rottamatore per essere considerato migliore di quello che si vuole rottamare, specie se quel che si fa è anche peggio?
Il dna democratico di una qualsiasi formazione politica ne qualifica l’origine e ne determina, nel bene o nel male, l’avvenire.Proprio coloro che vorrebbero una classe dirigente meno corrotta dovrebbero, a maggiore ragione, porsi da subito regole certe di un funzionamento trasparente e democratico. 
A maggiore ragione quando un movimento, come quello di Grillo, raccoglie pulsioni, idee, emozioni e riflessioni politiche disomogenee proprio perché provenienti da esperienze e esistenze profondamente diverse, unite, per il momento, dal solo e comprensibile sentimento di fare pulizia di tutto.

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